I progressi della scienza non si fermano, anche quando parliamo di Parkison. Proprio ieri, all’ospedale Borgo Trento di Verona, è stato inaugurata una nuova apparecchiatura (MRgFus) ad ultrasuoni focalizzati e guidati da risonanza magnetica, che consente di trattare in modo assolutamente non invasivo patologie neurologiche invalidanti tra cui spicca, appunto, il morbo di Parkison. Cerchiamo di capirne di più
Stop ai tremori del Parkinson e non solo: ecco come
È il primo macchinario di questo tipo installato in Europa, ha spiegato orgoglioso il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, Francesco Cobello. L’obiettivo è quello di trattare in modo non invasivo diversi tipi di patologie, sfruttando gli ultrasuoni per distruggere tutte quelle alterazioni benigne presenti nei tessuti, senza però andare ad alterare i tessuti sani circostanti.
Il macchinario si basa su due principi fondamentali. Tramite una risonanza magnetica “3 Tesla” (unica in Italia), vengono individuati con estrema precisione le parti dell’organismo da trattare. Con gli ultrasuoni focalizzati, invece, si procede con la distruzione dei tessuti malati, tramite un innalzamento della temperatura.
MRgFus, acronimo di «Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica», permette non solo di curare i tremori scaturiti dal morbo Parkinson, ma anche quelli derivanti da altre condizioni, come l’invalidante dolore neuropatico e varie forme di tumori alle ossa. In più, il macchinario può trattare i fibromi e l’adenomiosi, una forma particolare di endometriosi. Inoltre, in futuro, gli scienziati sperano di sfruttarla anche per rilasciare farmaci nel cervello attraverso la barriera ematoENcefalica e trattare altre forme di tumore, come il cancro alla prostata e le metastasi ossee.
Le evidenze scientifiche già ci sono, la strada è già stata imboccata. A Verona sono già state avviate con successo alcune applicazioni per curare patologie fortemente invalidanti su un campione pazienti selezionato da un team di neuroradiologi, neurologi, neurochirurghi e fisici medici.
I dati che ne sono emersi sono oltremodo incoraggianti. L’avveniristico dispositivo è infatti efficace nell’80% dei pazienti e consentente una miglioramento con innumerevoli vantaggi rispetto ai trattamenti standard. In primis, non ha effetti collaterali. Ma non solo: non provoca dolori, evita la possibilità di contrarre infezioni batteriche causate dall’ospedalizzazione, non richiede nessun tipo di intervento chirurgico e, infine, non ha alcuna invasività. Insomma, è un macchinario davvero rivoluzionario. E il paziente, subito dopo il trattamento, è in grado di riprendere in maniera completa le attività quotidiane precedentemente compromesse, migliorando decisamente la qualità di vita.
MRgFus: già utilizzata per la cura del fibroma uterino
Come abbiamo già detto, il trattamento tramite MRgFUS è già diffuso per la cura del fibroma all’utero e le adenomiosi. Ovviamente, si tratta di una valida alternativa ai più classici interventi chirurgici: dunque, all’isterectomia (rimozione chirurgica dell’utero), alla miomectomia e alla embolizzazione delle arterie uterine.
Il grande vantaggio, in questo caso, è che la terapia preserva utero e collo dell’utero, salvaguardando così anche la possibilità di gravidanze future. Inoltre, il trattamento si effettua in regime di ricovero, ma con immediata dimissione il giorno successivo, ovviamente solo nel caso in cui non sorgano particolari complicanze.
E gli effetti collaterali sono minimi. Si può avvertire dolore addominale o pelvico, ma con un’intensità molto simile a quella che ogni mese si presenta con il ciclo mestruale. Se dovessero comparire dolori addominali con crampi e nausea è sufficiente assumere farmaci antidolori, come il paracetamolo).
Insomma, diamo il benvenuto a MRgFUS. Anche chi soffre di Parkinson ha una nuova speranza.