Il termine Klebsiella indica un genere di batteri gram-negativi appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae, un insieme di microrganismi normalmente presenti all’interno dell’intestino umano e animale.
Ad oggi sono note diverse specie di Klebsiella, ma quelle maggiormente coinvolte nelle infezioni umane sono tre: Klebsiella pneumoniae, Klebsiella oxytoca, Klebsiella granulomatis.
Questo batterio è responsabile dell’11,8% delle polmoniti diagnosticate a livello mondiale: per tale motivo, cercheremo ora di capire quali sono i trattamenti e le cure ritenute più efficaci.
Come avviene la trasmissione?
La Klebsiella pneumoniae vive all’interno dell’intestino e del tratto oro-faringeo umani, senza generare - nella maggior parte dei casi - alcun tipo di problema. La trasmissione del batterio non avviene per via aerea, ma richiede un contatto diretto con superfici contaminate o soggetti infetti.
In alcune condizioni particolari, questo organismo all’apparenza innocuo può tramutarsi in una vera e propria minaccia, praticamente impossibile da combattere con i comuni antibiotici.
Le infezioni da Klebsiella pneumoniae infatti, sono piuttosto rare negli individui sani, e si concentrano all’interno degli ospedali su pazienti affetti da:
- alcolismo;
- diabete;
- tumori;
- patologie polmonari;
- patologie epatiche;
- disfunzioni renali;
- patologie autoimmuni o immunodepressione.
Secondo studi recenti, la concentrazione di portatori di Klebsiella pneumoniae nella popolazione generale è compresa tra il 5% e il 38% degli individui totali, una percentuale relativamente bassa che negli ospedali sale al 77%.
La Klebsiella infatti, può infettare facilmente i dispositivi medici presenti nei diversi reparti, come per esempio catetere vescicale o stent ureterale (o tutore ureterale), ma anche nei ventilatori endotracheali per la respirazione assistita.
Quali sono i sintomi della Klebsiella pneumoniae?
Quando la Klebsiella pneumoniae penetra all’interno dell’organismo, si diffonde in primo luogo nel sangue, causando solo in un secondo momento l’infezione di un particolare organo o tessuto.
A causa di questo fenomeno, i sintomi delle infezioni da Klebsiella possono variare sensibilmente, dando luogo a patologie differenti.
Infezioni dell’apparato respiratorio
La polmonite batterica causata dalla K. pneumoniae è uno dei principali risvolti dell’infezione, e si manifesta con:
- febbre;
- tremori;
- tosse;
- formazione di muco giallo o sanguinante;
- difficoltà a respirare;
- dolore toracico.
Infezioni del tratto urinario
Quando si verifica un’infezione del tratto urinario da Klebsiella pneumoniae, i sintomi includono:
- frequente bisogno di urinare;
- presenza di sangue nelle urine;
- bruciore durante la minzione;
- dolore addominale e dell’area pelvica;
- dolore alla schiena.
Se l'infezione si estende ai reni è possibile sperimentare:
Infezioni della pelle
Quando il batterio penetra all’interno di una lacerazione cutanea, è possibile che prenda avvio un’infezione della pelle.
Questo fenomeno è purtroppo frequente durante le operazioni chirurgiche.
I sintomi in questi casi comprendono:
- cellulite;
- fascite necrotizzante;
- miosite;
- febbre;
- arrossamento cutaneo;
- gonfiore;
- spossatezza.
Ulteriori sintomi della Klebsiella pneumoniae
Le possibili infezioni causate dal batterio Klebsiella pneumoniae possono, infatti, coinvolgere importanti organi, come il cervello, il fegato e gli occhi, causando rispettivamente:
- meningite, contraddistinta da sintomi come febbre alta, nausea, vomito, mal di testa, fotofobia;
- ascesso epatico, che si manifesta con la comparsa di lesioni nel fegato, febbre, dolore all’addome, nausea, vomito e diarrea;
- endoftalmite, un’infezione che comporta dolore agli occhi, perdita di secrezioni giallastre, arrossamento, fotofobia.
In alcuni casi, la Klebsiella infetta direttamente il sangue, dando origine ad una patologia nota come batteriemia.
Quest’ultima, se non trattata preventivamente, può dare luogo ad un’infezione mortale nota come sepsi.
La terapia e la cura da seguire
Con il passare del tempo, la Klebsiella ha sviluppato un'elevata resistenza a diversi antibiotici, compresi i carbapenemi, una classe di molecole finora ritenuta tra le più efficaci per contrastare le infezioni più gravi.
Nel caso di infezioni non antibiotico resistenti, gli antibiotici più adatti includono:
- tigecillina;
- gentamicina;
- cefalosporine di terza generazione;
- fosfomicina;
Questi e molti altri tipi di antibiotici possono essere scelti in base al luogo dell’infezione ed utilizzati in associazione tra loro.
La terapia per le polmoniti e le altre infezioni causate dal batterio deve, naturalmente, essere prescritta e seguita dal medico, soprattutto per evitare ulteriori contagi e non assumere dosaggi errati di medicinale.
Purtroppo, allo stato attuale, la Klebsiella pneumoniae è considerata un vero e proprio batterio killer.
Per evitarne la diffusione, gli esperti consigliano pertanto di attuare in primo luogo alcune strategie preventive per arginarne la diffusione, rappresentate da una frequente ed approfondita pulizia delle mani e dall’utilizzo di dispositivi di protezione adeguati.