Disintossicante, anti-age e versatile: queste, in breve, le tre (presunte) caratteristiche che hanno reso la dieta crudista o “Raw Food” uno dei regimi alimentari più in voga del momento.
C’è chi la pratica in modo ortodosso e chi preferisce introdurla in modo parziale nella propria alimentazione, osservando naturalmente un solo comandamento: crudo è sano.
Ma quali sono gli alimenti e le ricette prediletti dai crudisti? Esistono reali vantaggi nell’abbracciare questo tipo di dieta?
Cerchiamo di vederci più chiaro.
In che cosa consiste il crudismo?
Il “credo crudista” è molto chiaro: ciascun pasto (spuntini compresi) può includere solamente alimenti crudi.
La dieta crudista è indubbiamente ricca di colori, profumi e sapori legati ai prodotti della terra, e le ragioni di una scelta alimentare così radicale si basano sulla credenza che il corpo umano sia “naturalmente” propenso all’assimilazione dei soli cibi crudi, più sani e ricchi di vitamine.
Non solo, i crudisti più convinti pensano che uno stile di vita di questo tipo aumenti l’energia percepita durante la giornata e aiuti anche a dormire meglio.
Secondo il crudismo quindi, la cottura costituisce non un vantaggio e una comodità acquisiti dall’uomo in secoli di evoluzione, bensì una vera e propria minaccia.
Al processo di cottura degli alimenti è imputata la distruzione di nutrienti quali vitamine essenziali per l’organismo, così come la formazione di sostanze tossiche dannose per numerosi organi, primo fra tutti l’apparato gastro-intestinale.
L’unica procedura di “cottura” ammessa dal crudismo è pertanto l’essiccazione, la quale richiede l’esposizione degli alimenti ad una temperatura massima di 42°C.
Come è facile immaginare, affermazioni di questo tipo hanno dato vita non solo ad un enorme seguito, ma anche ad innumerevoli dibattiti in campo medico, soprattutto in seguito all’avvento di internet e dei social network.
Diverse sono le forme di crudismo:
- Crudismo onnivoro: quello più “permissivo”, che prevede il consumo di alimenti come carne e pesce, preferibilmente selvatici o al più allevati in natura.
- Crudismo vegetariano: sono ammessi solo vegetali e prodotti derivati degli animali) e vegana (sono ammessi solo ortaggi e frutti).
- Crudismo fruttariano: prevede il consumo di soli frutti, naturalmente crudi.
Dieta crudista: i falsi miti da sfatare
Al bando i fornelli, dunque, ma senza rinunciare ad alcune tipologie di ingredienti, come per esempio quelli di origine animale.
Già , perché anche se normalmente si è propensi ad accostare al crudismo i principi del veganismo, ciò non è necessariamente vero.
Una prima credenza da sfatare, è proprio quella che vede l’associazione esclusiva del crudismo ai principi della dieta vegana
Mangiare cibo crudo non è sinonimo di vegano, infatti, all’interno di tale scelta alimentare possono coesistere numerose fonti di nutrimento.
Un secondo mito da sfatare sul crudismo riguarda, poi, le reazioni fisiologiche sperimentate da chi ha adottato la dieta crudista: pare infatti che alcuni “imprevisti” intestinali, come tensione addominale e flatulenza, tendano ad aumentare nel tempo, senza migliorare quindi la risposta del corpo all’eliminazione delle tossine.
Ma le controversie non finiscono qui. Da un punto di vista biochimico, gli scettici più agguerriti imputano al crudismo una contraddizione di base: gli enzimi contenuti negli alimenti, infatti, vengono comunque elaborati dai succhi gastrici durante la digestione.
In virtù di ciò, la presenza o meno di sostanze attive negli alimenti è irrilevante.
Crudismo vegano: i vantaggi delle ricette
Prese di posizione a parte, c’è da dire che il crudismo vegano si basa su di un tipo di cucina particolarmente versatile e creativo.
Anche i meno esperti in cucina possono, infatti, dilettarsi nella preparazione di coloratissime insalate, così come di sfiziose varianti di celebri primi e secondi piatti.
I vantaggi delle ricette crudiste sono molteplici: dicendo addio a termometri, forni e padelle, è possibile non solo risparmiare tempo, ma anche sperimentare nuovi sapori e ampliare le proprie conoscenze in fatto di ingredienti.
Anche in questo caso, però, occorre fare una precisazione: come nel caso dei crudisti onnivori, ci sono degli alimenti che possono essere mangiati dopo essere stati sottoposti a marinature che durano anche 48h.
Molto importante, per chi pratica il crudismo vegano, è il concetto di stagionalità degli alimenti: esso consiste nel prediligere, all'interno dei menù crudisti, alcuni frutti e ortaggi a discapito di altri, rispettando i naturali cicli stagionali delle colture locali, inquinando di meno e rispettando il pianeta.
Dal punto di vista della socialità/convivialità è un modello alimentare ghettizzante.