La malattia di Alzheimer è una demenza senile progressiva: una malattia neurologica con sintomi specifici in progressivo peggioramento, che colpisce prevalentemente lapopolazione anziana. La malattia colpisce la corteccia cerebrale provocando alterazionia carico di: memoria, linguaggio, comportamento/personalità, funzioni esecutive (ad es.pianificazione), percezione visiva. Il morbo di Alzheimer viene spesso associato a disturbi di memoria: in fase iniziale il malato può avere difficoltà a ricordare informazioni nuove e recenti, ma con l’avanzare della malattia viene colpita anche la memoria personale: la storia autobiografica dell’individuo. A livello del linguaggio il paziente può faticare a trovare leparole desiderate nella conversazione (fenomeno della parola sulla punta della lingua) e il suo vocabolario si impoverisce progressivamente. I familiari possono avvertire un cambiamento nel comportamento e nella personalità del paziente. In fase avanzata di malattia, situazioni o eventi (reali o immaginati) possono turbare il malato e scatenare in lui una reazione aggressiva, data dalle difficoltà nel controllo degli impulsi. E’ importante sottolineare che nonostante la complessità dei sintomi della malattia, se la diagnosi è precoce la persona conserva per lungo tempo consapevolezza di sè, capacità cognitive e risorse psicologiche. In questo caso, il paziente può trarre benefici da un trattamento di stimolazione delle funzioni cognitive. La diagnosi di malattia di Alzheimer sconvolge tanto il paziente quanto la famiglia ed il dolore che ne scaturisce viene affrontato in base alle risorse psicologiche di ognuno. La sofferenza del familiare deriva dal vedere il proprio caro perdere progressivamente le sue capacità. L’impegno del familiare nell’assistere il proprio caro malato è tanto fisico quanto psicologico. Parallelamente al percorso sanitario assistenziale del malato, il familiare che lo assiste dovrebbe avere l’opportunità di usufruire di un sostegno psicologico. Il supporto psicologico di un esperto può dare infatti sollievo emotivo al familiare e aiutarlo a comprendere le manifestazioni della malattia.
L’autore di questo articolo è la dott.ssa Viola Nicolucci, psicologa specializzata in neuropsicologia dei disturbi cognitivi acquisiti