La lesione di Hill-Sachs consiste in una frattura da compressione posterolaterale della testa omerale, generalmente secondaria alla lussazione anteriore della spalla, causata dalla compressione della testa dell’omero contro il bordo glenoideo anteriore. La lesione di Hill-Sachs è spesso associata alla lesione di Bankart della glenoide.
Oltre ad essere estremamente dolorosa al momento della lussazione, tale lesione può favorire la recidività di ulteriori lussazioni future, a causa dell’effetto leva del difetto durante la rotazione esterna.
La lesione di Bankart è 11 volte più comune nei pazienti con lesione di Hill-Sachs, con un aumento dell’incidenza in base alla grandezza della lesione.
La lesione di Hill-Sachs può essere difficile da diagnosticare attraverso la radiografia. Per una caratterizzazione completa è necessario eseguire tecniche di imaging, fra cui TAC e Risonanza Magnetica. Inoltre, una volta riscontrata la lesione, deve essere eseguita anche una diagnostica per l’eventuale presenza della lesione di Bankart.
Il difetto dell’osso di per sé non richiede un trattamento, tuttavia, necessitano un intervento di riparazione chirurgica sia l’instabilità gleno-omerale, cioè l’articolazione scapolo-omerale, e quando presente anche la lesione del cercine glenoideo anteriore, detto anche labbro glenoideo.
Il difetto può inoltre essere curato con un innesto osseo o con la sostituzione del tessuto molle che riguarda la lesione. Questo trattamento viene eseguito generalmente nei casi più difficili e che comprendono lesioni più gravi.
Infine, è possibile trattare la lesione di Hill-Sachs con la procedura Connolly, eseguita con un approccio posteriore aperto e che prevede il trasferimento dell’infraspinato con una parte di più grande tuberosità nel difetto, rendendo la lesione extra-articolare. Nonostante tale procedura ripristini la stabilità, tende tuttavia a ridurre il raggio di movimento della spalla. L’approccio artroscopico della stessa procedura è noto con il termine “riempimento”.