Ecco perché ci abbronziamo!

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 23 Giugno, 2017

Il meccanismo dell'abbronzatura

Come ben sappiamo, i raggi ultravioletti del sole e quelli emessi dalle lampade per l’abbronzatura possono essere pericolosi per la nostra pelle.

Più tempo si passa sotto i cocenti raggi estivi più aumenta il rischio di sviluppare successivamente melanomi o tumori che coinvolgono le cellule dell’epidermide, senza contare il precoce invecchiamento della pelle a cui si va incontro. Ma perché ci si abbronza? Vediamolo insieme!

Perché la nostra pelle si abbronza?

Ogni volta che la nostra pelle non è protetta dai vestiti o da creme solari, viene sottoposta a una dose massiccia di radiazioni ultraviolette, che possono provocare scottature o che scuriscono la pelle.

Il colore che la pelle assume dopo che abbiamo preso il sole dipende dalla quantità di melanina prodotta dal nostro organismo. Più la pelle è chiara più la produzione è minore, e viceversa.

Normalmente il corpo tenta di proteggere la nostra pelle dai raggi UV producendo melanina. Quando la pelle viene danneggiata dai raggi del sole, vi è una sovrapproduzione di melanina, poiché l’organismo si mette subito in azione per difendere l’epidermide da quello che è, a tutti gli effetti, un agente dannoso e potenzialmente cancerogeno.

Tendenzialmente le persone con una carnagione più scura producono più melanina, quindi in casi di esposizione solare ottengono un’abbronzatura generale. Chi, invece, ha la pelle più chiara deve fare attenzione, perché la tendenza a scottarsi aumenta.

Le scottature sono molto pericolose, sia perché i raggi UV sono un agente mutageno che può portare le cellule della pelle a mutare in cellule tumorali maligne, sia perché possono rovinare la cute dal punto di vista estetico, provocando macchie irregolari o lentiggini.

Proteggersi dal sole è importante per avere una pelle giovane

Secondo diversi studi, chi si protegge regolarmente dalle radiazioni ultraviolette dimostra circa quattro anni in meno rispetto alla propria età. L’utilizzo di creme solari, cappelli e occhiali da sole è fondamentale per proteggere la pelle dal sole!

Quasi tutti proteggiamo noi stessi e i nostri bambini al mare, in montagna o in piscina. Ma questo non basta! Ogni giorno veniamo esposti a una grande quantità di raggi solari e difficilmente ce ne rendiamo conto. È importante salvaguardarsi anche contro il sole “cittadino”, quando facciamo una passeggiata, andiamo al lavoro o semplicemente aspettiamo un autobus.

Le creme solari, inoltre, non hanno solamente una funzione protettiva, ma anche idratante. Contengono antiossidanti e polipeptidi che hanno un’azione antinfiammatoria e ristrutturante sul DNA delle cellule.

Il meccanismo dell'abbronzatura: la produzione di melanina

La “potenza”della protezione solare dipende dal periodo dell’anno, dall’intensità dei raggi del sole e dal foto. Da maggio a giugno è meglio optare per una crema da 20, mentre nei mesi estivi centrali è consigliato abbondare con una protezione 30 o addirittura 50, soprattutto se abbiamo recentemente subito interventi chirurgici.

Infine, non lasciatevi ingannare dal colore della vostra pelle: per quanto possa essere scura, chiunque necessita di proteggersi con apposite creme o lozioni.

Abbronzarsi senza sole: come fare?

Un laboratorio del Massachusetts General Hospital sta sperimentando un nuovo farmaco che consenta di abbronzarsi senza incorrere nei danni che una lunga esposizione al sole può provocare.

Non si tratta di un farmaco pensato per il mercato cosmetico, come ad esempio le numerose sostanze autoabbronzanti in voga in questo periodo, quanto più di un medicinale vero e proprio, ideato per combattere i cancri alla pelle e l’invecchiamento precoce.

La tonalità della nostra pelle dipende infatti dalla quantità di melanina prodotta dal nostro organismo. La melanina, inoltre, protegge il corpo dai danni delle radiazioni solari.

L’innovazione di questa nuova ricerca risiede nella scoperta di un modo per attivare la melanina anche in assenza di raggi ultravioletti, sia che si tratti del sole diretto che delle lampade abbronzanti, molto dannose per la nostra salute.

Questa novità non è tanto importante per il fattore estetico legato a un’abbronzatura invidiabile, a cui il team di scienziati ha prestato ben poco interesse, quanto a un aspetto prettamente legato alla salute. Un farmaco di questo tipo, abbinato a una buona crema solare, sarebbe un’ottima soluzione per combattere il rischio di tumori alla pelle, fornendo al nostro corpo la massima protezione possibile.

I ricercatori statunitensi hanno tenuto a sottolineare che questo nuovo farmaco vuole rappresentare un passo avanti nella lotta al cancro alla pelle. La valenza estetica che ne deriva è di poca importanza, se paragonata all’obiettivo dello studio di sviluppare una strategia vincente per proteggersi dai raggi UV.

In tal senso, un prodotto in grado di sollecitare la produzione di melanina all’interno del nostro organismo rappresenta un passo fondamentale da punto di vista medico!

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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