Alcune giornate, lavorative o meno, si rivelano poco produttive, perché tutto ciò che ci circonda finisce per rappresentare una distrazione.
Analizziamo le possibili cause della distraibilità, le sue conseguenze sulla salute mentale e le strategie più efficaci suggerite da alcuni esperti per ritrovare la concentrazione.
Distrazione continua: perché ci succede?
La difficoltà a mantenere la concentrazione su un compito è un'esperienza comune e frustrante: è come se la nostra mente avesse una vita propria, portandoci continuamente fuori strada dai nostri obiettivi.
Vediamo di seguito alcuni dei fattori che ci portano a non essere concentrati:
- funzionamento del cervello: il nostro cervello è naturalmente predisposto a cercare novità e stimoli. questo meccanismo, che un tempo ci serviva per sopravvivere, oggi può portarci a essere distratti da qualsiasi notifica o suono;
- multitasking: cerchiamo di fare troppe cose contemporaneamente, dividendo la nostra attenzione su diversi compiti. Il sovraccarico cognitivo che ne deriva rende difficile concentrarsi su un obiettivo solo;
- stress e ansia: quando siamo stressati o ansiosi, la nostra mente tende a vagare, portandoci a preoccuparci del futuro o a rimuginare sul passato;
- noia: se un compito è noioso o poco stimolante, è più facile lasciarsi distrarre da qualsiasi cosa attiri la nostra attenzione;
- mancanza di sonno: la privazione del sonno influisce negativamente sulla nostra capacità di concentrazione;
- tecnologia: smartphone, social media, email e notifiche costanti creano un ambiente altamente stimolante;
- ambiente di lavoro: un ambiente di lavoro rumoroso, disorganizzato o con molte interruzioni;
- multitasking digitale: utilizzare più dispositivi contemporaneamente (computer, smartphone, tablet) aumenta la probabilità di essere distratti da notifiche o contenuti irrilevanti.
Vi sono persone più propense a distrarsi? Le persone con ADHD, come spiega la psicologa clinica Abigail Levrini, spesso incontrano difficoltà nelle funzioni esecutive, come organizzare le attività, rispettare le scadenze e prendere decisioni.
"Pensa a un cervello con ADHD come a un CEO davvero assonnato che riesce a malapena a tenere gli occhi aperti per fare il suo lavoro”, dice la specialista.
La psicologa clinica Jessica Stern illustra, inoltre, che quando si soffre di ansia tutto sembra concentrarsi nella nostra mente e diventa difficile lavorare o parlare con gli altri quando siamo presi dai nostri pensieri, perché spesso ci portano a ripensare al passato o a preoccuparci del futuro.
Questa continua preoccupazione, infatti, ci distrae e ci fa sentire stanchi, impedendoci di concentrarci come vorremmo.
Infine, come afferma lo psicologo Carey Heller, specializzato nel trattamento dell'ADHD, un carico eccessivo di responsabilità e una scarsa qualità del sonno possono interferire con la nostra abilità di mantenere l'attenzione e di portare a termine i compiti.
Alcuni suggerimenti per provare a essere meno distratti
Ecco alcune strategie efficaci per ottimizzare la concentrazione e ridurre le interferenze ambientali:
Ambiente tranquillo e con pochi stimoli
Stern sottolinea l'importanza di creare un ambiente di lavoro privo di distrazioni per migliorare la concentrazione.
Che si tratti di notifiche del telefono, conversazioni rumorose o un numero eccessivo di schede aperte sul computer, ogni elemento che cattura l'attenzione può ostacolare la nostra capacità di focalizzarci su un compito.
Sgombrare la mente
Stern spiega che quando siamo sopraffatti dalle preoccupazioni, è difficile concentrarsi; per gestire l'ansia e migliorare la concentrazione suggerisce di dedicare del tempo ad attività che ci rilassano e ci distraggono dai pensieri negativi.
Ad esempio, una passeggiata all'aria aperta, ascoltare musica o scrivere un diario possono essere strumenti utili per calmare la mente.
Risolvere questioni in sospeso
Heller osserva che a volte, quando siamo distratti da un pensiero ricorrente, come una preoccupazione legata a una questione assicurativa, la soluzione più efficace può essere quella di affrontare il problema direttamente.
Risolvendo la questione, liberiamo la nostra mente dalle preoccupazioni e possiamo tornare a concentrarci sul compito che avevamo interrotto.
Scrivere gli impegni su carta
Heller suggerisce che creare una lista delle cose da fare (la classica "to-do list") è un ottimo modo per trasformare un'enorme massa di compiti in una serie di piccoli passi gestibili: aiuterà a ridurre lo stress e a sentirti più in controllo della situazione.
Collegare un risultato ottenuto a obiettivi e premi
La mancanza di interesse per un compito può renderci facili prede delle distrazioni.
Heller spiega che collegare l'attività che stiamo svolgendo a un obiettivo più ampio può aiutarci a trovare la motivazione necessaria per portarla a termine.
Inoltre, sottolinea che un modo efficace per affrontare la noia e aumentare la produttività è quello di creare un incentivo: promettendosi una ricompensa alla fine di un compito, si avrà una ragione in più per concentrarsi e portarlo a termine.
Eliminare le distrazioni e ricominciare
Levrini consiglia di utilizzare gli esercizi di radicamento (due esempi sono la tecnica 5-4-3-2-1 e la pratica del rilassamento muscolare) come un reset mentale quando ci ritroviamo distratti da notifiche o pensieri intrusivi; queste tecniche ci aiutano a riconnetterci con il momento presente e a focalizzare l'attenzione sul compito che abbiamo di fronte.
Procedere per step
Stern osserva che quando un compito ci sembra troppo grande e complesso può essere utile iniziare da una piccola parte: in questo modo potremo ottenere rapidamente dei risultati e aumentare la fiducia nelle nostre capacità di portare a termine il compito.