Come accorgersi di avere una mentalità da “vittima”

Alessia Di Nardo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 17 Giugno, 2016

Ecco qual è la mentalità della vittima

“Capitano tutte a me!”

Capita a tutti, durante la propria vita, di trovarsi dinanzi a situazioni spiacevoli o dolorose.

La differenza sta nel modo di affrontare tali situazioni, perché c’è chi riesce a farlo senza problemi e chi, invece, inizia a credere di essere il bersaglio preferito dalla sfortuna.

Queste persone tendono a comportarsi come se il mondo ce l’avesse con loro, assumendo un atteggiamento da “vittime”, che le porta a sentirsi prese di mira dal destino o dagli altri, nei quali vedono intenzioni meschine.

Se ritenete di appartenere a questa categoria di persone, chiedetevi se questa situazione vi faccia stare bene e, se la risposta è “no”, convincetevi del fatto che avete tutto il potere di cambiarla e dovete farlo, prima di tutto, per voi stessi e, poi, per vivere bene insieme agli altri.

Se siete intenzionati a voler cambiare questa situazione, significa che siete consapevoli di soffrire di vittimismo e, quindi, avete già fatto un passo avanti verso la guarigione.

Tutto contro di me… o forse no!

Secondo Robert Leahy, direttore dell’Istituto Americano per la Terapia Cognitiva, esistono una serie di dimensioni che caratterizzano il vittimismo.

Vediamole insieme.

  1. Ci si sente impotenti, incapaci di risolvere un problema o di affrontarlo in modo efficace. Soluzione: anche se vi trovate dinanzi a una situazione irrisolvibile, pensate a quali risorse sono a vostra disposizione per agevolarla il più possibile.
  2. Si tende a vedere i problemi come catastrofi. Soluzione: chiedetevi se davvero il problema è così grave, qual è la cosa peggiore che può accadere e come si può far fronte a tutto.
  3. Si tende a pensare che gli altri stiano volutamente cercando di farvi del male. Soluzione: chiedetevi se l’intento malefico che vedete negli altri esista davvero e che cosa ci guadagnerebbero dal danneggiarvi. E, se anche dovessero esserci persone che vorrebbero farvi del male, ne esistono anche altre che vi sostengono e vi vogliono bene, perciò, vale la pena concentrarsi su queste.
  4. Si crede di essere i soli a esser stati presi di mira per essere maltrattati. Soluzione: pensate alle persone che conoscete e che si trovano nella vostra stessa situazione e accettate il fatto che non siete soli.
  5. Si è fortemente legati all’idea che si è delle vittime e non si prendono in considerazioni altre prospettive per cambiare la propria visione delle cose. Soluzione: focalizzatevi su cosa potete fare per aiutare voi stessi e per evitare che in futuro possiate ritornare ad avere tali atteggiamenti. E parlatene con persone che rispettate e che possano darvi il loro contributo.
  6. Ci si sente quasi in dovere di doversi concentrare sui ricordi dolorosi e sul rancore derivante dalle situazioni passate. Soluzione: pensate se questi modi di pensare vi stiano agevolando o vi rendano infelici. Il passato non può essere cambiato, ma lasciar andare via la rabbia e il rancore può aiutarvi a vivere meglio.

Se siete delle persone che tendono a comportarsi da “vittime”, seguite questi piccoli suggerimenti e imparerete ad affrontare meglio le sfide che la vita propone, senza ansie!

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Scritto da Alessia Di Nardo | Blogger

La scrittura è la mia più grande passione. Lavorare come web editor per Pazienti.it è un’opportunità per unire questa passione all'utilità di comunicare ai lettori messaggi di salute.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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