Il decluttering ha radici profonde nella filosofia orientale, in particolare nel concetto di “zen” e "non attaccamento" presenti nella religione buddista.
Tali concetti enfatizzano l'importanza della semplicità, della chiarezza mentale e della libertà interiore, spingendo le persone a liberarsi dall'attaccamento agli oggetti materiali.
Il principio è stato poi adattato e modernizzato da esperti di organizzazione e designer per rispondere alle esigenze e alle sfide della vita contemporanea.
Ma come si attua? In quali situazioni può rappresentare un valido alleato?
Scopriamolo in questo articolo.
Decluttering emotivo: di cosa si tratta
La tecnica del decluttering, infatti, consiste nell’eliminare o ridurre gli oggetti inutilizzati o non necessari da un ambiente, come una casa, un ufficio o uno spazio più circoscritto, come un armadio.
Si tratta di un'attività volta a liberare lo spazio da disordine e confusione, consentendo di organizzare meglio gli oggetti rimanenti e di creare un ambiente più ordinato e funzionale. Può comportare la donazione, il riciclo o lo smaltimento di oggetti non utilizzati o non desiderati.
Questa pratica è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, grazie all'interesse per uno stile di vita più semplice e minimalista.
Il decluttering emotivo è una variante del decluttering tradizionale che si concentra non solo sulla rimozione fisica degli oggetti, ma anche sul processo di gestione delle emozioni negative a essi collegate, nonché su ricordi o situazioni particolari della propria vita.
Coinvolge l’esaminare e l’affrontare quelle emozioni che, inconsapevolmente, abbiamo attribuito ad alcuni oggetti che possediamo, con l’obiettivo di decidere se abbiamo l’esigenza di tenerli o liberarcene.
Gli oggetti carichi di significato emotivo potrebbero essere regali ricevuti da persone importanti, souvenir di viaggi passati oppure oggetti associati a ricordi dolorosi, come amicizie finite bruscamente o delusioni d’amore.
L'obiettivo è quello di distanziarsi dalle emozioni negative che possono essere legate a questi oggetti, avendo così la libertà di vivere in un ambiente più sereno e di beneficiare di maggior ordine emotivo e psicologico.
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Questo processo richiede un tempo di auto-riflessione, poiché bisogna capire cosa ci lega agli oggetti che riteniamo “problematici”, ma può portare a un primo punto di svolta per il benessere mentale, perché dà modo di concentrarsi su ciò che è veramente importante e di liberarsi da ciò ci causa stress.
Decluttering di emozioni e oggetti: quando può essere utile
Il decluttering emotivo può essere utile in molte situazioni diverse, tra cui:
Cambiamenti di vita significativi
Eventi come un divorzio, la perdita di una persona o la fine di un amore o un’amicizia possono portare a sentimenti di confusione, tristezza o agitazione.
Questa pratica può aiutare a elaborare tali cambiamenti e a liberarsi degli oggetti che sono diventati simboli di momenti passati o di relazioni passate.
Stress e ansia
Vivere in un ambiente disordinato o circondarsi di oggetti che ci ricordano esperienze negative può contribuire ad aumentare lo stress e l'ansia.
Liberarsi di alcuni oggetti può aiutare a ridurre queste sensazioni, creando uno spazio più tranquillo e sereno.
Sviluppo personale
Il decluttering emotivo può essere parte di un processo più ampio di crescita personale.
Esaminare le emozioni legate ai propri oggetti e imparare a liberarsene, infatti, può favorire la consapevolezza emotiva.
Sperimentare una nuova prospettiva di vita
A volte le persone cercano di abbracciare uno stile di vita più semplice o minimalista, desiderando liberarsi dal superfluo e concentrarsi sulle cose che veramente contano: il decluttering emotivo può essere parte di questo processo di trasformazione personale.
Lavoro su sentimenti di attaccamento e perdita
Affrontare oggetti che rappresentano persone care che non sono più con noi può essere un modo per elaborare il lutto e imparare a vivere con la loro assenza in modo più sereno.
In generale, questa tecnica può essere utile in qualsiasi situazione in cui gli oggetti materiali o le emozioni legate a essi stanno influenzando negativamente il benessere emotivo di una persona.
Bisogna, però, sottolineare che è necessario prendersi il proprio tempo e non affrettare a tutti costi questo processo di consapevolezza.
Ad esempio, nel caso del decluttering emotivo a seguito di un lutto o della fine di una relazione, sarebbe opportuno aspettare di aver superato la fase di elaborazione della morte o della separazione dalla persona amata prima di “lasciar andare” gli oggetti che ci ricordano quel rapporto concluso e che rimarcano un’assenza pesante.
Come attuare il decluttering emotivo
Il decluttering emotivo è un processo complesso e personale, che non ha delle regole universali, ma ci sono alcuni step utili che si possono seguire per realizzarlo:
- auto-riflessione: è opportuno iniziare con una riflessione su quali oggetti all’interno della casa o della vita potrebbero essere associati a emozioni negative o a ricordi dolorosi;
- identificazione degli oggetti significativi: potrebbero essere oggetti regalati da persone importanti, souvenir di viaggi, fotografie o altri cimeli personali legati a esperienze passate;
- analisi delle emozioni: una volta identificati gli oggetti significativi, bisognerebbe dedicarsi a esaminare le emozioni che suscitano in noi. Dovremmo chiederci perché sono importanti e come ci fanno sentire. Occorre riconoscere e accettare le emozioni che emergono durante questo processo;
- decisione consapevole: dopo aver esaminato le emozioni legate agli oggetti, è necessario prendere una decisione consapevole su cosa fare con ciascuno, chiedendosi se contribuisce al benessere emotivo o se invece ci causa stress. Se un oggetto suscita emozioni negative e non aggiunge valore, è consigliabile considerare di liberarsene;
- rimozione o conservazione degli oggetti: si può decidere di liberarsi degli oggetti donandoli, vendendoli o gettandoli via. È anche possibile decidere di conservarli in modo consapevole e organizzato, magari in un luogo speciale dove si possono apprezzare senza provare disagio;
- celebrazione dei progressi: alla fine del processo, bisognerebbe prendersi del tempo per riflettere sui progressi compiuti. È importante riconoscere il coraggio e l'impegno dimostrato nell’affrontare le proprie emozioni e nel liberarsi dagli oggetti che ci trattenevano;
- creazione dello spazio per nuove emozioni: raggiunta una maggiore consapevolezza e concluso il percorso di selezione e rimozione di oggetti associati a situazioni di vita che si vorrebbero superare, arriva il momento adatto per fare spazio a nuove emozioni, nuovi oggetti oppure a una vita minimalista, caratterizzata da ricordi, più che da beni materiali.