Coué notò che i pazienti ai quali elogiava un farmaco erano più inclini ad avere maggiori miglioramenti, rispetto a coloro i quali si limitava a venderlo, senza ulteriori spiegazioni. Tale comportamento portò il farmacista ad approfondire l'argomento dell'ipnosi e la forza dell'immaginazione e, dopo svariati anni di studio, a curare i pazienti con la stessa ipnosi.
Secondo Coué gli effetti dei farmaci, comunque fondamentali, potevano essere amplificati dallo stato mentale del paziente. Il farmacista notò che i pazienti rispondevano meglio alle cure mediche semplicemente adottando uno stato mentale positivo, facendogli anche ripetere una specie di mantra tutti i giorni: "Ogni giorno, in ogni modo, miglioro sempre di più".
Coué osservò che il principale ostacolo all'autosuggestione era la forza di volontà. Infatti, affinché il metodo fosse efficace, il paziente doveva astenersi dal fare ogni tipo di giudizio personale, evitando che la propria volontà interferisse con i pensieri positivi.
Per il suo metodo, che Coué chiamava "trucco", pazienti affetti da ogni tipo di patologia volevano essere visitati dal farmacista. Coué ebbe in cura pazienti affetti da problemi renali, diabete, perdita della memoria, balbuzie, debolezza, atrofia e tutti i tipi di problemi mentali. Su uno dei suoi diari annotò di aver curato pazienti affetti anche da prolasso uterino ed emicrania.
Il training autogeno è una tecnica di autosuggestione basata sul rilassamento, influenzata dal metodo di Coué. Nel 1932, lo psichiatra tedesco Johannes Schultz sviluppò e pubblicò la tecnica del training autogeno, che ha ormai rimpiazzato largamente l'autosuggestione e la cui efficacia è stata ampiamente confermata da svariati studi.