Un nuovo pericolo sembra colpire l’area del Madagascar: un focolaio di peste sta minacciando la salute di migliaia di persone. 119 sono i casi di contagio, confermati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità entro lo scorso anno; 40 sarebbero purtroppo le prime vittime della pestilenza. Negli ultimi giorni, le autorità hanno dichiarato con evidente preoccupazione che la malattia sta prendendo una piega allarmante.
Le ultime dichiarazioni
“L’epidemia che è scoppiata lo scorso novembre sta assumendo dimensioni inquietanti“, dichiarano dall’OMS. “Le pulci che trasmettono questa antica malattia dai ratti agli esseri umani hanno sviluppato una chiara resistenza agli insetticidi più efficaci“. Inoltre, la propagazione delle pulci nelle baraccopoli densamente popolate della capitale Antananarivo sembra continuare ad aumentare. Casi di peste sono stati confermati in almeno 20 distretti della capitale.
Le cause della peste
La peste è causata dal batterio Yersinia pestis, trovato in alcuni roditori e diffuso dalle pulci. Le recenti inondazioni nella nazione hanno costretto decine di migliaia di persone a spostamenti, assieme a un “numero imprecisato di topi”; ciò giustificherebbe i timori che la malattia possa diffondersi ancora.
Purtroppo, il contagio avviene in maniera veloce. Una volta che una pulce infetta morde gli esseri umani, di lì a poco compaiono i primi sintomi della peste bubbonica, che è caratterizzata da un doloroso gonfiore dei linfonodi. Se i batteri poi raggiungono i polmoni, si può sviluppare una peste di tipo polmonare, più rara e aggressiva, trasmessa attraverso la tosse da uomo a uomo.
Come agire per limitare il diffondersi dell’epidemia?
Molto importante è una diagnosi veloce. “Se diagnosticata precocemente, la peste bubbonica può essere trattata con successo con gli antibiotici. La peste polmonare, invece, è una delle malattie infettive più mortali; i pazienti colpiti possono morire 24 ore dopo l’infezione”.
Almeno l’8% dei casi diagnosticati ha rilevato la presenza di peste polmonare nei pazienti, ha dichiarato l’OMS. Non sono chiare però le ultimissime percentuali. Quel che è certo è che le epidemie di peste del passato che si sono verificate in Europa, Stati Uniti, Africa, Asia e Sud America, hanno provocato la morte di migliaia di persone. La peste era, infatti, conosciuta come la “morte nera” nell’Europa del 14° secolo, e ha portato al decesso di 50 milioni di persone. Un rischio ancora attuale, da non sottovalutare.
Seguiremo l’evolversi della situazione.