La lunga disputa sull’efficacia dell’omeopatia si arricchisce di un nuovo capitolo.
Recentemente, infatti, uno studio australiano del National Health and Medical Reseach Council, stronca in toto le cure omeopatiche: “Non c’è alcuna malattia per cui esista una prova attendibile dell’efficacia dell’omeopatia. Non esiste una ragione fondata per affermare che l’omeopatia funzioni meglio di una zolletta di zucchero. Chi si affida all’omeopatia mette a rischio la propria salute”.
La ricerca australiana
Lo studio ha analizzato 225 pubblicazioni in tema di omeopatia, sostenendo che i documenti in cui emerge l’efficacia delle cure sono poco scientifici e mal condotti. “In molti penseranno che questa nostra ricerca sia solo una montatura per favorire gli interessi delle grandi case farmaceutiche, però non è così e noi ci auguriamo davvero che molti possano rivedere il proprio giudizio sull’omeopatia, interrompendone l’assunzione e la distribuzione”, ha affermato Paul Glasziou, presidente del Nhmrc Homeopathy Working Committee. L’esito di questo studio australiano è stato diffuso dai principali media internazionali.
Critiche dal mondo dell’omeopatia
Le repliche, molto aspre, non si sono fatte attendere. Si è mossa per prima l’Associazione Australiana di Omeopatia: “Milioni di cittadini ormai ricorrono a questi rimedi traendone grandi benefici. Inoltre, andrebbe fatta un’analisi complessiva più efficace sui dati, anche economici, dell’impatto della medicina omeopatica”.
Anche in Italia questo studio australiano ha sollevato molte critiche. Simonetta Bernardini, responsabile dell’Ospedale Pubblico di Pitigliano ha così commentato: “Questa ricerca australiana non ha nulla di scientifico. Non è stata pubblicata su una rivista scientifica, è figlia di vecchi pregiudizi e si basa sull’analisi di solo 225 casi, tralasciando le migliaia di ricerche scientifiche che hanno confermato l’efficacia delle cure omeopatiche. È vero che l’omeopatia può essere rischiosa, ma solo se praticata da medici inesperti. Forse è il caso dell’Australia, di sicuro non quello dell’Italia”.
Antonella Ronchi, presidente della Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopatici, aggiunge: “Il vero problema è la mancanza di una ricerca scientifica più sviluppata sul tema. È anche difficile fare una valutazione complessiva di un intero metodo terapeutico, non capisco come questo studio australiano abbia potuto anche solo pensarci”.
Anche Osvaldo Sponzilli, direttore dell’Ambulatorio di medicina omeopatica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, non sembra essere d’accordo con le ricerche australiane: “Questo studio assomiglia di più ad una campagna mediatica contro l’omeopatia. La mia esperienza medica rivela che i medicinali omeopatici sono farmaci efficaci e sicuri. In molti si rivolgono all’omeopatia dopo aver sperimentato, senza successo, tutte le possibilità della medicina tradizionale e trovano sollievo nella medicina omeopatica. Esistono tantissimi studi che confermano l’efficacia dell’omeopatia, le conclusioni del rapporto australiano mi sembrano soggettive e senza alcuna parvenza di scientificità”.