Sei single? Secondo l’Oms potrebbe essere una “disabilità”

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 26 Ottobre, 2016

Sei single? Allora hai meno probabilità dei procreare

L’Organizzazione Mondiale della Salute sta valutando l’idea di inserire nella categoria dell”infertile’ tutte le persone single, ovvero che non hanno un partner sessuale stabile al proprio fianco.

Lo scopo di questa decisione sarebbe quello di dare a tutte le persone, che siano uomini, donne, eterosessuali o omosessuali, le stesse opportunità delle persone che sono in coppia e/o sposate, ovvero quella di ricorrere alla fecondazione in vitro per avere un figlio.

Single = infertile: si apre la polemica

Chiaramente, come per tutte le decisioni d’impatto, è sorta una polemica riguardo all’avvicinamento della parole “disabile” al termine “single”.

Quello che si chiedono le persone che non sono in coppia è: davvero posso venir considerato “diverso” rispetto a chi vive una relazione di coppia? Non è un discorso discriminatorio? Invece, il concetto è completamente l’opposto.

L’Oms ha già dichiarato in precedenza che si possono inserire nella categoria dei disabili tutte le persone infertili o che, dopo un anno di rapporti sessuali non protetti, non abbiano ancora iniziato una gravidanza (ovviamente cercata).

All’interno di questo gruppo, l’Organizzazione Mondiale della Salute vorrebbe, appunto, inserire anche le persone single, in quanto sono inabilitate a procreare, non avendo al proprio fianco un partner sessuale con il quale concepire.

Lo scopo è quello di allargare il diritto alla famiglia, inserendo più categorie di persone nel gruppo dei disabili e concedendo loro maggiori possibilità di concepimento, anche se non in coppia.

Un figlio da single

Con questo provvedimento, i trattamenti che per ora vengono concessi solo alle persone sposate, o almeno in coppia, verranno elargiti anche ad altri soggetti.

Il cambiamento sarà a livello globale, in quanto prenderà in considerazione tutti i Paesi che hanno aderito all’Oms.

Ci sono già gli oppositori a questa iniziativa, come Josephine Quintavalle, dell’organizzazione Comment on Reproductive Ethics, che afferma con sicurezza che una ridefinizione del genere porterà soltanto a caos e confusione sul reale motivo per cui si voglia procreare, ovvero quello di creare una famiglia con un padre e una madre. Il suo timore è che, in un futuro neanche tanto lontano, i bambini verranno creati e fatti crescere in laboratorio.

Ci auguriamo invece che un’iniziativa del genere porti a un’omogeneità sempre maggiore dei diritti di persone di ogni sesso e orientamento sessuale.

Stefania Virginio
Scritto da Stefania Virginio

La mia formazione comprende una laurea in Lettere e Filosofia, indirizzo socio antropologico e geografico, arricchita da tre Master conseguiti nel corso degli anni. La mia esperienza nel campo si estende da oltre 10 anni, durante i quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Stefania Virginio
Stefania Virginio
in Attualità

209 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
Una persona con in mano un cellulare
Astinenza da smartphone: lo studio dice come influisce sul cervello e sulla dipendenza

Uno studio rivela che ridurre l’uso dello smartphone può attivare recettori legati alla dipendenza, come accade con nicotina e alcol. Scopri i dettagli.