La vitamina D non ridurrebbe il rischio di tumore al colon

Claudia Lepori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2015

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In passato, degli studi avevano suggerito che l’assunzione di vitamina D o di calcio avrebbe potuto ridurre il rischio di tumori del colon, ma adesso il risultato di uno studio compiuto per dimostrane l’efficacia smentisce gli studi precedenti.

La nuova indagine si è basata su 2.259 pazienti che avevano subito la rimozione di adenomi, tumori benigni del colon o del retto, attraverso la colonscopia. I ricercatori hanno deciso di prescrivere, in modo casuale, una dose giornaliera di vitamina D o calcio o entrambi o in alcuni casi nessuno dei due. Dopo un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni, i pazienti sono stati sottoposti di nuovo a colonscopie per vedere se gli adenomi si erano sviluppati di ancora.

Il risultato non è stato incoraggiante: il 43 per cento dei pazienti ha sviluppato di nuovo uno o più adenomi e non c’è stata nessuna influenza da parte dell’assunzione di vitamina D o calcio. Anche quei soggetti i cui livelli di vitamina D erano inizialmente bassi non hanno ricevuto alcun beneficio dagli integratori.

Cosa significa?

Dopo che un paziente ha subito la rimozione di adenomi, sarebbe bello essere in grado di offrire un modo per ridurre il rischio di sviluppare di nuovo il problema. Purtroppo, questo studio dimostra che l’assunzione di vitamina D o di calcio non è probabilmente molto utile in questo contesto“, dice Dennis J. Ahnen, ricercatore presso l’Università del Colorado Cancer Center e professore di gastroenterologia presso il Medical Center di Denver VA, uno dei co-autori del documento.

Oltre a conoscere ciò che funziona, è importante scoprire ciò che non funziona“, dice Ahnen. “In questo modo, siamo in grado di andare avanti nella ricerca e anche di evitare di prescrivere trattamenti che non hanno alcun effetto“.

Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, era abbastanza grande per individuare anche gli effetti modesti e l’assunzione degli integratori è stata elevata. I ricercatori affermano che forse un follow-up più lungo o una dose maggiore di vitamina D potrebbero aver prodotto risultati diversi.

C’è una forte lobby nel campo degli integratori in generale e la vitamina D ha molta attenzione in questi giorni“, ha detto l’autore principale, il dottor John A. Barone, professore di ricerca presso la University of North Carolina Gillings School of Public Health. “Ma purtroppo non ha i vantaggi che abbiamo pensato avesse“.

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Scritto da Claudia Lepori | Blogger

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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