Cos'è il berillio?
Il
berillio è un elemento chimico bivalente che vediamo in natura come
silicato; alcune sue forme sono pietre preziose come l’acquamarina e lo smeraldo. In industria, si presenta in lega con altri metalli.
Alcune
fonti di rischio e di pericolo provenienti da questo elemento chimico sono:
- l’estrazione del berillio dal “berillo” (il silicato presente in natura);
- la produzione di leghe con rame, alluminio, magnesio e zinco;
- la produzione di alcuni tipi di lampade fluorescenti;
- la produzione di industria di alta tecnologia aerospaziale.
Quante forme di berilliosi esistono?
Esistono le seguenti
forme di berilliosi:
- Forma di polmonite acuta (berilliosi acuta).
- Malattia sistemica (che coinvolge, cioè, l’intero organismo), ma a prevalente interessamento polmonare, chiamata berilliosi cronica.
- Patogenesi di tipo immuno-allergico con fagocitosi di macrofagi delle particelle di berillio e processi a cascata con produzione di citochine.
La berilliosi cronica incide sul 2-5% lavoratori esposti a berillio.
Essa si intende come una malattia da ipersensibilità ritardata, la cui espressione anatomo-patologica è il
granuloma. Inoltre, è probabile una predisposizione genetica dei soggetti con
aplotipo HLA-DPB1, con un glutammato in posizione 69 della catena beta.
Che prognosi ha la berilliosi?
La
berilliosi acuta può essere molto pericolosa, tuttavia, anche in questo caso si può avere un recupero completo ma, naturalmente, la
prognosi è legata alla
durata dell’esposizione al berillio.
La berilliosi potrebbe presentarsi in
forma cronica, comportando delle notevoli difficoltà respiratorie progressive nel tempo.
Che frequenza ha?
La berilliosi è una patologia piuttosto rara che si presenta soltanto in soggetti che sono venuti in contatto con il berillio, usato in campo elettronico, ceramico e nella preparazione di leghe dentali.
Come si diagnostica la berilliosi?
La comparsa dei sintomi e il lavoro in ambienti a rischio devono allarmare, tanto da contattare un medico.
Un
esame delle funzionalità polmonari, per mezzo dello stetoscopio, è fondamentale. Altri esami più approfonditi, come la
biopsia, si rendono necessari per la conferma della
diagnosi di berilliosi cronica.
Per chi lavora in ambienti a rischio, sono necessari test del sangue per valutare la sensibilità al berillio.
Inoltre, l’
esame spirometrico permette di evidenziare un deficit restrittivo o misto con riduzione della diffusione alveolo-capillare; si può differenziare dalla
sarcoidosi con il test di “trasformazione linfocitaria".
Come si cura la berilliosi?
Sino ad ora non esiste una
terapia sicuramente efficace per il trattamento della berilliosi cronica.
La prevenzione e, quindi, una minore esposizione al berillio è la soluzione migliore. Una volta che la patologia è comparsa si può tenere sotto controllo con:
-
Corticosteroidi.
- Sostegni per la respirazione.
- Una terapia a base di infliximab è in fase di studio.