I social possono intaccare l’autostima, soprattutto delle persone più fragili. È quanto accadeva anche con la pubblicità e con la stampa, ambienti conformati da canoni e standard che, a lungo andare, si sono trasformati in modelli di massa da seguire. Si tratta di una dinamica complessa, che non possiamo classificare come semplice invidia verso il prossimo, quanto piuttosto come una particolare definizione di felicità.
Per alcuni studiosi, infatti, l’essere umano si ritiene appagato quando ha raggiunto i medesimi obiettivi, per lo più materiali, della sua cerchia di riferimento. In una classe di adolescenti dove tutti hanno lo smartphone, quindi, l’unico a non possederlo sarà profondamente infelice, non tanto per il bene in sé, ma perché tale differenza causa una discriminazione.
Oggi affronteremo questa tematica prendendo spunto dalla ricerca di ExpressVPN, nella quale si evidenziano i “sintomi” di insofferenza di un importante campione di intervistati verso gli eccessi di connessione o di utilizzo di strumenti digitali. Tale sentimento è sfociato in una sorta di minimalismo digitale, per il quale le persone si pongono regole e cambiamenti quotidiani per praticare un distacco consapevole.
Cos’è il minimalismo digitale e cosa spinge le persone a praticarlo?
Il minimalismo digitale è una pratica che prevede una gestione consapevole del tempo e delle risorse spese online, volta a ridurre l'uso eccessivo di dispositivi e applicazioni digitali. Questa tendenza nasce come risposta all’insofferenza crescente verso l'iperconnessione e la saturazione di contenuti digitali, che molti percepiscono come opprimente.
La ricerca sopra citata, in particolare, ha evidenziato che un numero significativo di individui ha iniziato a stabilire dei limiti nell’uso dei social media e degli strumenti digitali, in modo da migliorare l’equilibrio tra vita offline ed online.
L’obiettivo principale del minimalismo digitale, in pratica, è quello di vivere in modo più autentico e intenzionale, riducendo le distrazioni e le pressioni derivanti dal mondo online. Le persone interessate a questo approccio puntano a migliorare il proprio benessere mentale, quindi a ridurre lo stress e a dedicare più tempo alle relazioni interpersonali dal vivo.
Quale correlazione c’è con la salute mentale?
Questo nuovo modo di gestire il proprio rapporto con lo smartphone ha molto a che fare con la salute mentale, perché c’è una forte correlazione tra l’abuso di internet e social media e i disturbi d’ansia e depressione.
Una serie di studi, infatti, suggeriscono che l'uso intensivo dei social può portare a vivere quella che è stata chiamata fear of missing out (FOMO), ovvero la paura di essere esclusi da esperienze significative. Il soggetto si pone in costante confronto con la vita degli altri, vivendo un’escalation di sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione che mineranno l’autostima.
Il minimalismo digitale, per contro, vuole favorire il distacco dalle piattaforme social e dai dispositivi elettronici, quindi agire come sollievo da questi stati di ansia. Grazie a un distacco sereno e consapevole, le persone possono concentrarsi su ciò che è davvero importante per loro, migliorando autostima e benessere psico-fisico. Secondo la Journal of Social and Clinical Psychology, infatti, ridurre l’uso di social network può avere effetti positivi sulla depressione.
Social e depressione: da cosa scaturisce?
Qual è il legame tra i social, la depressione, l’ansia e i problemi di autostima? Il punto è che le piattaforme social offrono una rappresentazione distorta della realtà, in cui gli utenti tendono a condividere solo gli aspetti positivi della loro vita. Questo crea un ideale di felicità irraggiungibile, spingendo gli altri utenti a confrontarsi continuamente e a sentirsi inferiori, proprio perché mirano a qualcosa di non concretizzabile.
L’uso dei social, inoltre, è fortemente legato ai comportamenti di ricerca di approvazione esterna, derivante dal numero di “mi piace” o di follower, e che alimentano un circolo vizioso di ansia e bassa autostima quando queste metriche non vengono soddisfatte.
Uno studio del Journal of Adolescent Health, a tal proposito, ha rilevato che gli adolescenti che trascorrono più tempo sui social sono più vulnerabili a sviluppare sintomi depressivi, dovuti al confronto sociale e alla dipendenza dai feedback digitali.
Alla luce di tutto questo, una delle prime cose da fare nell’educare i più giovani all’uso dei social è dare l’esempio. Dinanzi a genitori, tutori o insegnanti costantemente concentrati sullo smartphone, non ci sarà insegnamento verbale che avrà efficacia.
Il secondo passo consiste nel rendere più consapevoli i giovani circa le dinamiche che costituiscono il web, affinché la loro esperienza di scoperta avvenga protetta e al sicuro dai rischi.