Recenti studi hanno mostrato che esiste un legame tra il sistema immunitario ed il modo in cui il corpo reagisce allo stress.
Una ricerca condotta sui roditori ha aumentato le speranze che in futuro, modificando il sistema immunitario di una persona, si possa arrivare a curare o addirittura prevenire condizioni gravi come la sindrome da disturbo post traumatico (PTSD).
Lo studio
Il professor Christofer Lowry, studioso presso la Colorado University a Boulder, insieme ai suoi colleghi, ha trovato un collegamento, nei topi, tra il sistema di difesa dell’organismo e lo stress. A questi è stato iniettato un batterio, il Mycobacterium vaccaeuna, una volta a settimana per tre settimane consecutive per modulare il loro sistema immunitario. Sia questi roditori, che altri non trattati, sono stati testati, inserendoli entrambi in gabbie con animali più grandi. E’ stato osservato che i topi ai quali non era stato iniettato il batterio si sono mostrati più timidi e in seguito hanno manifestato reazioni generate dallo stress come, ad esempio, il colon infiammato. L’esatto opposto accadeva invece ai topi trattati che si dimostravano più fiduciosi prima e più sani dopo; erano semplicemente più pro-attivi.
La stessa squadra di studiosi ha condotto anche un secondo esperimento, che si è concluso con un risultato simile. Ha trattato un gruppo di ratti con lo stesso tipo di batterio e ne ha tenuti altri non trattati. Lowry e la sua equipe hanno addestrato tutti e due i gruppi ad associare un suono particolare con una scossa elettrica al piede. Appena i topi hanno capito che dovevano temere quel suono, gli studiosi hanno iniziato a riprodurre il rumore senza però far partire la scossa elettrica. I roditori trattati hanno imparato a non avere paura in modo più rapido rispetto ai loro simili a cui non era stato inoculato il batterio.
I risultati dello studio
All’inizio di questo mese i risultati di tali studi sono stati presentati alla riunione dell’International Behavioral Neuroscience Society. Si è notato come questi sembrino seguire ciò che già molti scienziati sospettavano: cioè un collegamento tra lo stato del sistema immunitario e le condizioni mentali, come la depressione e la sindrome da stress post traumatico. Analisi condotte su membri delle forze armate, soggetti ad alto rischio all’insorgere della PTSD, hanno evidenziato che i soldati con alti livelli di una particolare proteina infiammatoria sono più ad alto rischio di sviluppare quel tipo di disturbo.
La domanda che viene da porsi e se, visti i collegamenti tra i risultati emersi dallo studio sui topi e quello che si verifica negli esseri umani, si possa aprire una via per il trattamento dei disturbi mentali attraverso il sistema immunitario. A tal proposito il dottor Bill Deakin della Manchester University sta per verificare se il trattamento di pazienti schizofrenici, con un farmaco da iniettare che combatte l’infiammazione del cervello, possa aiutare a rallentare lo sviluppo della malattia.