Si può bere il vino se si presentano alti livelli di colesterolo? Quali sono i rischi di un consumo eccessivo di alcol?
Andiamo alla scoperta di tutto quello che c'è da sapere sul rapporto tra vino e colesterolo.
Il rapporto tra vino e colesterolo
Il colesterolo è una molecola lipidica prodotta in larga parte dal fegato, ma che viene introdotta anche attraverso l'alimentazione. Si tratta di una componente fondamentale per la salute umana, in quanto è coinvolto in numerose reazioni cellulari, reazioni biochimiche e nella produzione degli ormoni steroidei.
Mantenere un livello di colesterolo ottimale nel sangue è quindi importante, e per farlo è opportuno seguire un'alimentazione sana e bilanciata, senza introdurre una quantità eccessiva di acidi grassi saturi.
Si parla di colesterolo alto (o ipercolesterolemia) quando i livelli di questa sostanza superano i 250 milligrammi per decilitro di sangue, tuttavia esistono due diverse tipologie di colesterolo: quello "buono", chiamato HDL, e quello "cattivo", definito LDL.
È proprio quest'ultimo che, se rilevato in eccesso tende ad ostruire i vasi sanguigni compromettendo la circolazione sanguigna, con la conseguenza che la persona che soffre di ipercolesterolemia sarà molto più soggetta a patologie cardiovascolari gravi.
Il vino di per sé è un alimento che non contiene colesterolo, tuttavia esso può avere un impatto indiretto sulla sua produzione e sul benessere del corpo in generale, in quanto un consumo eccessivo di questa bevanda può determinare un aumento nella quantità dei trigliceridi presenti nel sangue, oltre a predisporre l'organismo ad altre problematiche da non trascurare.
L’alcol ingerito, infatti, viene metabolizzato dal fegato e i suoi derivati possono poi rientrare nella sintesi di colesterolo e trigliceridi.
Pertanto, maggiore è il consumo di alcool, più facilmente potrebbero essere elevati i livelli di queste due sostanze nel corpo.
Quantità eccessive di alcol (e, quindi, anche di vino), possono incrementare le probabilità di sviluppare la steatosi epatica, ovvero una condizione conosciuta anche con il nome di "fegato grasso" che, oltre a provocare una serie di disturbi, è in grado di compromettere la funzionalità dell'organo, il quale diviene progressivamente meno efficiente nello smaltimento del colesterolo in eccesso.
Potrebbe interessarti anche:
- Bere l'acqua fa dimagrire? Ecco cosa dicono gli esperti
- Mangiare pizza alla sera fa ingrassare?
- Calorie del caffè, valori nutrizionali e benefici
Colesterolo alto e vino: quanto si può bere?
Sembra che, se viene consumato in quantità modeste e all'interno di una dieta sana e bilanciata, il vino possa apportare dei benefici alla salute umana.
Il rapporto tra il vino e il colesterolo, tuttavia, rimane molto controverso, in quanto è stato dimostrato che eccedere con il consumo di alcol può, alla lunga, provocare seri danni all'organismo e predisporre il corpo a sviluppare patologie tumorali.
Le linee guida ufficiali della European Society of Cardiology consigliano di attenersi a una quantità di vino inferiore ai 10 grammi al giorno (1 unità alcolica), sia per gli uomini quanto per le donne che presentano valori di colesterolo considerati normali.
L'effetto positivo che il vino, in particolarerosso, potrebbe avere sul colesterolo, dipende molto dalla quantità che se ne assume e dallo stile di vita generale.
Un consumo occasionale e limitato, inserito all'interno di una dieta bilanciata e dell'abitudine a praticare attività fisica, può avere effettivamente un effetto positivo in un'ottica di riduzione de colesterolo.
Vino rosso e colesterolo alto: quali sono gli effetti benefici
Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è concentrata nello studio del rapporto tra colesterolo e vino rosso, mettendo in luce interessanti aspetti della questione.
Sembra, infatti, che se consumato in quantità modeste, il vino (soprattutto rosso) possa avere un impatto positivo sul livello di colesterolo nel sangue, stimolando allo stesso tempo la produzione del colesterolo "buono" di tipo HDL.
Ma da cosa deriva l'azione benefica del vino rosso sul colesterolo? Secondo quanto emerso dagli studi, sembra che il responsabile sia un potente antiossidante chiamato resveratrolo, che nel vino rosso è abbondantemente presente.
Il resveratrolo sarebbe in grado di riparare i danni cellulari prodotti dall'ossidazione e di alleviare gli stati infiammatori.
Questa molecola molto potente è affiancate anche da altre sostanze utili nella protezione della salute cardiovascolare, a cominciare dalle saponine.
Queste ultime riuscirebbero a ridurre l'assorbimento del colesterolo legandosi proprio alla molecola, riducendone i livelli.
Tra gli altri effetti positivi del resveratrolo sull'assimilazione del colesterolo vi sono anche:
- la sua capacità di aumentare la fluidità del sangue, migliorando la circolazione;
- la sua funzione antinfiammatoria sistemica;
- la capacità di abbassare l'aggregazione delle piastrine;
- la sua spiccata azione antiossidante, che dipende dalla regolazione di proteine antiossidanti e pro-ossidanti dell’organismo, con aumento della sintesi di enzimi antiossidanti e riduzione della produzione di radicali liberi. Inoltre, nello specifico delle LDL, il resveratrolo ha dimostrato la capacità di inibire la loro ossidazione e prevenirne la tossicità, attraverso un’azione di legame allo ione rame, causa principale del processo di ossidazione delle lipoproteine.
Vino rosso e colesterolo: perché fa bene
Il vino rosso è ricchissimo di molecole fenoliche, le quali svolgono diverse funzioni fondamentali come la lotta all'invecchiamento della pelle, del cervello e dei tessuti dell’organismo.
I principali responsabili di tale effetto benefico sono soprattutto i tannini, il trans-resveratrolo e i flavonoidi, ovvero dei potenti antiossidanti che contribuiscono a migliorare circolazione del sangue nei vasi arteriosi e venosi, rendendolo di conseguenza più liquido e fluido.
Oltre al ruolo giocato dagli antiossidanti, primo fra tutti il resveratrolo, vi è un'altra componente fondamentale che rende il vino rosso così utile nella lotta al colesterolo alto.
Si tratta delle saponine, le quali si legano direttamente alle molecole di colesterolo presenti a livello intestinale impedendone l’assorbimento e favorendone la rapida escrezione, con ulteriore aumento della secrezione di sali biliari e conseguente rimozione del colesterolo circolante.
Non vi sono ancora studi approfonditi che spiegano la natura di queste molecole e il loro comportamento, tuttavia sembra che esse possano derivare dalla buccia degli acidi di uva.
È stato osservato, infatti, che nelle uve utilizzate per produrre il vino rosso, la concentrazione di saponine è di circa 10 volte più alta rispetto alle uve bianche: ecco perché si tende a identificare nel vino rosso la bevanda maggiormente attiva sui livelli di colesterolo LDL.
Per quanto riguarda il rapporto tra vino bianco e colesterolo, invece, sembra che non vi siano prove di una sua azione benefica, tuttavia alcuni studi hanno messo in luce che esso potrebbe svolgere un ruolo benefico nel prevenire le malattie reumatiche, grazie alla presenza dell'acido caffeico e del tirisolo, ovvero due sostanze che combattono le infiammazioni.
È importante tenere presente che, sebbene vino rosso e colesterolo possano effettivamente intrattenere un rapporto benefico, i vantaggi della bevanda vengono annullati da un suo consumo eccessivo.
Inoltre le attività biologiche del resveratrolo sono state studiate in un gran numero di lavori su colture cellulari o in animali, studi che hanno permesso di individuarne i meccanismi di azione ma che generalmente ne utilizzano concentrazioni elevatissime, molto superiori a quelle che possono essere raggiunte nel nostro organismo con il consumo di alimenti ricchi di questa sostanza o con integratori.