L’educazione alimentare nei bambini: quando i film non aiutano le mamme

Benedetta Borzillo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 08 Gennaio, 2014

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Ratatouille,Shrek, Kung Fu Panda, sregolati, irresistibili, quasi bulimici personaggi cinematografici: quanti film per bambini, negli ultimi anni, parlano di cibo? E che comportamenti inducono nei giovani spettatori?

All’Università della North Carolina, sei ricercatori hanno studiato il rapporto tra abitudini alimentari e film per i giovanissimi. Importanti rivelazioni sono emerse dallo studio, come quella, paradossale, che i film per ragazzi inducono alla sedentarietà e al mangiare male. Ma allo stesso tempo condannano l’obesità.

Venti le pellicole analizzate, scelte tra i più popolari film per bambini usciti dal 2006 al 2010. Tra questi, non solo film di animazione come Shrek, Kung Fu Panda e Cattivissimo me, ma anche successi cinematografici pressoché planetari, come Harry Potter e il Principe mezzosangue o Una notte al museo. I risultati? Scoraggianti. Il problema, infatti, è che nei film esaminati si ha una rappresentazione positiva di comportamenti e abitudini scorrette. 

Lo studio, oggi pubblicato sulla prestigiosa rivista Obesity, punta l’indice contro i messaggi che i 20 film presi in considerazione trasmettono, più o meno implicitamente, ai piccoli spettatori. Ecco che nel 70% dei casi, i film per ragazzi inducono a prendere in giro chi è obeso. Ma, contemporaneamente, invitano a comportamenti che provocano l’obesità, come ingurgitare porzioni esagerate di cibo spazzatura (nel 26 per cento dei film analizzati), o consumare enormi quantità di bevande zuccherate (19 per cento).

Inoltre, i film per ragazzi promuovono quello che i ricercatori chiamano "screen time" – e cioè il tempo trascorso davanti a uno schermo: il 40 per cento dei film messi a confronto nello studio mostra la televisione, il 35 per cento il computer e il 20 per cento i video games.

Insomma, i film per bambini troppo spesso pubblicizzano comportamenti non salutari e contraddittori. Shrek è un cattivo esempio? Diciamo, piuttosto, che è un contro-esempio di cui si fa ironia, si ride e le battute si sprecano.
Ma che fare se i bambini non capiscono lo scherzo?

 

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Scritto da Benedetta Borzillo | Blogger

Scrivo, leggo, insegno e... ancora scrivo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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