La mola vescicolare è una condizione per la quale vi è un'alterazione dei villi coriali.
Il villo coriale, struttura base del cotiledone, il cui assieme forma la placenta, ha un asse centrale arterovenoso, per gli scambi tra sangue ossigenato che arriva al feto e sangue di ritorno dal feto.
Attorno vi è un doppio rivestimento dato, esternamente dal sinciziotrofoblasto (cellule parzialmente unite tra loro) e più internamente, dal citotrofoblasto (cellule più giovani, ben distinte tra loro).
Il sinciziotrofoblasto ha due caratteristiche: la prima è quella di erodere i tessuti circostanti, ed è quella che permette al villo coriale di penetrare la parete uterina per entrare in contatto col sangue materno; la seconda è quella di produrre un ormone: beta HCG, che è molto simile, chimicamente, all’ormone luteinizzante, e che permette alla gravidanza di proseguire, mediante uno stimolo sull’ovaio a produrre progesterone, nei primi tre mesi di gravidanza.
Nella mola vescicolare, i villi si trasformano in vescicole la cui superficie porta ad un aumento grandissimo di cellule del sinciziotrofoblasto. Conseguenza di ciò: grande capacità della mola di invadere la parete uterina e grande produzione di beta HCG.
Una mola vescicolare tende a verificarsi verso la fine del secondo mese di gravidanza, o come conseguenza di una gravidanza abortiva. Ma la base genetica della mola è tale sin dall’inizio di quella gravidanza
I principali tipi di mola vescicolare sono:
La mola vescicolare invasiva è un tipo di mola vescicolare che infiltra la parete uterina e, talora, la perfora, andando ad invadere anche gli organi vicini e diventando molto pericolosa. La degenerazione neoplastica della mola è il tumore maligno femminile più aggressivo: il corionepitelioma o coriocarcinoma.
Una mola vescicolare si sviluppa più frequentemente nelle donne di età compresa tra trentacinque e i quarant'anni.
Il primo sintomo provocato da una mola vescicolare è rappresentato da perdite sanguigne dai genitali; tali perdite generalmente non sono accompagnate da dolore, spesso però la gestante lamenta un senso di malessere al basso ventre.
Il tessuto che viene a formarsi in seguito ad una mola vescicolare ha un corredo cromosomico anomalo ed è infatti il frutto di un difetto della fecondazione.
Una mola vescicolare viene diagnosticata innanzitutto attraverso una visita: in presenza di perdita di sangue, si trova, invece che un utero più piccolo dell’epoca gestazionale (come succede nella minaccia d’aborto o aborto), un utero più grosso, che, attraverso un'ecografia si dimostrerà pieno di materiale indistinto (le vescicole) pur in presenza o meno dell’embrione.
Un dosaggio di Beta HCH darà facilmente risultati molto elevati, rispetto ad una gravidanza normale. Tranne che in alcuni casi, in cui HCG è normale e si parla di: mola morta.
Dopo aver accertato la presenza di una mola vescicolare, la prima cosa da fare è una chemioterapia con un farmaco specifico: il metotrexate, che ha azione contro l’acido folico, inoltre occorre procedere al più presto allo svuotamento dell'utero, ciò si ottiene con isterosuzione (no curettage per il pericolo di forature della parete uterina indebolita) e somministrando contemporaneamente prostaglandine. Importante poi un follow –up costante per almeno un anno, evitando gravidanze.