Sostenibilità e etica ambientale rappresentano una componente cruciale nella relazione tra uomo e natura, promuovendo un comportamento rispettoso e responsabile nei confronti dell'ambiente; tale approccio non solo aumenta la consapevolezza dell'impatto delle nostre azioni, ma incoraggia anche un senso di responsabilità collettiva e individuale verso il mondo naturale.
Ne abbiamo parlato con Benedetta Sala, naturalista che si occupa in particolare di Educazione Ambientale attraverso la progettazione e la realizzazione di laboratori per bambini e adulti, formazioni e consulenze online relative al mondo delle Scienze Naturali, della montagna e della comunicazione sostenibile.
Dal 2021 ha aperto un blog e una pagina Instagram – @duepassiinnatura – in cui fa divulgazione scientifica toccando diversi temi, come la montagna, l'Outdoor Education, i cammini e il minimalismo, con lo scopo di abituare le persone ad avere una visione biocentrica.
Ecco le domande che abbiamo deciso di rivolgerle su questo argomento.
Quali sono i princìpi fondamentali dell’ecologia?
L’ecologia è quella disciplina scientifica che studia il funzionamento della natura, prendendo in considerazione l’ambiente inorganico e organico, approfondendo le relazioni che ci sono tra loro e le condizioni ambientali che li caratterizzano.
È, quindi, importantissimo parlare di ecologia nel 2024, dopo aver vissuto una pandemia e in un momento storico in cui si sente parlare di cambiamento climatico all’ordine del giorno.
Questo tema, infatti, permette di avere gli strumenti necessari per comprendere l’ambiente con cui abbiamo a che fare, fornendo un quadro generale e mostrandoci la relazione che intercorre anche tra uomo e natura.
Avere un approccio ecologico e, come viene ultimamente definita, una visione biocentrica, permette di vedere le cose da un altro punto di vista: ogni cosa è collegata, tanto che “il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo”, come suggerito dal cosiddetto “effetto farfalla” della teoria del caos.
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Focalizzarsi sull’esistenza di concetti come il mantenimento della biodiversità, l’importanza dei servizi ecosistemi e dei benefici sul lungo termine, l’impatto ambientale che la specie umana ha sulla natura, è la chiave per poter continuare a praticare tutto lo sport e le attività outdoor che tanto amiamo senza essere una fonte di disturbo.
Come? Gli esempi sono tantissimi, e seguire i 7 principi del “Leave No Trace” è un buonissimo inizio.
Ce ne puoi parlare?
Fondato negli Stati Uniti negli anni ‘80, il LNT viene ora utilizzato come uno standard per la sostenibilità ambientale e i 7 principi di cui è formato hanno l’obiettivo di preservare l’ambiente, mantenerlo integro e naturale, riducendo il nostro impatto e i danni derivanti dalle nostre attività.
Sono delle vere e proprie linee guida che aiutano a entrare in un’ottica biocentrica, a goderci le nostre uscite in natura senza essere fonte di disturbo.
Eccoli:
- pianificare in anticipo: come in tutte le cose, programmare un’uscita al meglio permette di conoscere il luogo in cui si vorrà andare, normative comprese. Ad esempio: l’esistenza di una Riserva Naturale, la possibilità di avere incontri con animali selvatici, la presenza o meno di strutture ricettive. Pianificando l’attività sarà più semplice gestire imprevisti e, oltre ad essere più sostenibili, si correranno meno rischi;
- viaggiare e campeggiare su superfici resistenti: quando si cammina, si viaggia o si campeggia, è bene ricordarsi di non uscire dai sentieri e di scegliere la postazione più giusta, non solo quella più comoda, ma anche quella meno impattante per l’ambiente. Guardarsi intorno, evitare le zone umide e i prati ricchi di biodiversità e, magari, specie protette. Oltre ad evitare scomode sanzioni, ci si potrà godere un’esperienza unica senza lasciare traccia;
- smaltire i rifiuti in modo corretto: come ho già accennato prima, è fondamentale lasciare ogni luogo così come lo si è trovato o, se qualcuno in precedenza non ha fatto lo stesso, pulirlo al meglio. In mancanza di servizi igienici, per i bisogni fisiologici si dovrebbe scavare una buca lontano da fonti d’acqua;
- lasciare ciò che si trova: evitare di strappare fiori, rami, di toccare animali e portare via rocce e minerali. È importante lasciare ogni cosa come la si è trovata, non fare modifiche;
- accendere fuochi solo dove è consentito, e se proprio non si può farne a meno;
- rispettare la fauna selvatica: osservare gli animali selvatici è un’esperienza unica e indimenticabile che dona una connessione biofilica con la natura che non è possibile vivere tutti i giorni. Osservare da lontano, senza disturbo, non toccando e studiando i comportamenti che si devono avere in caso di incontro;
- rispettare gli altri visitatori: ricordarsi di avere rispetto per le altre persone dovrebbe essere la base portante di una comunità e lo si dovrebbe mettere in pratica anche durante le attività in natura. Ad esempio: tenere il cane al guinzaglio è un segno di rispetto per chi frequenta il nostro stesso sentiero e potrebbe averne paura; mantenere un tono di voce basso per non disturbare chi si vuole godere la pace del bosco; evitare di mettere musica a tutto volume durante un pic-nic se vicino a noi c’è qualcun altro.
Come influisce l’etica sul modo in cui le persone si comportano quando sono in contatto con l’ambiente naturale?
L’educazione ambientale è la chiave perfetta per poter gestire e comprendere i nostri atteggiamenti quando siamo in contatto con la natura, perché alla sua base c’è l’etica ambientale.
Proviamo a pensare a questi concetti e soprattutto a quanto possedere ciascuno di essi ci renda delle persone migliori:
- consapevolezza;
- responsabilità;
- rispetto;
- senso di comunità.
L’etica ambientale aumenta la consapevolezza delle persone riguardo l’impatto delle loro azioni sull’ambiente; questa porta ad un senso di responsabilità personale e collettiva nei confronti del mondo, spingendo gli individui ad avere naturalmente maggior rispetto per sé stessi, per gli altri, per l’ambiente.
Ad esempio, chiamare e conoscere fiori o animali appena scoperti con il loro nome, scoprire i dettagli più curiosi e rispondere ai perché con impegno e dedizione, permette di proteggere il dettaglio che si è appena scoperto.
Distinguere una limaccia da una chiocciola, un tasso da una puzzola e un cervo da un capriolo, ragionare sul loro nome e sulle caratteristiche specifiche di ognuno consente di:
- iniziare ad avere una mentalità biocentrica;
- farsi delle domande e provare a trovare da soli delle risposte;
- sviluppare il metodo scientifico;
- porli al pari degli animali che stanno osservando, anche quando il protagonista è un minuscolo porcellino di terra.
“Conoscere per proteggere” è il motto che sto cercando di diffondere e permette di riscoprire quell’etica ambientale che tutti abbiamo, ma che spesso, da grandi, ci dimentichiamo.
Ritornare ad avere curiosità e interesse per le piccole cose permette ai turisti di frequentare l’ecosistema montano e marino con uno sguardo nuovo, ricercare meno comodità e più autenticità, prestare attenzione a non recare disturbo, a non lasciare tracce.
Come possono essere gestiti in modo sostenibile i rifiuti prodotti durante le attività all’aperto?
Avere una visione biocentrica ed entrare nell'ottica del “noi siamo natura” cambia completamente il nostro pensiero, rivoluzionando anche il modo in cui ci si prepara per le attività all’aperto.
Quando si riesce ad acquisire un buon livello di consapevolezza, si potrà notare che lo zaino con cui si andrà in montagna sarà più leggero e il pic-nic non avrà più materiali usa e getta come pellicole e carte varie.
Entrare in quest’ottica diminuisce di gran lunga il numero di rifiuti che si producono.
Altre accortezze sono davvero semplici e facili da applicare, basta solo un po’ di organizzazione e conoscenza, e si basano sulle cosiddette 3 R della sostenibilità:
- ridurre;
- riutilizzare;
- riciclare.
Se si fuma, ad esempio, potrebbe essere utile acquistare un porta mozziconi da portare in viaggio.
Anche i rifiuti organici – deiezioni, resti di frutta, verdura o altro cibo – non andrebbero mai lasciati nell’ambiente naturale.
Portare un kit da cucito e attrezzatura per riparare vestiti e oggetti: questo aiuterà ad affrontare gli imprevisti, trasformare un oggetto e renderlo di nuovo funzionale piuttosto che buttarlo.
Prediligere contenitori riutilizzabili invece dell’usa e getta, ad esempio:
- borse in stoffa;
- borracce e camel bag;
- contenitori per il cibo;
- fogli in cera d’api.
La motivazione che sta alla base di questi consigli è semplice, ma spesso ignorata: fuori dalle mura di casa ci sono altre persone e altri animali, non buttare nulla per terra è una questione di rispetto reciproco.
Ogni nostro rifiuto può creare seri danni all’ambiente , può essere ingerito, può abituare gli animali selvatici alla nostra presenza, portare malattie e promuovere la diffusione di parassiti - vale anche per le feci dei nostri cani.