Cosa è un aborto spontaneo? (interruzione spontanea della gravidanza)
Si parla di
aborto spontaneo quando la
gravidanza gravidanza si interrompe spontaneamente nei primi 180 giorni di amenorrea (mancanza di flusso mestruale) ovvero entro la 25a settimana e 5 giorni.
La frequenza delle perdite spontanee della gravidanza a partire dal concepimento è circa del 50%
La maggior parte di questi aborti si realizza prima della mancata mestruazione e non vengono rilevati dalla madre.
La perdita della gravidanza dopo che, mancata la mestruazione, si è ottenuto un test positivo sulle urine è pari al 15%.
Dopo il terzo mese la perdita spontanea della gravidanza ha una frequenza del 2%.
Cosa si intende per aborto interno?
Viene definito aborto interno la cessazione della vita embrionale (assenza del battito cardiaco) senza che la madre abbia manifestato sintomi evidenti di espulsione del contenuto uterino , quali crampi addominali, sanguinamento e fuoriuscita di coaguli e di materiale ovulare.
Possono anche passare alcune settimane tra la cessazione della vita fetale e il riconoscimento dell’aborto interno.
Quali sono le cause di un aborto spontaneo?
Solo raramente possono essere individuate le cause di un aborto spontaneo.
Tra le cause più frequenti di abortività vengono elencati:
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Anomalie cromosomiche fetali - eventi in genere casuali, e solo raramente ripetitivi,
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Malattie infettive - condizioni fortuite e non ripetibili, ad esempio un’infezione da virus influenzale all’esordio della gravidanza
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Malattie autoimmuni con interessamento dei vasi sanguigni -da ricercare soprattutto nella paziente che abbia sofferto di poliabortività
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Diabete conclamato - evento generalmente noto
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Gravi alterazioni ormonali - anche queste patologie non dovrebbero sfuggire quando si raccoglie la storia di una paziente che intenda affrontare una gravidanza
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Malformazioni dell’utero - alcune di esse sono suscettibili di correzione chirurgica con conseguente miglioramento delle probabilità di successo in gravidanza future
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Anomalie geniche fetali - diagnosticabili solo nel caso di nota condizione di portatore dei genitori
In genere, a fronte di un evento singolo, visto che la maggior parte delle cause sono fortuite e difficilmente ripetibili, non si procede a nessuna indagine specifica.
Solo in coppie con storia di tre o più aborti spontanei consecutivi (poliabortività) è previsto un percorso di indagine specifico.
Anomalie cromosomiche e aborto spontaneo
I cromosomi sono elementi presenti in tutte le nostre cellule provviste di nucleo (dove per l’appunto sono contenuti).
Nella specie umana i cromosomi sono 46, uguali a due a due (con l’eccezione del maschio in cui la coppia dei cosiddetti cromosomi sessuali è formata da cromosomi non identici, X e Y).
Le 23 coppie di cromosomi (che possono essere visti solo al microscopio dopo che le cellule sono state sottoposte a specifici trattamenti di laboratorio) sono gli archivi che contengono in maniera ordinata i circa 100.000 geni che determinano le nostre caratteristiche e le nostre funzioni.
Durante la maturazione delle cellule sessuali, spermatozoo e cellula uovo, possono casualmente intervenire eventi di disturbo tali da determinare che il padre o la madre passino un patrimonio cromosomico alterato per eccesso o difetto di uno o più porzioni di cromosoma.
Tale condizione è causa delle anomalie cromosomiche fetali.
Si tratta di un fenomeno non è infrequente: 4-5 casi su 1000 neonati.
Al momento del concepimento la probabilità di una alterazione cromosomica è molto più alta e frequentemente è causa di aborto spontaneo; sono state osservate anomalie cromosomiche nel 50-70% degli aborti spontanei del primo trimestre di gravidanza.
L’incremento di età della madre, che normalmente porta a maturazione una sola cellula uovo (mentre il padre produce milioni di spermatozoi) , comporta un rischio di anomalie cromosomiche che aumenta in modo esponenziale.
Malattie vascolari del collagene e aborto spontaneo
Le malattie vascolari del collagene sono patologie in cui il sistema immunitario dell’individuo produce anticorpi contro i propri tessuti.
Esempi di malattie vascolari del collagene associate ad un aumentato rischio di aborto spontaneo sono il
lupus eritematoso sistemico e la sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi.
Gli esami del sangue possono confermare la presenza di anticorpi anomali.
Diabete e aborto spontaneo
Il
diabete conclamato non controllato non solo può essere responsabile di aborti spontanei ma potrebbe anche essere causa di anomalie o malattie del neonato.
È molto importante che una paziente diabetica ponga sotto controllo la propria glicemia prima di affrontare una gravidanza e si sottoponga ad accertamenti ripetuti durante tutto il corso della gravidanza stessa.
Fattori ormonali e aborto spontaneo
Gravi scompensi ormonali quali alterazioni della funzione dei surreni o della tiroide, possono essere causa di aborto spontaneo.
È inoltre possibile che la non adeguata produzione di progesterone da parte dell’ovaio nelle prime fasi della gravidanza possa avere responsabilità nella perdita della stessa.
Infezioni e aborto spontaneo
L’aborto spontaneo può essere causato da infezioni materne che trasmesse al feto o alla placenta determinano l’interruzione di gravidanza o, nei casi più tardivi, conseguenze per la salute del neonato.
Gli agenti infettivi più frequentemente responsabili sono:
Anatomia strutturale anomala e aborto spontaneo
Alcune malformazioni dell’utero possono essere causa di aborto spontaneo, generalmente in fasi più avanzate della gravidanza rispetto al primo trimestre.
Analogamente alcune rare situazioni di fibromatosi multipla (i fibromi sono noduli di tessuto fibroso o muscolare della parete dell’utero) possono interferire con la progressione della gravidanza.
Malformazioni uterine e fibromatosi multipla sono generalmente riconoscibili con un esame ecografico e, se si ritiene che possano andare ad interferire con un corretto sviluppo dell’utero durante la gravidanza, possono essere trattati chirurgicamente.
Altre cause dell'aborto spontaneo
Tra le altre cause di aborto spontaneo si ricordano:
- esami diagnostici invasivi:
è stato statisticamente documentato che prelievo di villi coriali, amniocentesi, prelievo di sangue fetale interferiscono con il successo della gravidanza e viene stimato che al 2% del rischio naturale di perdita della gravidanza, tra il terzo mese e il suo termine, si debba aggiungere un 1% causato dall’esame diagnostico (in termini relativi, quindi, un incremento del 50%).
- Anche altri fattori sono potenziali agenti di disturbo sul successo della gravidanza ma sono difficilmente documentabili:
- Radiazioni ionizzanti
- Fumo
- Droghe
- Alcol
- Caffeina
Fumo
Anche il fumo aumenta il rischio di interruzioni di gravidanza. Le donne che fumano molto (20 sigarette al di’) all’inizio della gestazione hanno un rischio più che raddoppiato rispetto alle non fumatrici di perdere il bebè per aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza.
E’ quanto dimostra uno studio giapponese pubblicato sulla rivista Human Reproduction dall’equipe di Sachiko Baba dell’università di Osaka, che ha coinvolto quasi 1300 donne, 430 delle quali andate incontro ad aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza.
Gli esperti hanno confrontato le donne che avevano avuto un aborto spontaneo con quelle che invece avevano portato a termine con successo la gravidanza e hanno visto che le fumatrici, a parità di altri fattori, hanno un rischio di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza più che doppio delle non fumatrici.
Altri studi hanno dimostrato che il rischio di aborto spontaneo aumenta anche con il fumo paterno.
Esposizione a radiazioni
Oggi le tecnologie ed i sistemi di protezione in uso in radiodiagnostica permettono di ottenere ottimi risultati con un’esposizione a dosi molto basse e con rischi quasi nulli per la salute, tuttavia va ricordato che esiste una finestra di pericolosità dalla terza alla dodicesima settimana di gestazione e che esiste quindi un rischio di essere sottoposte ad irradiamento quando ancora non si è a conoscenza del proprio stato.
E’ anche bene ricordare che le radiazioni solari sono altrettanto dannose per il loro contenuto di raggi UV a e UVB.
Alcol
Bisognerebbe smettere di assumere alcol fin da quando si pianifica una gravidanza perchè i danni che l’alcol può provocare sono diversi e gravi. Oltretutto gli specialisti convengono sul fatto che, come per il tabacco, non esiste una soglia minima entro la quale non si verificano danni all’embrione.
A differenza di quanto spesso si crede, l’alcol non arriva al feto soltanto tramite il cordone ombelicale ma, fin dalle prime settimane, raggiunge l’embrione con gli altri elementi nutritivi trasmessi dalla madre e può causare danni alla moltiplicazione cellulare attiva.
Uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei
Durante il momento d'impianto dell'embrione: conosciuti come FANS sono i comuni analgesici ed antinfiammatori usati quotidianemente.
Sebbene non siano ancora chiari i meccanismi che associano questi farmaci all’aborto spontaneo, uno studio di controllo sul registro delle gravidanze condotto in Canada ha dimostrato che su 67160 casi esaminati, oltre 4700 donne hanno subito un aborto spontaneo con un incremento del fattore di rischio del 2,4%.
Il FANS più utilizzato durante la gravidanza dalle donne con aborto spontaneo era rappresentato dal naprossene (2,8% versus 0,9% nelle donne senza aborto spontaneo), seguito da ibuprofene (1,3% vs 0,6%), rofecoxib (0,8% vs 0,3%), diclofenac (0,7% vs 0,2%) e celecoxib (0,6% vs 0,2%). Inoltre, lo 0,6% delle donne ha utilizzato ≥2 FANS durante la gravidanza versus 0,2% nel gruppo di controllo.
Come si può prevenire l'aborto spontaneo?
L’aborto spontaneo del primo trimestre non è un evento prevenibile, a meno che non siano stati evidenziati fattori di rischio rimovibili o attenuabili (malformazioni uterine, diabete, gravi alterazioni endocrine).
Qualora fossero state evidenziate a carico dei genitori anomalie cromosomiche quale possibile causa di incremento di abortività (traslocazioni bilanciate) andrà discusso un opportuno programma riproduttivo con specialisti competenti.
Certamente giova affrontare adeguatamente la possibile insorgenza di una gravidanza cercando, nel possibile, di non esporsi ad eventi di disturbo (malattie infettive, radiazioni) e riducendo, o meglio azzerando, fumo , alcol e farmaci.
Qual è il trattamento per l'aborto spontaneo?
Spesso nella gravidanza precoce l’espulsione del materiale ovulare e dell’embrione avvengono spontaneamente. In questo caso, se al controllo ecografico non risulta materiale residuo in cavità uterina, ci si può astenere da qualsiasi manovra medica.
Quando invece è stata fatta diagnosi di aborto interno o è stato evidenziato materiale residuo in utero si procede allo svuotamento chirurgico della cavità.
L’intervento viene normalmente effettuato in anestesia generale, più raramente in anestesia locale, e consiste nella dilatazione progressiva del canale del collo dell’utero fino a permettere l’introduzione di una cannula di pochi millimetri attraverso la quale tutto il contenuto uterino viene aspirato.
Dopo l’isterosuzione (questo è il nome dell’intervento) possono residuare perdite ematiche genitali e crampi da contrazioni uterine per qualche giorno. Entrambe le condizioni sono suscettibili di attenuazione framacologica.
Il flusso mestruale riprenderà normalmente dopo 30-40 giorni dall’isterosuzione.
Qual è il link tra tumore al seno e rischio di aborto?
C’è un dibattito molto intenso, nel mondo medico, tra i rapporti tra
aborto, sia spontaneo che indotto, e
cancro al seno con moltissimi studi condotti in Europa e negli USA negli ultimi anni.
Gli
studi, sia di tipo case-control che retrospettivi, hanno più volte fornito risposte discordanti e questo ha contribuito ad aumentare i timori tra la popolazione di sesso femminile, visto che il carcinoma mammario è, ancora oggi, il principale killer delle donne.
Nel 2004, il Gruppo Collaborative su fattori ormonali nel cancro al seno, con sede a Oxford, in Inghilterra, ha studiato i risultati di 53 studi effettuati in 16 paesi diversi. Questi studi hanno incluso circa 83.000 donne con cancro al seno (44.000 in studi prospettici e 39.000 in studi retrospettivi). Anche se i risultati degli studi retrospettivi hanno mostrato un piccolo aumento del rischio, gli studi prospettici hanno trovato una piccola diminuzione del rischio. I ricercatori hanno concluso che "la totalità delle evidenze epidemiologiche in tutto il mondo indicano che le gravidanze che terminano sia come aborti spontanei che indotti non hanno effetti negativi sul conseguente rischio di sviluppare il cancro al seno delle donne".
L'American College degli Ostetrici e Ginecologi (ACOG) ha esaminato le prove disponibili nel 2003 e di nuovo nel 2009. Nel 2009, il Comitato ha concluso che "i primi studi del rapporto tra aborto indotto e rischio di cancro al seno sono stati metodologicamente viziati . Studi più rigorosi e recenti non dimostrano alcuna relazione causale tra l'aborto indotto e un conseguente aumento del rischio di cancro al seno".
Acido folico: perché è importante in gravidanza?
L’
acido folico, vitamina del gruppo B, è una vitamina fondamentale da assumere quando si pianifica una gravidanza, il dosaggio consigliato è di 400 mg giornalieri.
Una recente ricerca svedese ha confermato, smentendo quanto fino ad ora creduto, che l’acido folico ha un’azione preventiva nei confronti del rischio di aborto spontaneo, mentre fin dagli anni 90 diversi studi avevano confermato che l’acido folico svolge un’importante azione preventiva e protettiva verso possibili malformazioni del tubo neurale che portano a patologie gravi come acefalia e spina bifida.
Addirittura, già dal 1998 la FDA americana aveva raccomandato l’arricchimento con acido folico di alcuni alimenti come pane, riso e pasta, in considerazione dell’alto numero di gravidanze non programmate. I controlli negli anni successivi hanno dimostrato che il numero di bambini nati con la spina bifida è dimunito di un terzo.
Rischio di aborto ed età: qual è la verità?
Sempre più donne, nei paesi occidentali, scelgono di rimandare la
gravidanza ad età avanzate.
Anche se i moderni farmaci per la fertilità sembrano garantire la possibilità di procreare anche dopo i 40 anni, gli esperti sconsigliano questa scelta alle donne.
Secondo quanto pubblicato recentemente sul British Medical Journal, un nuovo studio fornisce alcune staticheche dovrebbero indurre molte riflessioni.
Lo studio, condotto su oltre 600.000 donne danesi che avevano avuto una gravidanza tra il 1978 e il 1992, mostra un aumento, costante e legato all'età, nei tassi di aborto spontaneo. Si va dal 9% tra le donne entro i 25 anni al 75% tra le donne di età superiore ai 44. Anche Il rischio di gravidanza ectopica - una condizione pericolosa in cui l'ovulo fecondato si impianta al di fuori dell'utero - e di bimbi nati morti aumenta drasticamente con l'aumentare dell'età della madre.
"Il nostro studio mostra un importante aumento del rischio di aborto spontaneo e altri tipi di perdita fetale tra le donne di età superiore ai 40 anni e che l'aumento è già considerevole per quelle sopra i 30" scrive l'autore principale dello studio Anne-Marie Nybo Andersen del dipartimento di ricerca di epidemiologia presso la Danish Epidemiology Science Centre di Copenhagen.
Qual è l’impatto psicologico di un aborto sulle donne?
L’impatto emotivo di un aborto è di solito molto intenso.
La conclusione, anche se precoce, di una gravidanza non può prescindere da un legame molto stretto tra la donna e il prodotto del concepimento.
Una donna in questa situazione ha bisogno di conforto ed è necessario combattere il senso di sconfitta e di paura generato dall’aborto.
Soprattutto è opportuno che la donna abbia la consapevolezza che l’aborto non è dipeso da eventi generati o trascurati da lei .
Parlarne con i medici e con le persone affettivamente vicine può essere molto utile.
In alcune occasioni può rendersi necessario l’intervento di uno psicologo per attenuare il malessere e predisporre la donna ad un nuovo evento positivo.