Cosa accade a un paziente guarito dal virus dell’Ebola? La minaccia della terribile malattie è davvero solo un brutto ricordo?
Forse, non è proprio così. I segni del virus restano visibili. È quanto accaduto a Ian Crozier, uno dei medici contagiati che, dopo due mesi dalla guarigione, ha scoperto che l’Ebola è ancora lì, nel suo corpo. Dove? Con sconcertante precisione, il virus si è annidato all’interno dell’occhio sinistro del paziente, a tal punto da renderlo quasi cieco. Insomma, un incubo che è sembrato quasi riproporsi, pur avendo scampato il peggio dopo che la malattia lo aveva colpito in un campo di volontari in Sierra Leone.
Quali sono stati i provvedimenti presi dalle autorità sanitarie?
La scoperta ha preoccupato tutti e mosso le autorità sanitarie a un immediato ricovero del medico, che già da dicembre avvertiva un disturbo di pressione alta all’occhio. L’indagine approfondita, che ha consentito di scoprire ancora una volta il virus, è partita quando Crozier ha iniziato ad avvertire anche problemi di udito all’orecchio sinistro.
I medici, temendo che il calo di difese immunitarie nel paziente avesse dato il via libera ad altre infezioni, hanno prelevato dei fluidi dall’occhio per analizzarli. E, davanti al microscopio, gli specialisti non hanno quasi creduto ai loro di occhi: il virus Ebola era lì, ancora forte e presente.
Ebola: una minaccia anche dopo la guarigione?
Gli specialisti, già coscienti del fatto che l’Ebola fosse in grado di rimanere nel corpo di un uomo anche dopo che la scomparsa dei sintomi, risultando presente nello sperma, sono rimasti colpiti dal notare come anche l’occhio possa rappresentare un nido sicuro per il virus.
Ma il “nascondiglio” non si è dimostrato poi così sicuro. Il virus si è palesato, provocando un cambiamento di colore dell’occhio del paziente, che da azzurro è divenuto verde, oltre che a una grave e repentina cecità.
La soluzione del caso?
I medici hanno deciso di utilizzare un farmaco ancora in via di sperimentazione per curare Crozier e il suo occhio. Risultato? Il paziente è tornato a vedere normalmente e la pressione oculare si è stabilizzata.
Lo scorso 9 aprile, Crozier e diversi altri volontari, sono partiti per la Liberia, dove migliaia di persone hanno riscontrato problemi agli occhi dopo essere guariti dall’Ebola. L’obiettivo è debellare definitivamente la malattia e, come ha dichiarato Crozier al New York Times, “forse possiamo cambiare il decorso naturale dei sopravvissuti. O almeno, io ci voglio provare“.