Esiste una dieta per la tiroide che aiuti a mantenere in equilibrio questa ghiandola così importante per la salute del nostro organismo? Quali sono i cibi da includere nella propria alimentazione e quali, invece, quelli da evitare a seconda del disturbo tiroideo di cui si soffre? Ecco tutto quello che c'è da sapere sul rapporto tra tiroide e alimentazione.
Quale dieta per la tiroide?
Qual è il legame che intercorre tra tiroide e dieta e come può il consumo di determinati alimenti favorire o, al contrario, peggiorare, la salute di questa ghiandola del corpo umano? L'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel mantenere il corretto equilibrio di questa parte dell'organismo e, a seconda di quali cibi vengono introdotti, si può migliorare (o peggiorare) la situazione della tiroide. Tra le sostanze nutritive più importanti per il benessere tiroideo rientrano lo iodio, il magnesio, lo zinco e il selenio. Nella delicata relazione tra alimentazione e tiroide non dovrebbero mai mancare:
- il pesce azzurro, molto ricco di acidi grassi e di selenio;
- i cereali integrali;
- la frutta;
- la verdura;
- la frutta secca;
- i molluschi;
- le uova;
- la carne;
- i legumi;
Una particolare attenzione, invece, va posta ad alcuni cibi, definiti "gozzigeni", i quali hanno la capacità di ridurre la capacità del corpo di assimilare lo iodio. Oltre ad alcuni composti chimici, come a d esempio il litio o gli ftalati, cosa non mangiare per il benessere della tiroide? In realtà non vi è un vero e proprio alimento da evitare, tuttavia, in presenza di una specifica terapia farmacologica volta a ripristinare il corretto funzionamento di questa ghiandola può essere utile ridurre l'assunzione di alcune particolari tipologie di cibo, come ad esempio la soia e i suoi derivati, le rape e i cavolfiori, i broccoli, i ravanelli e i semi di lino.
Sebbene lo iodio e il selenio siano tra le sostanze più conosciute e ricercate da chi soffre di disfunzioni della ghiandola tiroidea, un altro minerale molto importante da non trascurare è lo zinco. Gli alimenti per la tiroide consigliati in questo caso comprendono:
- le ostriche;
- il germe di grano;
- il fegato di vitello;
- i semi di sesamo;
- i fagioli;
- la carne di manzo;
- le lenticchie;
- il cacao amaro;
I cibi da evitare se si soffre di ipertiroidite
Oltre all'ipotiroidismo, un altro disturbo molto comune legato ad un'iperattività della ghiandola è il cosiddetto ipertiroidismo. Chi soffre di questo squilibrio va incontro ad una accelerazione delle reazioni metaboliche, con una conseguente difficoltà a mettere su peso e a riposare un numero sufficiente di ore. In questo caso non è possibile contare su specifici cibi per la tiroide ipertattiva, tuttavia è consigliato evitare alcune categorie di alimenti che potrebbero peggiorare la situazione.
Chi soffre di ipertiroidismo dovrebbe eliminare, o quanto meno ridurre, il consumo di questi alimenti:
- sale;
- pesce azzurro;
- crostacei;
- uova;
- carni grasse;
- salumi;
Una dieta per tiroide iperattiva dovrebbe mantenersi il quanto più possibile sana e bilanciata, prestando attenzione a non consumare troppi alimenti industriali o preconfenzionati che, nella maggior parte dei casi, contengono un ingente quantitativo di sodio.
Ipotiroidismo e alimentazione
Con il termine ipotiroidismo si fa riferimento a una condizione di insufficiente azione degli ormoni tiroidei a livello dei vari tessuti; più spesso ciò avviene quando la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni. Ciò determina uno squilibrio in tutto l'organismo. Ciò può essere dovuto sia a fattori primari che secondari. Ad esempio, chi soffre di disturbi autoimmuni come la Tiroidite di Hashimoto, puo’ sviluppare ipotiroidismo. Anche un’ insufficiente introduzione di nutrienti legata a scelte alimentare sbagliate puo’ portare problemi alle tiroide. L'ipotiroidismo si verifica quando l'organismo produce una quantità insufficiente di ormoni tiroidei, assolutamente fondamentali nel regolare il metabolismo, stimolare correttamente il sistema cardiovascolare e quello nervoso. Lo iodio è fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei t3 e t4. Ecco perché, chi sa di avere una carenza di iodio nel sangue, dovrebbe prestare particolare attenzione al rapporto dello iodio nella dieta.
La quantità di iodio da introdurre giornalmente con l'alimentazione è pari a 150 µg, tuttavia per alcune categorie di persone, come ad esempio le donne in gravidanza, è necessario alzare la dose a circa 220 µg. Il legame tra dieta e tiroide, quindi, esiste, tuttavia, se si ha cura di osservare un'alimentazione sana e bilanciata, non si appartiene a nessun gruppo a rischio e non si hanno patologie autoimmuni, per raggiungere il livello di iodio ideale è sufficiente variare i pasti e includere determinati cibi.
In particolare, la dieta per chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe prevedere:
- sale iodato, da utilizzare al posto del sale comune e in una quantità massimo fino a 5 grammi al giorno;
- yogurt bianco;
- frutta secca;
- fegato;
- molluschi e crostacei;
- uova;
- mirtilli;
- alghe marine;
Per quanto riguarda la quantità di iodio contenuta nei vari alimenti, si va dalle banane (8 μg per 100 grammi), le fragole (9μg), i broccoli (15 μg) e le nocciole (17 μg), fino alle uova (53 μg), allo yogurt (63 μg), fino ad arrivare al pesce, con cefalo e platessa che contengono 190 μg. Una specifica alimentazione per l'ipotiroidismo, quindi, dovrebbe privilegiare fonti proteiche come il pesce, in particolare quello di mare, i latticini e le uova.
Tiroidite e alimentazione: cosa sapere
La definizione tiroidite indica un'infiammazione della tiroide, la cui presenza può determinare una carenza o una sovrabbondanza di ormoni tiroidei nel sangue. Esistono vari tipi di tiroidite che, a seconda della causa e della gravità, richiedono terapie differenziate. E' impossibile, quindi, stabilire quale sia una dieta per tiroidite efficace nel tenere sotto controllo la malattia, tuttavia, a seconda delle indicazioni ricevute dal proprio medico, è certamente possibile migliorare la propria alimentazione consumando o meno determinati alimenti.
Nel caso della tiroidite di Hashimoto, ad esempio, il metabolismo tende a rallentare a causa di una carenza di ormoni tiroidei, pertanto è necessario adottare delle accortezze per mantenerlo attivo e non prendere peso. Consumare cinque pasti al giorno, ad esempio, è un primo consiglio da tenere in considerazione, così come quello di evitare un eccesso di glutine. Diversi studi, infatti, hanno evidenziato come l'incidenza della Tiroide di Hashimoto sia molto maggiore nei soggetti che si caratterizzano per l'intolleranza al glutine. In questo caso, quindi, meglio privilegiare cereali come il miglio, il riso e la quinoa, evitando, per quanto possibile, le farine raffinate. Recentemente si è visto che mantenere un’ ottima salute intestinale e ridurne la iper-permeabilità, migliora le condizioni autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto.
Tiroidectomia e alimentazione
La tiroidectomia, che può essere totale o parziale, consiste nell'asportazione per via chirurgica della tiroide, un'eventualità che si rende necessaria in seguito ad alcune patologie. I pazienti sottoposti a questo tipo di intervento devono prestare particolare attenzione alla qualità della loro alimentazione in quanto potrebbero essere soggetti ad un rallentamento del metabolismo, con un conseguente aumento di peso.
Cosa occorre sapere, quindi, su tiroidectomia e dieta? Facendo riferimento alle indicazioni del proprio medico, dopo un intervento di questo tipo si dovrebbero consumare cibi ricchi di iodio (gli stessi consigliati per chi soffre di ipotiroidismo), di selenio e di zinco. E' fondamentale mangiare regolarmente verdura, frutta, cereali integrali, pesci magri, carni magre, alghe e frutta secca, evitando invece l'alcol. Occorre praticare, inoltre, una regolare attività fisica e non esagerare con le calorie in quanto dopo la tiroidectomia è molto facile guadagnare peso in eccesso.
Il parere dell’esperto
Il Dottor Mastropietro aggiunge: “Prima di parlare di dieta per la tiroide, bisogna inquadrare lo stato clinico della persona per capire di quale tipo di affezione della tiroide si parla. Per esempio la tiroidite di Hashimoto è la malattia autoimmune più comune e la principale causa di ipotiroidismo, in cui si verifica un danno alla ghiandola tiroidea dovuto all'infiltrazione di linfociti. È caratterizzato da un aumento dei livelli di anticorpi contro la perossidasi tiroidea e la tireoglobulina.
Molti pazienti con questa malattia, anche nello stato eutiroideo, hanno eccesso di peso corporeo, disturbi metabolici e ridotta qualità della vita. A causa delle frequenti carenze nutrizionali concomitanti, il ruolo di vitamina D, iodio, selenio, magnesio, ferro e vitamina B12 è attualmente dibattuto. Diversi studi hanno sottolineato i benefici dell'integrazione di vitamina D e selenio. Non esiste ancora una dieta specifica raccomandata per questi pazienti, ma è stato suggerito un effetto protettivo di una dieta antinfiammatoria ricca di vitamine e minerali e povera di alimenti di origine animale. Non ci sono prove sufficienti per supportare una dieta priva di glutine per tutti i pazienti con tiroidite di Hashimoto. La farmacoterapia, insieme a un'alimentazione e un'integrazione appropriate, sono elementi importanti dell'assistenza medica. I suddetti fattori possono diminuire i livelli di autoanticorpi, migliorare la funzione tiroidea, rallentare il processo infiammatorio, mantenere il giusto peso corporeo, alleviare i sintomi e prevenire carenze nutrizionali e lo sviluppo di disordini metabolici.”