Quali sono le principali proprietà benefiche dell'ippocastano per l'organismo? A cosa serve questa specie vegetale e come si utilizza? È vero che presenta anche dei possibili effetti collaterali e se sì, quali sono?
Scopriamo di più su questo interessante albero.
Alla scoperta delle proprietà terapeutiche dell'ippocastano
L'ippocastano, il cui nome scientifico è Aesculus hippocastanum, è un albero che appartiene alla famiglia delle Hippocastanaceae.
Può raggiungere fino ai 30 metri di altezza e si distingue per la produzione delle cosiddette "false castagne", ovvero dei frutti che, pur essendo molto simili a quelli del castagno, non sono in realtà commestibili.
L'ippocastano è un albero ampiamente diffuso che cresce fino ai 1200 metri di altitudine e che si trova comunemente in molte zone urbane. Il suo nome deriva dalla parola greca Hippocastanum, che ha origine dall'unione dei termini "ippo", cioè cavallo, e "kastanon", che significa.
Ippocastano vuol quindi dire "castagna del cavallo", in quanto i suoi frutti erano considerati medicamentosi per la tosse dei cavalli e venivano utilizzati in antichità per prevenire le malattie da raffreddamento di questo animale.
L'ippocastano presenta numerose proprietà benefiche per l'organismo ampiamente conosciute e utilizzate.
Esso, infatti, svolge un'azione decongestionante e tonificante per regolare della circolazione sanguigna, mentre l'estratto che si ricava dalla pianta viene sfruttato come efficace rimedio per il trattamento delle gambe pesanti e caratterizzate da fragilità capillare.
L'ippocastano può quindi vantare numerose proprietà farmacologiche: esso aiuta a prevenire e curare le emorroidi, le contusioni, gli inestetismi cutanei causati dalla cellulite, nonché a migliorare il ritorno venoso.
L'azione positiva della pianta è dovuta alla presenza al suo interno di un particolare mix di sostanze composto da:
- flavonoidi (in particolare quercetina e kaempferolo);
- saponosidi triterpenici;
- tannini;
- amidi;
- allantoina;
- proantocianidine;
- esculina.
I semi della pianta (chiamati erroneamente frutti), sono ricchi di escina, ovvero una sostanza in grado di favorire la circolazione venosa la cui efficacia è stata anche riconosciuta dalle autorità scientifiche.
È proprio l'escina, quindi, la principale responsabile del miglioramento venoso, del rinforzo capillare e della capacità dell'ippocastano di ridurre il liquido interstiziale.
Oltre che nei confronti della circolazione sanguigna, dei capillari e delle vene, l'ippocastano si è rivelato molto utile anche nel prevenire il sanguinamento causato dalla presenza delle emorroidi e nello svolgere un'attività antinfiammatoria dovuta al fatto che la combinazione di escina ed esculoside è in grado di inibire la sintesi della citochine responsabili delle infiammazioni.
I benefici dell'ippocastano per l'organismo
La medicina popolare e omeopatica conosce da tempo i benefici esercitati dall'ippocastano sull'organismo, e in particolare la sua azione fortificante nei confronti di capillari e vene.
Dove aumenta la resistenza e diminuisce la permeabilità dei capillari. Aumentando quindi il tono dei vasi e la loro contrattilità si crea un minor ristagno venoso, creando così un ritorno del sangue al cuore più agevolato.
La pianta viene infatti tradizionalmente utilizzata per:
- il trattamento dell'insufficienza venosa e delle manifestazioni fisiche ad essa collegate. Assumere regolarmente preparati a base di ippocastano aiuta a ridurre il gonfiore e la pesantezza agli arti inferiori, i formicolii, il prurito e la comparsa dei capillari;
- combattere la tosse e i problemi articolari (artrite, reumatismi, etc.);
- prevenire le emorroidi e ridurne il fastidio;
- alleviare il dolore causato dai dolori mestruali;
- ridurre il disagio causato da traumi, contusioni, lombalgie, distorsioni e infiammazioni.
I benefici più importanti dell'ippocastano sono dovuti alla presenza dell'escina, la quale, insieme alla sinergia con gli altri flavonoidi, contribuisce ad esercitare un'azione antinfiammatoria, antiossidante e vasoprotettiva.
L'escina è in grado di ridurre l'attività di due enzimi (ovvero la ialuronidasi e l'elastasi), che tendono ad indebolire la struttura dei vasi sanguigni e provocano le varie problematiche a danno della circolazione sanguigna.
Ecco che l'escina, agendo contro questi due enzimi, permette all'organismo di recuperare la permeabilità e la resistenza di capillari e vasi, con la conseguenza che si andranno ad attenuare i sintomi tipici dell'insufficienza venosa.
Un'altra applicazione dei rimedi a base di ippocastano potrebbe infine riguardare il trattamento dell'infertilità maschile. Sebbene a sostegno di questa ipotesi manchino ancora studi scientifici accurati, sembrerebbe che i frutti dell'albero siano in grado di migliorare la difficoltà a concepire dovuta alla presenza di varicocele nell'uomo.
La ragione alla base di tale azione benefica nei confronti del varicocele viene dal fatto che tale condizione ha molto a che fare con i problemi di circolazione venosa agli arti inferiori, sui quali l'ippocastano agisce in modo positivo.
Lo stesso principio di rinforzamento dei vasi sanguigni sembra possa essere esteso anche a un'altra manifestazione molto diffusa, ovvero la sindrome del colon irritabile; tuttavia anche in questo caso mancano abbastanza evidenze scientifiche per confermare tale ipotesi.
Come assumere l'ippocastano
Per curare l'insufficienza venosa si consiglia di assumere l'estratto secco di ippocastano, in modo da introdurre circa 40-120 mg di escina al giorno; in commercio esistono numerosi prodotti formulati sfruttando l'ippocastano, pertanto sarà possibile scegliere l'opzione migliore per le proprie esigenze.
L'estratto di ippocastano in forma essiccata viene impiegato per il trattamento dell'insufficienza venosa, tuttavia la pianta si può assumere anche per via orale in gocce, in granuli o per uso topico.
La dose ovviamente varierà da persona a persona, sia in funzione al tipo di disturbo, sia rispetto al tipo di formulazione scelta.
La posologia dei rimedi a base di ippocastano prevede in genere:
- soluzione idroalcolica, ovvero tintura madre: 60 gocce da assumere due volte al giorno lontano dai pasti;
- estratto secco titolato 16-28%: dai 250 ai 300 mg al giorno;
- creme e pomate ad uso topico: concentrazione pari al 10%-20%;
- soluzione idrogliceroalcolica (o gemmoderivato): 60 gocce da assumere due volte al giorno.
Ippocastano: controindicazioni ed effetti collaterali
L'assunzione di rimedi fitoterapici a base di ippocastano presenta generalmente pochi effetti collaterali e di non grave entità. Essi sono dovuti alle saponine e si manifestano con sintomi di natura gastrointestinale, fra cui la diarrea e il vomito.
L'ippocastano è sconsigliato a tutti coloro che soffrono di insufficienza renale o epatica, gastrite, reflusso gastroesofageo, nonché ai bambini, e alle donne in gravidanza o in allattamento a scopo precauzionale.
La pianta ha inoltre la capacità di interagire con alcuni farmaci, fra cui i medicinali anticoagulanti e gli antiaggreganti piastrinici, pertanto prima di assumerlo è sempre preferibile chiedere consiglio al proprio medico.
Se si utilizzano rimedi per uso topico, come ad esempio lozioni o pomate, essi non vanno applicati sulle ferite o sulla cute lesa, inoltre ad alcuni soggetti l'ippocastano potrebbe causare del prurito.
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L'utilizzo dell'ippocastano in gocce o formulato in altre modalità presenta delle controindicazioni soprattutto per chi è allergico a qualcuna delle sostanze in esso presenti; in tal caso è assolutamente sconsigliato assumere prodotti a base di tale specie vegetale, o il rischio è che possano insorgere reazioni come rash cutaneo, dermatite, prurito, vomito, mal di testa e ipersensibilità.
Importante comunicare che attualmente non risulta alcun claim specifico autorizzato dall’EFSA (The European Food Safety Authority, l'autorità europea per la sicurezza alimentare) per prodotti a base di escina.