La fine di un'amicizia non prevede un protocollo da seguire: ecco perché ci fa così male

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Febbraio, 2025

Due amiche arrabbiate sedute vicine a braccia conserte appoggiate a un letto

La fine di un'amicizia può essere un'esperienza dolorosa, tanto da farci sentire un vero e proprio fallimento.

Vediamo perché spesso si tratta di un momento ancora più delicato della fine di una relazione.

Diciamoci la verità: quando finisce un’amicizia non sappiamo come reagire

Durante sessione del gruppo di sviluppo personale della docente di Psicologia Sonja Falck è emerso un tema comune tra i partecipanti tra i 20 e i 30 anni: la fine di un'amicizia. 

Molti hanno raccontato storie sorprendentemente simili su come sono stati lasciati da un amico e la dinamica sembra essere sempre la stessa: tutto apparentemente andava bene, poi arriva un messaggio lungo e inaspettato in cui l'amico spiega di essere infelice e di voler interrompere la relazione.

Quando siamo bambini, i nostri legami più importanti sono quelli con i genitori o chi si prende cura di noi. Ma crescendo, durante l'adolescenza, le cose cambiano.

La psicoterapeuta evidenzia che è come se fossimo programmati per diventare adulti indipendenti: il nostro bisogno di trovare qualcuno di cui fidarci e con cui condividere la nostra intimità si sposta dai genitori a un partner romantico o a un amico del cuore; le ragazze, ad esempio, spesso si confidano di più con le amiche che con i familiari.

Miriam Kirmayer, terapista clinica specializzata in amicizie tra giovani adulti e adulti, spiega che è del tutto normale provare un mix di emozioni contrastanti, come se fossimo sopraffatti da un'ondata di ricordi e sensazioni positive legate al rapporto che si è interrotto.

Le amicizie, infatti, possono essere legami profondi e duraturi, a volte persino più intensi delle relazioni sentimentali; a differenza di queste ultime, non sono vincolate da fattori esterni come le aspettative familiari, la presenza di figli o le questioni economiche.

Questi elementi, infatti, che spesso ci tengono legati a un partner anche quando la relazione è in crisi, non esistono nel contesto amicale.


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Di conseguenza, quando un'amicizia finisce, la perdita può essere ancora più dolorosa perché sentiamo di aver perso un legame puro, basato sulla condivisione e sull'affetto reciproco.

"Spesso pensiamo che le amicizie finiscano per un grande tradimento, una sorta di colpo di scena che rompe il legame", spiega Kirmayer. "In quei casi è facile capire perché è finita e magari anche parlarne con l'amico.”

Però, la maggior parte delle volte, le amicizie si sgretolano senza un reale motivo: non c'è un litigio, un evento preciso; semplicemente, ci si allontana un po' alla volta.

A volte per motivi esterni, come la distanza o vite diverse, altre volte perché uno dei due, o entrambi, si sono comportati male, magari senza nemmeno rendersene conto (fenomeno spesso definito quiet quitting).

Qui nasce il problema: quando un'amicizia è in bilico, non sappiamo mai se sia il caso di parlarne con l'altro. E se decidiamo di farlo, non sappiamo cosa dire.

"Così, ci ritroviamo spesso feriti e confusi", continua Kirmayer. "Non sappiamo come affrontare queste situazioni, sia che la cosa venga gestita male, sia che ci colga di sorpresa. Non abbiamo un manuale di istruzioni per le rotture di amicizie".

Dato che le rotture di amicizie non sono un argomento di cui si parla spesso come quelle romantiche, chi le vive si sente solo e pensa di essere l'unico a lottare per mantenere in piedi un'amicizia.

E invece di cercare supporto e consiglio in altri amici, si tende a tenere tutto per sé, il che può portare a un senso di isolamento ancora maggiore.

Amicizia VS amore: le regole sono diverse, e spesso non le conosciamo nemmeno

Marni Feuerman, psicoterapeuta, ha messo in luce una differenza fondamentale tra le amicizie e le relazioni sentimentali, una differenza che può rendere le rotture di amicizia particolarmente dolorose.

Nelle relazioni sentimentali le aspettative sono spesso molto chiare: le coppie si definiscono "fidanzati", "sposati" o usano altre etichette che indicano il loro livello di impegno.

Nelle amicizie, invece, le cose sono molto più sfumate: non ci sono definizioni formali o "titoli" che indichino cosa ci si aspetta l'uno dall'altro; ecco perché si possono creare situazioni in cui gli amici hanno idee molto diverse su cosa significhi essere amici, il che può contribuire a una rottura.

Secondo Feuerman uno dei motivi per cui è così difficile elaborare una rottura di amicizia è proprio questa mancanza di comunicazione: spesso gli amici non esprimono apertamente i propri bisogni o aspettative per paura di essere rifiutati; di conseguenza, un amico che si sente insoddisfatto può allontanarsi gradualmente, senza spiegazioni, lasciando l'altro amico confuso e ferito.

Inoltre, quando una relazione finisce è piuttosto comune che le persone coinvolte si confrontino sulle modalità della rottura; si cerca di capire se si potrà rimanere amici, se è meglio interrompere ogni contatto o se ci si limiterà a un saluto formale in caso di incontri casuali; un chiarimento meno frequente quando a finire è un'amicizia.

Ci si chiede se si continuerà a comunicare in determinate situazioni, se si è disposti a vedersi in contesti di gruppo con amici in comune; quando queste domande rimangono senza risposta, possono nascere situazioni imbarazzanti, o peggio, un dolore profondo in quell'amico che si sente ignorato e abbandonato senza una spiegazione.

Quando finisce una relazione sentimentale, abbiamo sempre la possibilità di "rimetterci in gioco" attraverso le app di incontri o grazie all'aiuto di amici e conoscenti; con le amicizie, soprattutto quelle più profonde e durature, è diverso: il vuoto che lasciano è difficile da colmare e la loro perdita può essere altrettanto luttuosa di quella di un partner.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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