A tutte noi piace essere abbronzate, è vero. Ci dà quell’aria fresca, riposata e più giovanile che – indubbiamente! – fa sentire meglio. Ma per alcune la cosa va ben oltre, fino a sfiorare la dipendenza patologica.
La fame da abbronzatura, chiamata in termini medici tanoressia, colpisce 1 donna su 5 tra i 18 e i 30 anni, e oltre 11 milioni di persone solo in Italia. Ma cosa fa scattare questo meccanismo? La ricerca del piacere. La pelle, se sottoposta a esposizione prolungata, rilascia gli ormoni responsabili della sensazione di benessere e di appagamento psico-fisico, che agiscono anche contro il dolore.
Ma c’è di più.
L’identikit del tanoressico
Una persona tanoressica manifesterà un’abbronzatura – diciamocelo – eccessiva, durante tutto l’anno, e non solo nei periodi estivi. Oltretutto, senza nessun tipo di protezione solare.
In situazioni estreme, la tanoressia può essere un’indicazione del disturbo dismorfico del corpo: chi ne soffre è generalmente molto critico verso il proprio fisico, in modo ossessivo e compulsivo. Insomma, un meccanismo che poco si discosta da quello innescato dall’anoressia.
Ricordiamoci, poi, che laa pelle non è un organo privato ma piuttosto un organo sociale e relazionale. Dunque, qualora vi fosse un conflitto tra il corpo reale e quello patinato che si vorrebbe, non è strano che si verifichi una dipendenza come la tanoressia. Il sole così come il cibo sono alleati della salute ma se si va oltre e si eccede – prosegue lo psicologo – diventa una compulsione psicopatologica.
Ma non vi sono solo cause psicologiche. La dipendenza da abbronzatura può avere una base fisiologica che coinvolge oppioidi endogeni e carenza di serotonina e dopamina, dei mediatori chimici responsabili della nostra sensazione di benessere.
Tutti siamo a rischio di dipendenza? Non lo sappiamo. Certamente, la tanoressia si sviluppa più di frequente in donne e uomini con tendenze al perfezionismo o che presentano altre forme di dipendenza (da fumo, alcol o droghe). Non solo. I dati statistici ci informano che i tanoressici risiedono perlopiù al Nord Italia nelle aree metropolitane e amano esporsi al sole per più di sei ore al giorno, comprese le più calde, senza creme protettive, ma solo con intensificatori di abbronzatura, fanno lampade UV in inverno ma anche in estate.
Cosa fare per disintossicarsi dal sole
C’è poco da dire. L’abbronzatura eccessiva aumenta il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro della pelle. È questo uno dei rischi più elevati.
Per ottenere un trattamento adeguato, le persone affette da tanoressia dovrebbero rivolgersi a un professionista della salute mentale. Le cure più efficaci disponibili al momento sono la terapia cognitivo-comportamentale, i farmaci antidepressivi, l’ipnosi e i centri di trattamento delle dipendenze.
I farmaci antidepressivi includono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e possono aiutare ad alleviare i sintomi ossessivi e compulsivi della tanoressia.
Un ulteriore trattamento, che si è verificato utile nei casi di tanoressia, è una sessione di audio ipnosi che viene sviluppata da psicologi con una vasta esperienza nell’aiutare le persone a superare vari tipi di dipendenza.
Certo, uscirne – come per tutte le forme di dipendenza – non è semplice. Se ci si rende conto da soli di aver sviluppato una fissazione di questo tipo è già un passo avanti. Sì alla psicoterapia, ma ricordate che l’aiuto può arrivare anche da un’amica attenta che nota una malsana dipendenza dal sole. Meglio ascoltarla, in questi casi.