Le residenze sanitarie assistenziali, in passato conosciute come case di riposo o case protette, sono delle strutture in cui vengono accolti e assistiti gli anziani che non sono più in grado di vivere autonomamente nel proprio domicilio, a causa delle loro cagionevoli condizioni di salute.
Le residenze sanitarie assistenziali sono quindi delle strutture private o pubbliche destinate al ricovero a tempo determinato o indeterminato di soggetti anziani e non autosufficienti.
Per comprendere al meglio i soggetti tipo che vengono ospitati nelle residenze sanitarie assistenziali, saranno elencate le caratteristiche che hanno, solitamente, questi anziani:
Per poter comprendere il significato degli ultimi due punti dell’elenco, è utile evidenziare che il Cognitive Performance Scale è una scala che analizza il deficit cognitivo dei vari soggetti, effettuando una suddivisione in classi:
Secondo la normativa sulle residenze sanitarie assistenziali, queste ultime sono tenute ad offrire ai propri ospiti una sistemazione residenziale che si accosti il più possibile ad un ambiente domestico, in cui viene rispettata la privacy e la riservatezza, ma che, al tempo stesso, permetta agli anziani di poter socializzare, stimolando continuamente l’integrazione.
Inoltre tutte le residenze sanitarie assistenziali devono essere in grado di mettere a disposizione dei loro ospiti tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire e curare le malattie croniche e devono, infine, avere come obiettivo un’assistenza individualizzata, promuovendo il benessere degli anziani e mirando al miglioramento della loro autonomia.
In sintesi, nelle residenze sanitarie assistenziali, l’anziano deve sentirsi a casa, deve cercare di migliorare la sua autosufficienza, deve socializzare con gli altri ospiti e deve poter essere curato contro malattie croniche o loro eventuali riacutizzazioni.
Gli anziani ricorrono alle residenze sanitarie assistenziali quando perdono in parte o completamente la loro autosufficienza e non sono in grado di poter più vivere da soli nel loro domicilio poiché, appunto, necessitano di supporto e di assistenza.
Le residenze sanitarie assistenziali possono ospitare un numero di soggetti che varia da 20 a 120; una parte dei posti disponibili viene, però, riservata a soggetti con demenze, o con soffrono di disturbi cognitivi e del comportamento.
Le residenze sanitarie assistenziali possono essere strutture pubbliche (e, quindi, del comune o della Asl), private convenzionate o private e devono essere ubicate preferibilmente in zone urbane, non isolate e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Per poter richiedere di essere ospitato in una residenza sanitaria assistenziale pubblica o convenzionata, è necessario rivolgersi alla Asl o al Servizio Sociale del quartiere di residenza: queste strutture hanno, infatti, il compito di valutare le condizioni di salute ed il livello di autonomia del richiedente.
Successivamente, si renderà indispensabile un’apposita richiesta del medico curante ed una sottoposizione ad una visita dell’Unità Valutativa Geriatrica che permetterà di essere inseriti in una lista di attesa.
Le residenze sanitarie assistenziali sono strutture particolari che si differenziano dalle case di cura e dalle case di risposo per anziani; è possibile accedervi a condizione che ci sia un bisogno di assistenza scaturito da un’insufficiente autonomia del soggetto.
Molti utilizzano i termini casa di riposo per anziani e casa di cura in maniera inappropriata, pensando erroneamente che siano sinonimi. Le case di cura si occupano di pazienti sofferenti di una patologia acuta, mentre le case di riposo per anziani sono destinate a soggetti almeno parzialmente autosufficienti e il loro accesso non è quindi determinato dallo stato di salute e dal livello di autonomia.