Setticemia: cos'è?
La setticemia, nota anche come
sepsi, è una grave infezione sistemica che si verifica quando batteri o altri agenti patogeni entrano nel flusso sanguigno
, scatenando una risposta infiammatoria diffusa. La sepsi rappresenta quindi una grave complicazione di un'
infezione batterica in atto nell'organismo, a partire da un focolaio "settico" (per es.
meningite,
ascesso dentario,
otite).
Ciò avviene quando le difese organiche sono insufficienti a contenere l'infezione del focolaio e non si sono utilizzati adeguati
antibiotici. Solo in situazioni gravissime, la condizione si manifesta nonostante l'uso di tali farmaci.
In questi casi, si possono sviluppare dei trombi che danneggiando gli organi vitali, impedendo il corretto afflusso sanguigno. Se non curata in tempo, può causare shock settico e portare alla morte.
La
sepsi, in genere, si verifica
quando il sistema immunitario è in una condizione di debolezza ed è spesso una complicazione di infezioni di organo di entità importante, come:
Batteriemia: differenze con setticemia
La
batteriemia è la presenza di batteri nel sangue, ma
non necessariamente causa sintomi o una risposta infiammatoria. In alcuni casi, può essere transitoria e non portare a conseguenze gravi, come ad esempio dopo una procedura dentale o un'infezione localizzata.
La
setticemia (o sepsi), invece, rappresenta una
condizione molto più grave. Si verifica quando la batteriemia, o un'altra infezione batterica, causa una r
isposta infiammatoria sistemica da parte dell'organismo, portando a sintomi gravi come febbre alta, tachicardia, ipotensione e, nei casi più estremi, insufficienza multiorgano. In sintesi, mentre la batteriemia può essere asintomatica, la setticemia è una
risposta infiammatoria potenzialmente letale all'infezione nel sangue.
Setticemia: quali sono i sintomi?
I
sintomi della setticemia insorgono e degenerano molto rapidamente, per questo è necessario riconoscerli al più presto e chiedere un aiuto medico immediato.
La
sepsi è una malattia potenzialmente pericolosa o letale, associata a un’infezione nota o sospetta (di solito causata da batteri), i cui sintomi tipici insorgono e degenerano molto rapidamente, per questo è necessario riconoscerli tempestivamente e rivolgersi a uno specialista qualora occorrano.
I primi sintomi di sepsi corrispondono in parte alla sindrome da risposta infiammatoria sistemica e includono:
- frequenza cardiaca elevata (tachicardia): più di 90 battiti al minuto in situazione di riposo;
-
febbre sia troppo alta (superiore ai 38,0°C), sia troppo bassa (inferiore ai 35°C);
-
respiro affannoso e generale aumento della frequenza respiratoria (più di 20 respiri al minuto);
- aumento del numero di globuli bianchi (più di 12.000 per mm3) o riduzione (meno di 4000 per mm3);
-
brividi;
-
confusione;
-
sudorazione;
-
cefalea;
- delirio;
- aumento del volume della milza.
-
nausea e vomito;
- puntini rossi sulla pelle;
- volume delle urine ridotto.
La sepsi severa viene diagnosticata qualora il paziente presenti almeno uno dei sintomi sotto elencati, indici del malfunzionamento degli organi interessati:
- cambiamento improvviso dello stato mentale;
-
ipotensione;
- diminuzione delle piastrine;
- alterazione della funzionalità cardiaca.
In questa fase possono anche comparire difficoltà respiratorie e scarsa minzione.
Nella maggior parte dei casi, è abbastanza facile monitorare la frequenza cardiaca (numero di impulsi al minuto), la febbre o l’ipotermia con un termometro e contare i respiri al minuto anche a casa.
Può essere difficile che questi sintomi possano rappresentare una fonte di infezione, ma se una persona ha anche tosse produttiva o disuria o una ferita con pus, è possibile sospettare un’eventuale sepsi. La conta delle cellule bianche del sangue è eseguita in laboratorio.
Nella maggior parte dei casi, la diagnosi definitiva di sepsi è eseguita da un medico in congiunzione con i test di laboratorio.
Setticemia negli anziani
I sintomi simili a quelli degli adulti, tuttavia, spesso I
sintomi della sepsi nei pazienti anziani comprendono:
Setticemia nei bambini
Nei pazienti pediatrici (neonati e bambini), si possono sviluppare anche sintomi simili a quelli degli adulti, ma i più comuni sono febbre e diuresi ridotta.
La sepsi neonatale può essere classificata in due modi:
- ad insorgenza precoce;
-
tardiva.
L'esordio è più rapido nei neonati prematuri.
I bambini possono mostrare segni di letargia e alterazioni dello stato mentale. La sepsi neonatale è sospettata nei neonati fino a 28 giorni di vita se la temperatura rettale è alta.
La sepsi ad esordio precoce è associata all'acquisizione di microrganismi da parte della madre. L'infezione transplacentare o l'infezione ascendente dalla cervice può essere causata da organismi che colonizzano il tratto genitourinario della madre; il neonato acquisisce i microrganismi mentre attraversa il canale del parto colonizzato al momento del parto.
I microrganismi più comunemente associati all'infezione ad esordio precoce includono:
-
streptococco di gruppo B;
- escherichia coli;
-
stafilococco coagulasi-negativo;
- haemophilus influenzae,
- listeria monocytogenes.
La sepsi ad esordio tardivo si verifica a 4-90 giorni di vita. Gli organismi che sono implicati nel causare la sepsi a esordio tardivo includono:
- stafilococco coagulasi-negativo;
- stafilococco aureo;
- E. coli;
-
klebsiella;
- pseudomonas;
- enterobacter;
-
candida;
-
serratia;
- acinetobacter.
La cute del neonato, il tratto respiratorio, la congiuntiva, il tratto gastrointestinale e l'ombelico possono essere colonizzati dall'ambiente. I vettori per tale colonizzazione possono includere cateteri vascolari o urinari, altre linee permanenti.
La polmonite è più comune nella sepsi ad esordio precoce, mentre la meningite e la batteriemia sono più comuni nella sepsi tardiva. I neonati prematuri e malati sono più suscettibili alla sepsi; in questi pazienti, è necessaria una notevole vigilanza affinché la sepsi possa essere efficacemente identificata e trattata.
Quando si sospetta una sepsi neonatale, il trattamento deve essere iniziato immediatamente a causa della relativa immunosoppressione del neonato, è il caso, quindi, di iniziare gli antibiotici non appena vengono eseguiti i test diagnostici.
I fattori di rischio implicati nella sepsi neonatale riflettono il livello dello stress e la malattia vissuta dal feto al momento del parto, nonché il pericoloso ambiente uterino che circonda il feto prima del parto.
I fattori di rischio più comuni associati alla sepsi neonatale a esordio precoce sono i seguenti:
- colonizzazione materna (specialmente se non trattata durante il travaglio);
- rottura prematura delle membrane;
- rottura pretermine delle membrane;
- rottura prolungata delle membrane;
- prematurità;
- infezione del tratto urinario materno;
- corioamnionite.
Altri fattori che sono associati o predispongono alla sepsi neonatale ad esordio precoce includono:
- febbre materna superiore a 38 °C;
- infezione del tratto urinario materno;
- scarsa cura prenatale;
- scarsa nutrizione materna;
- storia di aborti ricorrenti;
- basso peso alla nascita;
- parto difficile;
-
asfissia alla nascita;
-
meconio;
- anomalie congenite.
I fattori di rischio della sepsi a esordio tardivo sono:
- prematurità;
- cateterizzazione venosa centrale (durata> 10 giorni);
- uso della cannula nasale;
- uso inibitore della pompa protonica;
- patologia del tratto gastrointestinale;
- meningite.
Setticemia: le cause
Le
cause della setticemia sono varie. Può, infatti, essere provocata da
infezioni batteriche in qualche parte del sangue (come pelle e polmoni), che permettono ai batteri di propagarsi attraverso il sangue.
Spesso, non è possibile identificare la fonte precisa dell’infezione.
Le cause di sepsi più comuni sono:
- presenza di un’infezione alle vie urinarie, come escherichia coli nelle urine;
- infezioni polmonari e renali;
- infezioni nell’area addominale, come un’infezione intestinale;
- presenza di ferite o ustioni;
- compromissione del sistema immunitario (come nei casi di HIV);
- presenza di un catetere venoso o urinario;
- ventilazione meccanica,
- ascessi;
- flemmoni;
- piaghe suppurate.
Dopo un intervento chirurgico, si è maggiormente a rischio che si presenti questa patologia e spesso capita che i batteri così contratti siano più resistenti agli antibiotici.
Setticemia da Escherichia Coli
L’
Escherichia Coli è
una famiglia di batteri presente nell’ultimo tratto dell’intestino dell’uomo e di tutti gli animali a sangue caldo.
L’infezione dovuta a questo batterio avviene per via oro-fecale e i principali vettori sono le
carni infette. Può contaminare le acque e produce tossine di diversi tipi, sia termolabili che termostabili.
La
sepsi può presentarsi in caso di trauma intestinale, con propagazione del batterio o in caso di mancata osservanza delle norme igieniche, ad esempio nell’uso del catetere.
Sono
colpiti soprattutto gli anziani e i pazienti a rischio, come i malati di
diabete e i traumatizzati.
Il rilascio della
tossina LT, una tossina termolabile con struttura simile a quella del
colera, provoca
diarrea e, se l’infezione attacca le vie urinarie,
uretriti e
cistiti. L’infezione è dolorosa, ma
in genere si risolve in pochi giorni, se trattata in modo farmacologicamente appropriato.
Setticemia: come avviene la diagnosi
La
presenza di sintomi di meningite o polmonite sono campanelli di allarme. In alternativa, si possono eseguire:
-
Analisi delle urine e del sangue, per rilevare anomalie di fegato e reni e per il conteggio dei leucociti neutrofili che di solito risultano più alti e della quantità di albumina nelle urine.
- Test su secrezioni respiratorie.
- Test su secrezioni di piaghe o ferite (tamponi).
Esami del sangue
Un campione di sangue può essere prelevato per diagnosticare la setticemia alla ricerca di:
- sintomi di infezioni;
- problemi di coagulazione del sangue;
- anomalie nella funzionalità del fegato o dei reni;
- problemi nella disponibilità dell’ossigeno;
- squilibri elettrolitici.
Altri esami di laboratorio
Il medico, secondo i sintomi, potrà effettuare uno o più esami di laboratorio:
- urine: per controllare l’eventuale presenza di batteri;
- secrezioni delle ferite: nel caso di ferite infette, l’esame potrà essere utile per capire quale tipo di antibiotici è più indicato;
- secrezioni dell’apparato respiratorio: per individuare quale tipo di germe causa l’infezione.
Esami di imaging
Se la localizzazione dell’infezione non è evidente, il medico potrò effettuare uno o più dei seguenti esami di imaging:
-
Radiografia: utile a verificare la presenza di eventuali problemi a carico dei polmoni
-
TAC: capace di rendere evidenti infezioni dell’appendice, del pancreas o dell’intestino
-
Ecografia: particolarmente utile per diagnosticare infezioni della cistifellea o delle ovaie
-
Risonanza magnetica: efficace nell’appurare la presenza d’infezioni dei tessuti molli
Setticemia: le cure
In quasi tutti i casi, la cura per la setticemia prevede anzitutto un
ricovero dei pazienti affetti e successivamente un trattamento con opportuni
antibiotici per via endovenosa e sottoposti a terapia per affrontare qualsiasi disfunzione degli organi.
Si guarisce dalla setticemia? Dunque, la sepsi può causare rapidamente danni agli organi e anche la morte, per questo la terapia non dovrebbe essere ritardata. Gli antibiotici appropriati per curare la sepsi sono combinazioni di due o tre tipi, somministrati allo stesso tempo.
Una volta che il microrganismo è isolato, individuato, il laboratorio può determinare quali antibiotici sono più efficaci.
Oltre agli antibiotici, si possono utilizzare delle procedure di sostegno per gli organi che possono essere fornite dall'unità di terapia intensiva (per esempio, l'intubazione per supportare la funzione polmonare o la dialisi per supportare la funzione renale).
La chirurgia può essere necessaria per drenare o rimuovere la fonte dell’infezione.
La prognosi di pazienti con sepsi è correlata alla gravità o allo stadio della malattia, nonché allo stato di salute del paziente. Ogni paziente può avere la possibilità di complicazioni legate alla sepsi, in generale dovute a disfunzioni organiche. La morte è solitamente dovuta a disfunzioni di più organi insieme.
Farmaci
La cura per la sepsi si ottiene mediante molti tipi di farmaci diversi, tra cui:
-
Antibiotici: la terapia con antibiotici inizia immediatamente, addirittura prima dell’identificazione dell’agente infettivo.
-
Vasopressori: se la pressione rimane troppo bassa anche dopo aver ricevuto i liquidi in flebo, probabilmente sarà somministrato un vasopressore, farmaco in grado di aumentare la pressione attraverso il restringimento dei vasi sanguigni.
-
Altri farmaci: gli altri farmaci che potranno essere somministrati comprendono i corticosteroidi, l’insulina (per mantenere stabile il livello di glucosio nel sangue), i farmaci che modificano la risposta immunitaria, gli analgesici o i sedativi.
Trattamento
Chi è affetto da setticemia grave, di norma, viene ricoverato in terapia intensiva, con ossigeno e somministrazione di liquidi tramite flebo.
In caso d’insufficienza renale può rendersi necessario il ricorso al respiratore o alla terapia dialitica. È anche possibile che il medico decida per un intervento chirurgico in grado di rimuovere la causa dell’infezione.
La guarigione dalla setticemia dipende da diversi fattori, tra cui la rapidità con cui viene diagnosticata e trattata, la gravità dell'infezione e lo stato di salute generale del paziente. Il trattamento tempestivo con antibiotici ad ampio spettro è fondamentale per controllare l'infezione.
Nei casi più gravi, può essere necessario il ricovero in terapia intensiva per monitorare le funzioni vitali e fornire supporto come fluidi intravenosi, farmaci per mantenere la pressione sanguigna e ventilazione meccanica, se necessario.
Sepsi: complicazioni
Le
principali complicazioni che si possono verificare sono:
- shock settico: si tratta di una grave complicanza che porta ad una forte diminuzione della pressione sanguigna, a causa delle tossine che sono state rilasciate dai batteri;
- sindrome da stress respiratorio acuto (ARDS): anche in questo caso, si tratta di una complicanza molto grave e spesso fatale, che impedisce all’ossigeno di raggiungere sangue e polmoni. Porta spesso a danni permanenti ai polmoni, ma può danneggiare anche cervello e dare problemi di memoria;
-
endocardite;
-
broncopolmonite;
- ascessi polmonari;
-
glomerulonefriti;
-
insufficienza renale;
-
acetonemia;
- presenza diffusa di ascessi da stafilococco.
Dunque, la setticemia può avere conseguenze molto gravi, soprattutto in caso sia stata diagnosticata una sepsi severa.
Le ripercussioni interessano tutti gli organi vitali, perché maggiore è l’infiammazione, minore è l’irrorazione di sangue in tutto il corpo.
Questo perché con l’infiammazione si creano numerosi piccoli trombi, cioè dei coaguli che entrano in circolo, che rendono difficile l’irrorazione dei tessuti che possono anche andare in necrosi.
Shock settico: quali conseguenze?
Si ha uno shock settico quando si verifica un calo significativo della pressione sanguigna, il che può portare a:
Si ritiene che l'infiammazione batterica risultante dalla sepsi causi la formazione di piccoli coaguli di sangue. Questo può bloccare l'ossigeno e i nutrienti dal raggiungere gli organi vitali.
L'infiammazione si verifica più spesso negli anziani o nelle persone con un sistema immunitario indebolito, ma sia la sepsi che lo shock settico possono accadere a chiunque.
Le persone che soffrono di shock settico sperimenteranno i sintomi della sepsi grave, ma avranno anche una pressione del sangue molto bassa che non risponde alla sostituzione del fluido.
Come accennato, alcuni fattori, come l'età o una precedente malattia, possono comportare un rischio maggiore di sviluppare lo shock settico.
Questa condizione è comune nei neonati, negli anziani, nelle donne in gravidanza e nelle persone con sistema immunitario soppresso a causa:
Anche i seguenti fattori potrebbero rendere più probabile che una persona sviluppi uno shock settico:
- chirurgia maggiore o ricovero a lungo termine;
-
diabete tipo 1 e tipo 2 con uso di medicinali iniettabili;
- pazienti ospedalizzati che sono già molto malati;
- esposizione a dispositivi come cateteri per via endovenosa, cateteri urinari o tubi respiratori, che possono introdurre batteri nel corpo;
- scarsa nutrizione.
Se si hanno sintomi di sepsi, il passo successivo è effettuare un test per determinare la diagnosi, che viene spesso eseguita con un esame del sangue. Questo tipo di test può determinare se uno qualsiasi dei seguenti fattori è presente:
- batteri nel sangue;
- problemi di coagulazione dovuti a un basso numero di piastrine;
- prodotti di scarto in eccesso nel sangue;
- funzione anormale del fegato o dei reni;
- diminuzione della quantità di ossigeno;
- squilibrio elettrolitico.
A seconda dei sintomi e dei risultati del test del sangue, ci sono altri esami che un medico potrebbe voler eseguire per determinare la fonte dell'infezione. Questi includono:
- test delle urine;
- test della secrezione della ferita se si dispone di un'area aperta che sembra infetta;
- test di secrezione del muco per vedere quale tipo di germe c'è dietro l'infezione;
- test del midollo spinale.
Le complicazioni che si potrebbero riscontrare e il risultato della condizione possono dipendere da fattori, quali:
- età;
- da quanto tempo è iniziato il trattamento;
- la causa e l'origine della sepsi nel corpo;
- le condizioni mediche preesistenti.
I medici utilizzano alcuni farmaci per trattare lo shock settico, tra cui:
- antibiotici per via endovenosa per combattere l'infezione;
- farmaci vasopressori, che sono farmaci che costringono i vasi sanguigni e aiutano ad aumentare la pressione sanguigna;
-
insulina per la stabilità dello zucchero nel sangue;
- corticosteroidi.
Grandi quantità di liquidi per via endovenosa verranno somministrate per trattare la
disidratazione e contribuire ad aumentare la pressione sanguigna e il flusso di sangue agli organi. Potrebbe anche essere necessario un respiratore per facilitare la respirazione.
Inoltre, la chirurgia può essere eseguita per rimuovere una fonte di infezione, come il drenaggio di un ascesso pieno di pus o la rimozione di tessuto infetto.
Lo shock settico è una condizione grave e oltre il 50% dei casi comporta la morte. Le possibilità di sopravvivere dipenderanno:
- dalla fonte dell'infezione;
- dal numero di organi colpiti;
- entro quanto tempo si riceverà il trattamento dopo aver iniziato a sperimentare i sintomi.
Setticemia post-intervento
È possibile che si verifichi (anche se in questi casi si tratta più facilmente) una batteriemia transitoria.
Può insorgere in seguito a manipolazioni (come l’inserimento di un catetere urinario infetto o da una manipolazione chirurgica di tessuti orali infetti) o in caso manipolazioni di tipo invasivo, come l’inserimento di cateteri intracardiaci, oppure può verificarsi in caso di incisioni o frenaggi di
ascessi.
Si verificano spesso in pazienti affetti da patologie croniche o immunocompromessi.
Di norma, il sito primario di sviluppo dell’infezione è individuabile nei polmoni.
Nella maggioranza dei casi, si tratta di infezioni a bassa carica batterica con andamento opportunistico e intermittente e perlopiù a esito benigno, che non necessita di terapie, fatta eccezione per pazienti anziani o soggetti portatori di patologie cardiovascolari.
L’infezione batterica si manifesta con:
- stati febbrili;
- sintomatologia dolorosa;
- brividi;
- tachipnea.
Evoluzioni negative della betteriemia da intervento chirurgico possono verificarsi soprattutto quando non diagnosticate in tempo o a causa delle preesistenti patologie del paziente.
Setticemia fulminante
Si tratta di una forma dovuta ad un numero enorme e spesso mortale di meningococco nel sangue, che porta allo shock settico.
Di solito, si accompagna a lesioni della cute di tipo emorragico.
Contagio
La setticemina non è una patologia contagiosa, infatti, non si prende da un’altra persona, ma attraverso ferite o malattie.
Sono, invece, contagiose alcune delle patologie che possono portare alla sua insorgenza.
Si può prevenire?
Per i bambini, la migliore forma di prevenzione di setticemia resta quella delle vaccinazioni. Per i soggetti con compromissione del sistema immunitario è meglio:
- evitare di fumare;
- mantenere una dieta sana;
- fare esercizio;
- lavarsi regolarmente le mani;
- evitare il contatto con persone che presentano alcune patologie.