In cosa consiste l'antibiogramma?
L’
antibiogramma consiste in un esame che valuta la sensibilità dei
batteri agli
antibiotici. Questo test viene eseguito in vitro esponendo i batteri a determinate dosi di antibiotici. Viene solitamente effettuato all'interno dei laboratori di microbiologia clinica tramite una coltura batterica in agar secondo il
metodo Kirby-Bauer oppure in microdiluizione in brodo.
Queste metodiche, insieme, permettono di stabilire la Minima Concentrazione Inibente (MCI), cioè la più bassa concentrazione di farmaco in grado di inibire la crescita del microorganismo in oggetto. Un antibiogramma è un'analisi di laboratorio che viene effettuata per la scelta dell'antibiotico più efficace nel caso di una determinata infezione.
I valori ottenuti vengono comparati con valori stabiliti dalla comunità scientifica, in base ai risultati ottenuti si può stabilire se un batterio è, rispetto ad un antibiotico:
- S (sensibile)
- I (intermedio)
- R (resistente)
Quali sono i parametri?
Ad ogni insieme di batterio-antibiotico, vengono associati dei
parametri per valutare la resistenza o meno del microrganismo. I parametri possono essere due oppure uno solo. I
parametri fissati sono di 3 tipologie:
- microbiologici
- farmacologici
- clinici
L'attività di un microrganismo, di ogni tipo, va riferita a due fattori principali: la virulenza del microrganismo stesso e la capacità dell'organismo che viene infettato a reagire all'infezione.
Spesso, si verifica che il microrganismo riesce a reagire a vari antibiotici somministrati per controllare l'infezione: diventa, cioè, un microrganismo antibiotico-resistente.
Il medico si trova nell'imbarazzo della scelta di fronte alla gamma odierna di antibiotici pressochè infinita.
Come avviene l'esame?
Per eseguire l'
antibiogramma, si preleva il microrganismo incriminato e lo si semina su agar-agar.
In condizioni normali, la crescita del microrganismo sarà vertiginosa, tanto da coprire la piastra su cui è stato seminato, nel giro di poche ore, di un'omogenea pellicola opaca. Se insieme al microrganismo sul terreno di coltura si pongono dei dischetti di carta assorbente imbevuti ciascuno di un differente antibiotico, si osserverà che il microrganismo sarà cresciuto dappertutto, tranne in corrispondenza di quei dischetti, intorno ai quali appariranno degli aloni di sostanza di coltura non contaminata dall'agente infettivo.
Dalla grandezza degli aloni, si dedurrà l'efficacia d'azione dell'antibiotico: tanto più largo risulterà l'alone, tanto maggiore sarà l'efficacia del medicamento, che potrà essere scelto per la terapia più adatta.
Cos'è la MIC?
La
MIC serve per poter stabilire la corretta terapia per zone ad elevata criticità, tra cui:
- sede di infezione (sangue, sistema nervoso centrale, tessuti profondi, polmone)
- condizioni cliniche del paziente
- batteri multi-resistenti (MDR)
La MIC viene interpretata controllando il segno di disuguaglianza che precede il valore numerico. Se il simbolo è minore o uguale, vuol dire che il batterio è stato inibito dalla minima quantità di antibiotico utilizzata per il test. Ciò significa che il batterio è sensibile, indipendentemente dal valore numerico riportato. Inoltre, bisogna valutare anche quanto il valore ottenuto si discosti da quelli stabiliti dalla comunità scientifica.
Le categorie S/I/R e la loro correlazione clinica
I valori ottenuti dai test clinici in vitro non sono un’indicazione di efficacia assoluta anche nella realtà, poiché bisogna tenere in considerazione di altri fattori, tra cui:
- il ruolo clinico del batterio esaminato
- la sede in cui si è verificata l’infezione e la possibilità che il farmaco la raggiunga
- la posologia, la tempistica e la modalità di somministrazione del farmaco, in relazione alla sua farmacocinetica e farmacodinamica
S solitamente indica un'efficacia elevata del farmaco, mentre R una scarsa efficacia. I indica una lieve resistenza e quindi che funziona solo se mandato direttamente nel sito di infezione e con dosaggi sufficientemente elevati.
Che cosa sono i ceppi selvaggi?
I
ceppi selvaggi sono costituiti da
microorganismi che non hanno meccanismi di resistenza nei confronti di un farmaco specifico. La distribuzione delle MCI è rappresentata da una gaussiana e il valore massimo della MCI è definito cut-off epidemiologico. In alcuni casi, è necessario un aumento di dose per impedire che il microrganismo sviluppi una resistenza al farmaco.
Molecole refertate e molecole equivalenti: che cosa sono?
Non tutti gli
antibiotici possono essere testati e quindi vengono di solito verificate le molecole maggiormente utilizzate. Queste molecole possono dare un’indicazione predittiva nei confronti di quelle che invece non vengono sottoposte a test. Quelle testate sono dette
refertate, le altre
equivalenti.
Qual è il ruolo del microrganismo?
Il
risultato di un antibiogramma non è necessariamente indicativo della terapia da assumere. Infatti, la decisione di intraprendere una cura antibiotica si basa soprattutto su un'attenta valutazione clinica da parte del personale medico.