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Placenta previa

Ginecologia
Placenta previa

Cos'è

La placenta previa è una situazione in cui la placenta si inserisce nella parte bassa dell’utero, andando a coprire in parte o interamente l’orifizio uterino, una sorta di imbuto che conduce al collo dell'utero.

Si chiama previa dal latino praevia che significa "precedente" o "che viene prima": la placenta sta davanti, e dunque prima rispetto al feto.

Come si sviluppa l’ovulo nella donna

Dai cinque ai sette giorni dopo l’ovulazione (quando un’ovaia rilascia l’uovo), l’uovo fecondato si impianta nella parete uterina e produce delle escrescenze simili a delle radici chiamate villi, che permettono l’ancoraggio dell’uovo e crescono nella parte di placenta che resta attaccata alla parete uterina. La placenta è, quindi, l’organo che nutre e protegge il bambino fino alla nascita.

La placenta sostiene e alimenta il bambino permettendo il trasferimento di ossigeno, aminoacidi, grassi, vitamine e minerali dal sangue della mamma. Permette anche di espellere le sostanze via via da eliminare dal bambino.

Fase embrionale e fetale

Dopo l’impianto nella parete uterina fino a circa l’ottava settimana di vita, il bambino in formazione è chiamato embrione. Lo sviluppo è rapido in questa fase, dato che le cellule specializzate iniziano a formare gli organi vitali, il sistema nervoso, le ossa, i muscoli e il sangue. 

Dopo otto settimane di gravidanza, il bambino che si sta sviluppando è chiamato feto, è grande circa 2,4 cm e i suoi organi interni sono per la maggior parte formati. Si vedono i caratteri esterni, come gli occhi, il naso, la bocca e le orecchie e si possono iniziare a vedere le dita delle mani e dei piedi. 

Proporzionalmente alla crescita del bambino cresce anche l’utero. Una doppia membrana contenente liquido lo circonda : questa si rompe normalmente nel momento del parto e rilascia il liquido amniotico (il liquido in cui il bambino è immerso). 

Durante la gravidanza, il bambino galleggia nel liquido amniotico e ingurgita costantemente questo fluido, che espelle attraverso l’urina.

Molte informazioni sullo stato di salute del bambino si possono ottenere dall'amniocentesi, una procedura in cui viene estratto un campione di liquido amniotico che viene poi analizzato. 

Tuttavia, l’amniocentesi è una procedura abbastanza invasiva (prevede l' inserimento di un ago) e comporta un minimo rischio di aborto, è quindi consigliata solo alle donne che hanno un alto rischio di partorire un bambino con gravi malattie o anomalie per diagnosticarle.

Cura prenatale

La cura prenatale è quella eseguita dal proprio ginecologo attraverso una serie di appuntamenti in cui si monitora sia la salute della mamma sia quella del bambino.

Durata della gravidanza

La durata di una normale gravidanza varia tra le 37 e le 42 settimane, sebbene la data del parto è calcolata a 40 settimane dal primo giorno dell’ultimo ciclo. Solo il 5% dei bambini nasce nella data stabilita. I bambini nati prima delle 37 settimane sono considerati prematuri.

Fasi della gravidanza

Primo trimestre (da 0 a 13 settimane)
  • lo sviluppo del bambino è più veloce durante questa fase. Entro la fine della tredicesima settimana, il bambino è completamente formato
  • alcuni dei fastidi più comuni della gravidanza, come nausea, stanchezza e sensibilità al seno, sono più pronunciati in questo periodo
Secondo semestre (da 14 a 26 settimane)
  • durante questo periodo, il bambino continua a crescere e svilupparsi e le madri iniziano a prendere peso: il grasso è conservato come riserva di energia
  • possono essere percepiti i movimenti del bambino nell’utero
Terzo semestre (da 27 settimane alla nascita)
  • il bambino inizia a depositare le proprie riserve di grasso e cresce rapidamente in vista del parto
  • i polmoni del bambino maturano e i sensi come l’udito, il gusto e la vista si sviluppano
  • la mamma sente più fastidio durante la notte e deve urinare molto spesso
  • si hanno delle contrazioni del tutto normali, conosciute come contrazioni di Braxton Hicks

Tipi

Sino alla ventesima settimana non è definitivo il punto di impianto placentare, per cui non si deve fare, ecograficamente, diagnosi di placenta previa prima della ventesima settimana.

Può essere diverso il punto in cui si è impiantata la placenta sulla parete uterina, per cui si avranno diversi gradi e tipi di placenta previa, quali:
  • Placenta previa laterale: se il bordo inferiore della stessa giunge a quasi a due cm dall’orifizio uterino interno.
  • Placenta previa marginale: se il bordo della stessa giunge a lambire l’orifizio uterino interno.
  • Placenta previa paracentrale: se il bordo della stessa occupa parzialmente l’O.U.I.
  • Placenta previa centrale :quando la placenta occlude totalmente l’O.U.I.

Diagnosi

La diagnosi di placenta previa lo si ha quando iniziano perdite ematiche in gravidanza precocemente, non accompagnate da forti contrazioni e con uno sviluppo uterino normale. 

Di solito, più la placenta è inserita in basso, prima iniziano le perdite, perché è nella zona dell’orifizio uterino interno che si trova l’istmo uterino: la zona in cui la parete uterina è più elastica e distensibile, per cui è lì che la placenta più facilmente si stacca.

La diagnosi fortunatamente (ma solo dopo la ventesima settimana) è resa semplice dalla ecografia.

Un tempo, prima dell’avvento della ecografia, il sospetto di placenta praevia paracentrale o centrale non poteva essere confermato da una visita ginecologica interna, per il pericolo di ledere con il dito esploratore un grosso vaso placentare.

Sintomi

Il più caratteristico sintomo di placenta previa è una emorragia vaginale a gravidanza già inoltrata e non accompagnata da forti dolori. Il sangue è di un intenso rosso e le perdite risultano occasionali.

A questo, possono aggiungersi ulteriori segni di placenta previa, seppur in una casistica minore, che sono:
  • Contrazioni dell'utero – Compaiono in un quarto dei casi circa. Durano per qualche giorno e risultano simili a quelle che si verificano durante il travaglio
  • Dolore – Insorge quando la placenta si distacca un distacco della placenta. Il binomio placenta previa e distaccamento della placenta avviene in un decimo dei casi
  • Feto malposizionato – Ossia posto in senso trasversale o obliquo; si verifica in un quarto dei casi.

Cause

La placenta umana è l'organo deputato a un flusso di sangue continuo tra madre e feto, sia per permettere gli scambi metabolici tra la madre e il feto, sia per l'ossigenazione e l'espulsione delle scorie fetali.

Si costituisce attraverso una parte materna, o decidua, e una parte fetale, ossia il corion. Inizialmente e fino alla seconda settimana, i villi (che sono come piccole radici attorno all’uovo fecondato) circondano l'intera superficie del corion.

I villi hanno sulla loro superficie esterna al sinciziotrofoblasto, che ha capacità erosive. Questa capacità è quella che permette ai villi di erodere la parete uterina per impiantarsi.

Se ciò avviene prematuramente rispetto al viaggio che l’uovo fecondato fa verso l’utero, l’impianto si avrà in una tuba (gravidanza extrauterina tubarica), se avviene nel tempo giusto, l’impianto avviene, come nella maggior parte dei casi sul fondo (la parte più alta) dell’utero.

Se avviene in ritardo, si avrà poi un impianto basso che potrà essere causa di placenta previa o di una gravidanza cervicale (nel collo dell’utero) o si avrà la espulsione dell’uovo. 

Durante il terzo mese, contemporaneamente all'espansione del corion, i villi situati sulla parte decidua capsulare vengono stirati fino a scomparire. 

Alla parte opposta, sullo strato basale, i villi diventano più folti, lunghi e ramificati per compensare la scomparsa dei villi dal lato deciduale. L'espansione del corion è accompagnata dall'espansione dell'amnios, che porta la parte decidua capsulare e parietale a contatto e quindi a fusione/sostituzione, con formazione della decidua "vera".

La placenta definitiva quindi deriva dall'accollamento della decidua basale e il corion frondoso, una struttura discoidale, la cui forma è determinata dall'area su cui rimangono i villi.

Importante a questo punto evidenziare una differenza tra parete uterina e tessuto placentare: la placenta non è elastica, mentre la parete uterina lo è: quindi la “ progressione” della placenta verso il fondo uterino, non è un vero spostamento verso l’alto della placenta, ma un suo trasporto da parte della parete uterina che, lentamente si distende per la crescita dell’utero.

Inoltre una contrazione uterina rapida porterà a un distacco di una parte o totale della placenta (distacco della placenta), che non è in grado di seguire i movimenti uterini rapidi, come sono le contrazioni

In condizioni normali, la placenta si impianta nella parte superiore della cavità uterina, ma in un caso su 200 circa può insediarsi appunto nella parte bassa. 

Il problema sta nel fatto che si tratta di una parte che si dilata durante il travaglio per consentire il passaggio del feto, e questo potrebbe provocare distacchi improvvisi della placenta, potenzialmente molto pericolosi per il bambino e per la mamma.

Complicazioni

Le possibili complicazioni di una inserzione anomala della placenta in gravidanza includono:
  • Aborto – Interruzione di gravidanza durante le prime 23 settimane
  • Gravidanza ectopica – Quando un uovo fecondato si impianta ad di fuori dell’utero
  • Natimortalità – Un bambino nato dopo 24 settimane di gravidanza che non mostra segni di vita.

Cure

Il trattamento per la placenta previa se la diagnosi riguarda una laterale o marginale è di massima attesa, dato che il parto può avvenire con meccanismo naturale, perché al momento della rottura delle membrane, il feto stesso può fare da tampone, schiacciando la placenta verso la parete ossea pelvica.

Se si ha una placenta previa paracentrale o centrale, la scelta deve mirare a un trattamento di tipo chirurgico, anche in base alla entità delle perdite, e all’epoca di gravidanza, possibilmente dopo che si è avuta maturità polmonare fetale con cortisonici, sempre che la entità della perdita lo permetta.  
Redazione Pazienti Redazione
Redazione Pazienti
medico generale

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