Di solito la presenza di miomi o fibroma uterino, soprattutto se non grossi (< 5cm) e sviluppati entro la parete uterina, è asintomatica. si presentano solo in casi rari. Infatti di solito la presenza di miomi è asintomatica. Nel caso in cui invece siano sintomatici si presentano con:
Se un fibroma o mioma sono piccoli e asintomatici, è sufficiente un controllo annuale, anche ecografico, per valutarne la tendenza a crescere.
Se il fibromioma comporta sintomi, il trattamento dipende dal volume, dai sintomi stessi e dalla età della donna.
Un mioma sottomucoso (cioè che si affaccia alla cavità uterina, darà facilmente spotting (saltuarie perdite ematiche) o menorragie: è indicata in questo caso una attenta valutazione ecografica e si interverrà con una isterosalpingografia diagnostico/ operativa: penetrando cioè attraverso la bocca dell’utero si valuterà se è possibile asportare completamente il mioma con una ansa elettrica o che si basa su ultrasuoni o su radiofrequenza, che funziona come un affilatissimo e sottilissimo bisturi, in grado di agire in spazi ristrettissimi.
Se il fibromioma è nell’ambito della parete (intramurale) più difficilmente darà sintomi, ma può diventare anche molto grosso (13-15 cm); allora si valuterà se intervenire per via laparotomia (incidendo l’addome trasversalmente all’altezza del pube) o per via laparoscopica, utilizzando strumenti molto sottili che accedono all’interno dell’addome attraverso due/ tre piccoli orifizi fatti sulla parete addominale.
In base a dimensioni del fibromioma e della età della paziente, si valuterà se asportare il solo mioma (miomectomia) o tutto l’utero (isterectomia totale semplice). Sempre in base all'età del paziente, e allo stato visibile delle ovaie, si deciderà se associare allisterectomia, anche l'asportazione delle stesse (annessiectomia).
Altra tecnica per intervenire selettivamente su un fibromioma o complessivamente su tutto l’utero (e si ha utero fibromatoso, quindi ingrandito ed “ indurito” complessivamente) è la embolizzazione è un’altra tecnica di radiologia interventistica che comporta la chiusura dell’arteria che rifornisce di sangue e nutrienti il mioma.
Non è ancora ben chiaro che cosa provochi i miomi uterini, che colpiscono le donne per lo più durante i loro anni fertili. È stato notato che non si sviluppano (anche se ne esistono di piccolissimi) prima che il corpo inizi a produrre estrogeni.
I miomi possono crescere molto velocemente in caso di gravidanza, perché è in questo periodo così delicato che l’organismo va a produrre una quantità maggiore di estrogeni.
Con il nome di mioma peduncolato si intendono quei fibromi che, partendo dalla superficie esterna dell’utero, si sviluppano al di fuori dello stesso, restandovi collegati mediante un peduncolo. Può provocare dolore quando si va a torcere sul peduncolo stesso impedendo il flusso di sangue.
Vi sono, anche se raramente, formazioni muscolari che coinvolgono l’ovaio (che di per sé non ha tessuto muscolare). A volte hanno un colorito giallo e si chiamano Tecomi, perché provengono da una parte delle cellule che rivestono l’ovaio. I miomi ovarici non sono maligni, ma il riscontro di una massa solida che coinvolga l’ovaio, consiglia sempre di asportarla.