La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posta nella parte anteriore del collo con le ali ai due lati della trachea. Ha una funzione rilevante nella fisiologia del corpo umano, dal momento che produce ormoni che hanno un ruolo importante per l’intero metabolismo.
Gli ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e tetraiodotironina o tiroxina (T4) agiscono sia nelle tappe fondamentali dello sviluppo corporeo che in tutte le reazioni metaboliche, attraverso l’aumento della sintesi delle proteine e del consumo di ossigeno. Il buon funzionamento della tiroide è garantito dallo iodio, assunto con la dieta, dall’ipofisi e dall’ipotalamo, che svolgono una funzione di regolazione della produzione degli ormoni tiroidei.
L’ipofisi è una ghiandola situata nella parte centrale del cranio e l’ipotalamo una piccola formazione posta sopra l’ipofisi. Questo sistema regola la produzione degli ormoni tiroidei attraverso il rilascio di TSH (tyroid stimulating hormone) dall’ipofisi e TRH (tyreotropine realising hormone) dall’ipotalamo.
Quando l’equilibrio tra TSH e TRH viene alterato, la tiroide entra nelle condizioni patologiche di ipertiroidismo o ipotiroidismo.
Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo (iperattività della tiroide) è una condizione in cui la ghiandola tiroidea produce troppa tiroxina. L’ipertiroidismo può accelerare il metabolismo del corpo in modo significativo, causando la perdita improvvisa di peso, un battito cardiaco rapido o irregolare, sudorazione e nervosismo o irritabilità.
Di solito è presente un rigonfiamento della ghiandola, noto come gozzo, e bulbi oculari sporgenti, una condizione nota come esoftalmo. L’ipertiroidismo colpisce soprattutto le donne, in particolare nel tipo conosciuto come morbo di Basedow, o Basedow – Graves quando è presente una forma di oftalmopatia molto evidente, ed è una patologia autoimmune in cui il corpo produce anticorpi che stimolano la produzione degli ormoni tiroidei.
Il morbo di Basedow colpisce le giovani donne e l’oftalmopatia di Graves si presenta in forma più grave nelle fumatrici [1].
Ipotiroidismo
La condizione contraria, quando la ghiandola produce una quantità insufficiente di ormoni, è nota come ipotiroidismo ed è anch’essa, per lo più, autoimmune. La causa più frequente di ipotiroidismo è una condizione patologica nota come tiroidite di Hashimoto, in cui anticorpi prodotti dall’organismo distruggono le cellule tiroidee, riducendo così la funzionalità della ghiandola.
Spesso l’ipotiroidismo insorge come conseguenza del trattamento al radio-iodio, utilizzato per contrastare l’ipertiroidismo.
Molto grave, ma per fortuna abbastanza raro, è l’ipotiroidismo nei bambini. Porta a ritardi della crescita e dello sviluppo cognitivo. Altre cause di disfunzione tiroidea sono dovute alla possibile formazione di tumori della ghiandola [2].
I sintomi dell’ipertiroidismo
In condizione di ipertiroidismo, tutte le funzioni metaboliche, regolate dagli ormoni tiroidei, tendono ad accelerare producendo, in conseguenza, una quantità di sintomi ben visibili:
- Nervosismo, ansia e irritabilità
- Aumento del ritmo e della frequenza cardiaca
- Tremiti, in particolare nelle mani e nelle braccia
- Sudorazione eccessiva
- Aumento della sensibilità al calore
- Modifiche del ciclo mestruale
- Maggiore frequenza dei movimenti intestinali, anche se la presenza di diarrea è poco comune
- Una cronica condizione di affaticamento e debolezza muscolare
- Disturbi del sonno
I sintomi dell’ipotiroidismo
Sono molto meno eclatanti di quelli dell’ipertiroidismo e alcuni di questi, come stanchezza o vuoti di memoria momentanei, sono molto comuni, pertanto questo stato patologico è difficilmente diagnosticabile nelle fasi d’esordio o finché resta in condizioni sub-cliniche.
Infatti, lo sviluppo della condizione ipotiroidea è lento e può richiedere anche anni perché la la produzione di ormoni tiroidei rallenti in modo significativo. Quando questo avviene tutte le funzioni metaboliche rallentano e ci si trova nella condizione opposta rispetto all’ipertiroidismo. Saranno presenti quindi:
- Bradicardia, cioè ritmo circolatorio rallentato
- Particolare sensibilità al freddo
- Stati depressivi
- Ipercolesterolemia
- Diminuzione del ciclo mestruale nelle donne, fino all’amenorrea
- Disfunzione erettile nell’uomo
La presenza di gozzo è uno dei pochi sintomi in comune con l’ipertiroidismo [3].
Disturbi della tiroide in gravidanza
La gravidanza comporta alterazioni fisiologiche della funzionalità tiroidea con variazioni nella produzione degli ormoni, normalmente ben compensate in una tiroide sana e con una dieta che apporti le giuste quantità di iodio.
L’ipertiroidismo in gravidanza è una condizione fortunatamente piuttosto rara. Ne sono interessate le donne affette dalla malattia di Basedow in ragione di 1 su 500 circa. Ancor più raramente può insorgere in donne sane ma colpite da gravi forme di nausea e vomito durante la gestazione.
Se non diagnosticato in precedenza, riconoscere l’ipertiroidismo in gravidanza è difficile poiché la maggior parte dei sintomi sono piuttosto comuni durante la gestazione. Tuttavia, è importante che venga riconosciuto e trattato farmacologicamente, con farmaci tireostatici, perché ha effetti negativi sulla gestazione.
Il trattamento può essere solo di tipo farmacologico perché il radio-iodio potrebbe causare danni allo sviluppo del feto, mentre quello chirurgico ha diverse controindicazioni e, comunque, è preceduto da un trattamento farmacologico.
L’ipotiroidismo durante la gravidanza, soprattutto nelle prime settimane, può causare problemi al normale sviluppo somatico e cerebrale del feto oltre che complicanze ostetriche, fino all’aborto spontaneo nelle prime 12 settimane. È quindi fondamentale assicurarsi che i livelli di ormoni tiroidei circolanti siano adeguati. Anche per le donne non affette da ipotiroidismo è utile, quindi, effettuare uno screening, all’inizio della gravidanza, con ecografia della tiroide e controllo della concentrazione totale di T3 e T4.
In caso di ipotirodismo il trattamento farmacologico, con levotiroxina, è d’obbligo, anche aumentandone i dosaggi in donne già trattate. Altrettanto importanti sono i controlli mensili del livello degli ormoni. Dopo il parto, le donne trattate con alti dosaggi di farmaci per la regolazione degli ormoni tiroidei non possono allattare al seno i loro piccoli [4].
Depressione e tiroide
Molti casi di depressione, associati a disturbi tiroidei, sono stati documentati e studiati, soprattutto nelle donne.
Diversi studi classificano come “depressione mascherata” alcuni disturbi, più frequenti nelle pazienti con malattia di Hashimoto, ma presenti in tutti i casi di disturbi tiroidei. Un recente studio olandese ha confermato che anche la condizione di ipertiroidismo è un fattore di rischio per la depressione.
La ricerca si è basata su un campione di 1.503 individui con un’età media di 70 anni e non depressi, stando alle risposte date a un questionario somministrato all’inizio dello studio. Il follow-up effettuato nel corso dei successivi 8 anni ha permesso ai ricercatori di rilevare la presenza di sintomi depressivi.
I soggetti sono stati suddivisi in 3 gruppi, in base al livello di TSH rilevato e si è visto che in coloro che presentavano livelli bassi o normali dell’ormone tireostimolante, e che quindi si suppone avessero una tiroide più attiva, era più probabile veder emergere sintomi depressivi nel corso dello studio.
“Questo suggerisce“, dicono i ricercatori dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, “che anche persone con una minima variazione nella funzione tiroidea possono avere effetti sulla salute mentale simili a quelli di chi ha seri disturbi della tiroide, compresi ipertiroidismo e ipotiroidismo. Questi risultati“, concludono i medici, “aiutano a comprendere meglio i potenti effetti che l’attività della tiroide può avere sulle emozioni e possono influenzare il processo di diagnosi e trattamento della depressione così come la cura delle persone con disturbi della tiroide” [5].
Le cure per stare bene
Se la tiroide presenta delle formazioni nodulari, dopo la valutazione delle loro dimensioni e forma, è consigliabile effettuare una biopsia, per escludere il rischio di cancro.
I trattamenti per l’ipertirodismo sono sia farmacologici che chirurgici, anche se il trattamento più diffuso è ancora quello radiometabolico con somministrazione di Iodio 131.
Il trattamento farmacologico prevede la somministrazione di farmaci tireostatici per controllare e regolare la sovraproduzione ormonale.
Il trattamento chirurgico può prevedere l’asportazione parziale o totale della tiroide.
Il trattamento radiometabolico prevede la somministrazione di una compressa di iodio 131. Spesso il trattamento, per essere efficace, va ripetuto una seconda volta. La principale controindicazione per questo trattamento è la comparsa, nei soggetti trattati, di ipotiroidismo.
Oltre ai trattamenti medici, è molto importante che chi è affetto da disturbi alla tiroide adotti una dieta ricca di iodio, di cui sono ricchi, ad esempio, pesce e crostacei [6].
Fonti
[1] Hyperthyroidism (overactive thyroid) http://www.mayoclinic.org/
[2] Hypothyroidism (underactive thyroid) http://www.mayoclinic.org/
[3] Understanding Thyroid Problems http://www.webmd.com/women/
[4] Pregnancy and Thyroid Disease http://www.endocrine.niddk.
[5] Depression, the Thyroid, and Hormones http://www.webmd.com/
[6] Understanding Thyroid Problems — Diagnosis and Treatment http://www.webmd.com/women/