Si sa, l'"altezza è mezza bellezza", ma se vi dicessimo che nella "botte piccola c'è il vino buono"? A quanto pare è proprio così. Un nuovo studio dimostra, infatti, come gli uomini bassi siano più longevi e sani.
Lo studio
La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One, è stata condotta sulla base dei dati del Kuakini Honolulu Heart Program e Kuakini Honolulu-Asia Aging Study, e ha valutato l’aspettativa di vita di circa 8mila americani di origine giapponese vissuti nelle isole Hawaii, evidenziando che soggetti di sesso maschile che non superano 1 metro e 58 cm di altezza vivono in media di più rispetto a coloro che la cui statura supera il metro e 64 cm.
I risultati
In definitiva, una statura al di sotto del metro e 58 costituisce quasi una “assicurazione” per una vita media più lunga. Pare, dunque, che per i non altissimi e meno belli esista una grande consolazione. Ma come è possibile? Secondo i ricercatori della University of Hawaii (UH) e della John A. Burns School of Medicine, gli uomini bassini godono dell'azione protettiva del gene FOXO3, anche detto “gene della longevità”.
Questo frammento di DNA determina uno sviluppo limitato del corpo durante il periodo della crescita, ma garantisce una vita più lunga. Grazie all’espressione dello stesso gene, gli uomini bassi corrono un rischio inferiore di ammalarsi di tumore e godono di livelli minori di insulina. A dire del dott. Bradley Willcox, uno degli autori della ricerca che ha dimostrato un parallelo tra uomini e altre specie animali, si mostra per la prima volta la correlazione tra l’altezza di un uomo e il gene FOXO3.
Lo studio ha valutato l’aspettativa di vita di circa 8mila uomini, nati tutti tra il 1900 e il 1919: di questi, 1.200 hanno vissuto quasi 100 anni e circa 250 sono ancora vivi, rendendo le Hawaii uno dei paradisi del mondo con una maggiore presenza di ultracentenari.
Insomma, una grande rivincita per chi guarda il mondo in punta di piedi, ma è destinato a vedere più lontano.