Molti genitori conoscono e temono la sindrome nota come “morte nella culla”, ovvero SIDS, dal nome anglosassone Sudden Infant Death Syndrome, che colpisce inspiegabilmente bambini sani entro il primo anno di età, e ha un’origine sconosciuta.
Cause della SIDS
Non è semplice valutarne le cause certe. Recentemente, alcuni studi hanno associato la sindrome ad anomalie della porzione del cervello che controlla i movimenti automatici della respirazione, e hanno individuato una serie di fattori di rischio, sia di natura fisica, variabili da bambino a bambino, che ambientale, che possono innalzare il rischio di SIDS.
Fattori di rischio fisici per la SIDS
- Mancato completamento dello sviluppo del cervello. La SIDS, infatti, colpisce più facilmente bambini nati prematuri o sottopeso alla nascita.
- Infezioni delle vie respiratorie. Alcuni bambini morti per SIDS avevano avuto, precedentemente, un raffreddore. Questo lascia supporre un evento dovuto a problemi delle vie respiratorie.
Fattori di rischio ambientali per la SIDS
I fattori ambientali sono soprattutto relativi al luogo dove il bambino dorme. Innanzitutto, la posizione. Il neonato deve dormire in posizione supina, a pancia in su, perché dormire in posizione laterale o a pancia in giù può far aumentare le difficoltà respiratorie. Il letto, inoltre, non deve essere morbido o cedevole, e il bimbo non deve avere cuscini o coperte che possano, con i movimenti, coprire il viso e rendere più difficoltosa la respirazione. Per lo stesso motivo è sconsigliato dormire nel letto con i genitori.
Il periodo di maggiore vulnerabilità è tra il secondo e terzo mese di vita, e i maschietti sono più vulnerabili. La storia familiare è inclusa tra i fattori di rischio e, sebbene la SIDS possa colpire tutti i neonati, studi americani hanno rivelato una maggiore incidenza tra gli afroamericani, gli indiani e gli Inuit dell’Artico, anche se non sono stati trovate possibili spiegazioni.
Origine neuro fisiologica della morte improvvisa del neonato
Uno studio, effettuato da ricercatori del Boston Children’s Hospital, recentemente pubblicato sulla rivista Pediatrics, ha ipotizzato che ci sia un difetto cerebrale alla base della SIDS. Lo studio, effettuato su 71 neonati deceduti tra il 1995 e il 2008, ha trovato in tutti i casi esaminati alterazioni nei livelli di diversi neuro-trasmettitori cerebrali, come la serotonina, la dopamina, il 5H-triptofano e i recettori Gaba – acido y-aminobutirrico.
Queste sostanze controllano respirazione, ritmo cardiaco, pressione e temperatura. Quando funzionano correttamente ci avvisano di situazioni critiche, come, ad esempio, se respiriamo troppa anidride carbonica o il corpo diventa troppo caldo, inducendo il risveglio. Nei bambini deceduti per SIDS, le alterazioni di queste sostanze impediscono l’invio dei segnali di pericolo e il conseguente risveglio, portando alla morte.
Quali altre ricerche sono in atto
Gli studi più seguiti, oltre ad approfondire le cause di sofferenza cerebrale, riguardano il cosiddetto modello del “rischio triplo”. Secondo altri studi, le cause della SIDS vanno ricercate in anomalie genetiche.
Il “Triple-Risk Model”
È così chiamato perché i ricercatori ritengono che la SIDS sia la conseguenza di 3 fattori di rischio:
- Vulnerabilità del neonato
- Criticità nello sviluppo nei primi mesi di vita
- Fattori di stress esterno
Vulnerabilità del neonato
Partendo dai risultati degli studi fin qui effettuati, si ritiene che alcuni bambini nascano con anomalie nello sviluppo cerebrale non rilevabili diagnosticamente che, in presenza degli altri due fattori di rischio, espongono al rischio SIDS.
Criticità dello sviluppo nei primi mesi
Nel corso dei primi 6 mesi di vita, lo sviluppo porta a una serie di notevoli cambiamenti del bambino. Alcuni di questi cambiamenti sono evidenti, come la crescita e i diversi ritmi sonno-veglia, altri non lo sono e riguardano pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione e temperatura. Il ritmo veloce delle variazioni metaboliche può avere effetti destabilizzanti su un bambino che, per quanto detto prima, è già vulnerabile.
Fattori di stress esterni
In un bambino sano, fattori esterni negativi come dormire in posizione sbagliata, l’aria poco salubre o il fumo passivo e l’insorgere di patologie respiratorie anche lievi, non costituiscono un problema, ma, in un bambino che presenta le problematiche descritte in precedenza, possono aumentare considerevolmente il rischio di SIDS.
Fumo del genitore: può influire?
Tutti gli scienziati ritengono che il fumo sia un importante fattore di rischio per la SIDS. A confermarlo anche uno studio prospettico che ha esaminato 2.000 casi di bambini deceduti per SIDS tra il 1989 ed il 1992, coinvolgendo i genitori e i familiari conviventi.
A tutti è stato chiesto se erano fumatori e quante sigarette fumavano, mediamente, in casa. Alle mamme se avevano fumato, e in quale quantità, durante la gravidanza. Lo studio ha dimostrato una evidente correlazione tra fumo e rischio SIDS. Il rischio è influenzato e aumentato sia durante la gravidanza, soprattutto se la mamma è fumatrice, sia dall’ambiente in cui vive il neonato.
Lo studio ha trovato un rapporto di proporzionalità diretta perché il rischio SIDS aumenta con l’aumentare della quantità di sigarette fumate nell’ambiente dove il piccolo vive ed in quelli circostanti.
Prevenire la morte nel sonno del neonato
In America, esistono dal 2011 le linee guida per la prevenzione della SIDS emesse dall’Accademia Pediatrica, ed è attiva una apposita campagna detta “Back to sleep”, cioè dormire sulla schiena. Molti genitori sono ancora oggi convinti che la miglior posizione per il sonno del neonato sia quella prona, a pancia in giù, per evitare problemi di rigurgito e favorire un sonno più profondo.
In realtà, quella è la posizione considerata più pericolosa per il rischio SIDS, soprattutto se il neonato dorme molto profondamente e senza risvegliarsi. I pediatri consigliano di far dormire i bambini a pancia in su, sopra un materasso rigido e senza cuscino. Anche i rischi di rigurgito, al contrario di quanto comunemente creduto, sono minori se il bambino dorme in questa posizione.
Linee guida per prevenire il rischio SIDS
- Usare un materasso rigido: in questo modo il viso del bimbo è libero da affossamenti e non rischia il soffocamento.
- Eliminare cuscini e peluche: possono scivolare sul viso del piccolo. Inoltre, i tessuti che li compongono trattengono polvere e possono causare irritazioni alle vie aeree, altro fattore di rischio per la morte improvvisa.
- Non scaldare troppo l’ambiente: la temperatura ideale va mantenuta tra i 19-20°C. Temperature più elevate favoriscono le apnee notturne. Per lo stesso motivo è bene non coprire troppo il piccolo. Anche in inverno, una tutina in cotone e una copertina sono più che sufficienti.
- Non fumare: l’effetto tossico di nicotina e prodotti della combustione impedisce lo sviluppo completo dell’apparato respiratorio del bambino. I piccoli nati da madri fumatrici incorrono più di frequente nella SIDS.
- Non dormire nello stesso letto: la SIDS, secondo gli esperti americani, è associata al co-sleeping, cioè al dormire nello stesso letto con i genitori o i fratellini. Infatti, i genitori o i fratellini possono, senza volerlo, impedire la normale respirazione del piccolo. È invece possibile porre il piccolo nella sua culla, vicino al letto dalla parte della mamma.
- Offrire il ciuccio: la conformazione del succhietto nella bocca consente di aver sempre ben aperte le vie respiratorie.
- Allattamento al seno: i piccoli allattati al seno sta sono i meno colpiti dalla SIDS. Anche se questo non vale per le mamme fumatrici.
I paraurti nelle culle: una minaccia per il bambino
Per garantire un sonno sicuro ai neonati, oltre a tutti i consigli di prevenzione dati dalle società pediatriche, pare che sia importante evitare paraurti posizionati all’interno delle culle dei piccoli. Secondo l’American Academy of Pediatrics, infatti, i paraurti di protezione rappresentano un potenziale rischio di soffocamento, strangolamento o di intrappolamento, perché i bambini non hanno le capacità motorie o la forza per rigirare le testa non appena qualcosa ostacola il loro respiro.
Uno studio, pubblicato nel 2007 dal Journal of Pediatrics, ha esaminato sulla base di informazioni fornite dalla Consumer Product Safety Commission (CPSC) i casi di morte sospetta per paraurti, dal 1985 al 2005. I ricercatori hanno trovato rapporti di medici legali di 27 morti accidentali di bambini da 1 mese a 2 anni, attribuite a soffocamento a causa di paraurti imbottiti.
Insomma, un consiglio in più per stare sereni, seguendo le linee guida che possono davvero prevenire la sindrome e salvare la vita a un bambino.