I farmaci contro l’acidità di stomaco potrebbero aumentare il rischio di infarto

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 11 Giugno, 2015

Acidità di stomaco? Pensateci due volte prima di cedere alla tentazione di assumere un farmaco per star meglio. Perché? Secondo un recente studio, gli inibitori della pompa protonica, comunemente adottati dagli adulti, potrebbero aumentare i rischi di infarto.

L’indagine

Questo tipo di farmaci sono tra i più diffusi al mondo. Gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono spesso prescritti per trattare una varietà di condizioni, tra cui la malattia da reflusso gastroesofageo e l’infezione da Helicobacter pylori. I farmaci, conosciuti in commercio con i nomi di lansoprazolo e omeprazolo, sono stati analizzati per valutarne gli effettivi rischi ed è stato dimostrato che “possono influenzare negativamente l’endotelio, ovvero il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore“, afferma il dr. John Cooke, autore dello studio. “Questa osservazione ci ha portato a ipotizzare che chiunque assuma PPI ha un maggiore rischio di attacco di cuore“.

La dimostrazione dei rischi

Lo studio, pubblicato su PLoS ONE, ha coinvolto i ricercatori della Houston Methodist e della Stanford University, che hanno confrontato il rischio di attacco di cuore per i pazienti in terapia con inibitori della pompa protonica rispetto al rischio corso dai pazienti che utilizzano altri tipi di farmaci per lo stomaco.

I dati sono stati raccolti da 16 milioni di documenti clinici per circa 2,9 milioni di pazienti. Questi documenti sono stati ottenuti da due database, quello di  Stanford e quello della Pratica Fusion, una società di cartelle cliniche elettroniche.

Osservando i dati di persone a cui sono stati somministrati farmaci PPI principalmente per il reflusso acido e che non avevano nessuna precedente storia di malattie cardiache, è emersa un’associazione con un più alto tasso di attacchi di cuore“, dice l’autore principale Nigam H. Shah, aggiungendo che “i risultati dimostrano che i PPI sono associati a un elevato rischio di attacco cardiaco nella popolazione in generale, mentre gli anti-H2 non mostrano tale associazione“.

Pare che il rischio di attacco di cuore aumenti del 16-21%.

La nostra relazione solleva preoccupazioni su questi farmaci – che sono disponibili al banco e sono tra i più comunemente prescritti al mondo“. Conclude il Dr. Nicholas J. Leeper, specialista in cardiologia vascolare a Stanford.

Staremo a vedere quali saranno le nuove indagine e le decisioni della Food and Drug Adoministration.

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Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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