Disturbo Evitante di Personalità: sintomi e trattamenti

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Agosto, 2024

Ragazza con psicologo durante una seduta

La personalità evitante si caratterizza da un profondo timore del rifiuto, delle critiche e del giudizio altrui.

Questo porta chi soffre del Disturbo Evitante di Personalità a ritirarsi dalle relazioni sociali e a vivere in un isolamento emotivo e fisico.

Vediamo di seguito una panoramica su questo disturbo.

Caratteristiche della personalità evitante

Il Disturbo Evitante di Personalità è caratterizzato da un modello pervasivo di inibizione sociale, ipersensibilità al giudizio negativo e inadeguatezza.

Si tratta di un disturbo meno studiato rispetto ad altri (fonte) appartenenti alla categoria dei disturbi di personalità.

Le persone con questo disturbo evitano le relazioni strette e le situazioni sociali per paura di essere criticate, rifiutate o umiliate.

Ecco alcune delle caratteristiche principali:

  • intensa paura del rifiuto, della critica o del giudizio: hanno un'estrema paura di essere valutate negativamente dagli altri. Questa paura può essere così intensa da portarle ad evitare completamente le situazioni sociali, anche quelle innocue;
  • problemi con le relazioni strette: temendo l'intimità e la vulnerabilità, le persone con questo disturbo tendono ad evitare le relazioni strette. Possono avere pochi o nessun amico stretto e i loro rapporti con i familiari possono essere distanti e formali;
  • eccessiva valutazione del sé: spesso hanno un'immagine di sé negativa e si vedono come inferiori agli altri. Possono credere di non essere degni di essere amati o accettati;
  • sensibilità eccessiva alle critiche: anche le minime critiche o i feedback negativi possono essere percepiti come attacchi personali e provocare grande sofferenza emotiva;
  • desiderio di intimità e accettazione: nonostante la loro paura del rifiuto, desiderano in realtà relazioni strette e accettazione. Tuttavia, la loro paura le porta ad allontanarsi proprio dalle cose che bramano;
  • esigenza di rimanere nella propria comfort zone: per paura di fallire o di essere giudicate, tendono a evitare di correre rischi o di provare cose nuove. Questo può limitare le loro opportunità nella vita e impedirgli di raggiungere il loro pieno potenziale.

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Oltre a queste caratteristiche principali, le persone con disturbo evitante di personalità possono anche:

  • essere timide e impacciate in situazioni sociali;
  • sembrare distaccate o disinteressate agli altri;
  • avere difficoltà ad esprimere i propri sentimenti;
  • preferire stare da sole piuttosto che con altre persone;
  • essere facilmente ferite o deluse;
  • avere difficoltà a perdonare gli altri;
  • essere perfezioniste;
  • avere una bassa autostima.

È importante notare che non tutti coloro che hanno alcune di queste caratteristiche hanno un disturbo evitante di personalità.

In caso di dubbi riguardo questo disturbo, è importante parlare con un professionista della salute mentale per ricevere una diagnosi e un trattamento adeguati.

Con un trattamento ad hoc, infatti, le persone con disturbo evitante di personalità possono imparare a gestire la loro paura e sviluppare relazioni più sane e appaganti.

Cause del disturbo di personalità evitante

Si ipotizza che le origini del disturbo evitante di personalità siano il risultato di un intreccio di fattori genetici, psicologici e sociali.

Fattori genetici

Diverse ricerche suggeriscono che questo disturbo possa avere una componente ereditaria.

Ad esempio, è stato osservato che il Disturbo Evitante di Personalità e il Disturbo d'Ansia Sociale (o fobia sociale) condividono alcune vulnerabilità genetiche.

Questa somiglianza indica che alcuni tratti o una predisposizione alle condizioni ansiose potrebbero essere trasmessi all'interno delle famiglie.


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Tuttavia, è importante sottolineare che la genetica non è l'unico fattore che influenza lo sviluppo del DEP, che non sono stati rilevati marker genetici di predisposizione allo sviluppo del disturbo, e che la trasmissione di tratti evitanti e ansiosi all’interno delle famiglie non ha a che fare esclusivamente con l’ereditarietà genetica, ma anche con l’acquisizione di modelli di comportamento osservabili.

Fattori psicologici

Persone con tratti di personalità caratterizzati da insicurezza, ipersensibilità alle critiche e bassa autostima sono più propense a sviluppare il DEP.

Fattori sociali

Esperienze negative durante l'infanzia, come abusi fisici o psicologici, rifiuto o emarginazione da parte dei coetanei possono condizionare lo sviluppo di questo disturbo, creando una marcata sensibilità al giudizio altrui e un profondo desiderio di accettazione.

Le ricerche condotte in questo ambito suggeriscono che, in particolare, storie di abuso e trascuratezza in tenera età possono aumentare la vulnerabilità al DEP, ostacolando la formazione di una sana immagine di sé e delle relazioni interpersonali.

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Inoltre, esperienze di rifiuto o isolamento durante l'infanzia e l'adolescenza possono rinforzare la paura del giudizio e l'evitamento delle interazioni sociali, creando un circolo vizioso che alimenta il disturbo.

La comprensione di queste cause è fondamentale per la definizione di un trattamento efficace e personalizzato, che aiuti le persone con DEP a superare le loro paure e costruire relazioni sane e gratificanti.

È importante specificare che non tutti coloro che hanno avuto esperienze infantili negative o che presentano una storia familiare in grado di far pensare a una propensione allo sviluppo del DEP svilupperanno il disturbo in maniera certa..

Patologie correlate al disturbo di personalità evitante

Il disturbo evitante di personalità (DEP) è spesso accompagnato da altre condizioni di salute mentale.

Tali condizioni in comorbilità possono peggiorare i sintomi e rendere più difficile il trattamento.

Alcune delle comorbilità più comuni del DEP includono:

Disturbi d'ansia

I disturbi d'ansia più comuni che si verificano con il DEP sono il disturbo di panico e il disturbo d'ansia sociale.

Le persone con disturbo di panico possono avere attacchi di panico improvvisi e intensi caratterizzati da battito cardiaco accelerato, sudorazione, fiato corto e sensazione di sfinimento o morte imminente.

Le persone con disturbo d'ansia sociale provano un'ansia intensa e un imbarazzo nelle situazioni sociali. Possono evitare situazioni che ritengono li faranno sentire giudicati o imbarazzati.

Disturbo depressivo maggiore

Si tratta di un disturbo del dell'umore che provoca, tra le altre cose, tristezza persistente e perdita di interesse per le attività.

Altri sintomi del disturbo depressivo maggiore possono includere cambiamenti nell'appetito, nel sonno e nei livelli di energia, difficoltà di concentrazione, sentimenti di inutilità o colpa e pensieri di morte o suicidio.

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Disturbo di personalità dipendente

È caratterizzato da un bisogno eccessivo di essere accuditi.

Le persone con disturbo di personalità dipendente possono sentirsi indifese e sole se non sono in una relazione stretta.

Possono anche essere molto compiacenti e avere difficoltà a prendere decisioni da sole.

Disturbo ossessivo-compulsivo

Il DOC è caratterizzato da pensieri ripetitivi e indesiderati, ossessioni e compulsioni, vale a dire azioni o rituali che una persona compie per ridurre l'ansia causata dalle ossessioni.

Le ossessioni comuni includono la paura di germi, lo sporco o il pericolo, mentre le compulsioni comuni includono lavarsi le mani, controllare le cose o contare.

Disturbo di personalità borderline

Il disturbo di personalità borderline è caratterizzato da instabilità emotiva e immagine di sé, relazioni instabili e comportamento impulsivo.

Le persone con disturbo di personalità borderline possono talvolta mettere in atto comportamenti pericolosi o di automutilazione.

Se si ritiene di avere un DEP o un'altra condizione di salute mentale, è importante cercare un aiuto professionale.

Terapia per il disturbo evitante di personalità

Il trattamento più indicato ed efficace è la psicoterapia, che può aiutare nella gestione dei sintomi, nella modifica degli schemi di pensiero e nei pattern comportamentali associati al disturbo, migliorando in questo modo la qualità della vita.

In alcuni casi possono essere utili anche i farmaci, ma non rappresentano un sostituto della psicoterapia e sono generalmente utilizzati solo in combinazione con essa. 

Tali farmaci dovrebbero ridurre la percezione ansiosa, così da rendere l’individuo meno propenso a evitare le situazioni di vita che gli causano ansia.

Approcci psicoterapeutici

Ecco tre esempi di approcci terapeutici risultati generalmente efficaci e i possibili farmaci associati, per contrastare la sintomatologia del disturbo: 

  • terapia cognitivo-comportamentale (TCC): nel caso del DEP, la TCC può aiutare le persone con questo disturbo a sfidare le loro convinzioni sul rifiuto, la critica e l'umiliazione, e a sviluppare abilità sociali e di coping più efficaci; 
  • terapia psicodinamica: si concentra sull'esplorazione delle origini inconsce del DEP, spesso radicate nell'infanzia e nell’adolescenza. Può aiutare le persone a comprendere come le loro esperienze passate influenzano le loro relazioni e il loro comportamento attuali, e a sviluppare modelli di relazione più sani;
  • terapia metacognitiva interpersonale: alcune ricerche hanno dimostrato che può essere un trattamento efficace per il DEP. Può migliorare sintomi come l'ansia sociale, la paura del rifiuto e l'isolamento sociale; al tempo stesso, può accrescere la qualità della vita e il funzionamento sociale.

Farmaci

  • antidepressivi: possono essere utili per il trattamento della depressione oppure, utilizzati off-label, dell'ansia associate al DEP;
  • ansiolitici: possono rappresentare un modo per alleviare i sintomi di ansia a breve termine, come il panico o l'agitazione.

È importante notare che la terapia di intervento deve essere individualizzata in base alle esigenze e alla storia psicologica e clinica di ogni persona.

Un professionista della salute mentale qualificato può aiutare a sviluppare un piano di trattamento adeguato.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr. Alberto Galia
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