Dopo mesi di cure e monitoraggi, accade spesso che una donna affetta dal carcinoma mammario venga considerata dai medici improvvisamente “guarita”. In questi casi, alcune donne continuano a incontrare periodicamente il proprio oncologo, mentre altre donne consultano solo il medico di base, che spesso può non conoscere o non saper gestire correttamente le conseguenze del cancro e delle terapie atte a sconfiggerlo.
Le stesse donne “sopravvissute” al cancro, spesso, non sanno con esattezza quali siano gli effetti secondari e a lungo termine di interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali e chirurgia ricostruttiva.
Spesso le donne che hanno sconfitto il tumore al seno soffrono di ansia, depressione e astenia.
Ma chi ha combattuto con successo il carcinoma mammario sa davvero cosa è “normale” aspettarsi dopo la malattia?
Per aiutare le donne sopravvissute al cancro, due tra le principali organizzazioni no-profit americane impegnate nella lotta al tumore del seno, l’American Cancer Society e l’American Society of Clinical Oncology, hanno redatto delle linee guida che chiariscono in modo sintetico e completo come assistere coloro che sopravvivono al cancro alla mammella.
In particolare, il documento, contenente le linee guida, è stato redatto da un gruppo di professionisti esperti in varie discipline ed è rivolto fondamentalmente ai medici di base, ma può comunque risultare interessante per oncologi, infermieri, altri operatori sanitari e anche per gli stessi pazienti.
Le nuove linee guida trattano in modo approfondito una trentina di tematiche e offrono risposte alle più comuni domande poste dalle donne che sopravvivono al cancro.
Le linee guida…
Le linee guida forniscono informazioni riguardanti la prevenzione delle recidive del cancro al seno: il documento suggerisce quali test di laboratorio ed esami diagnostici dovrebbero essere eseguiti, se e come sottoporsi per gli screening di prevenzione per altre forme di cancro, che possono colpire polmoni, endometrio o intestino, e fornisce importanti consigli su come affrontare gli effetti tardivi e a lungo termine del trattamento di chemioterapia e radioterapia, quali problematiche cardiovascolari, linfoedema, astenia, ansia, depressione, dolore neuropatico, patologie ossee, infertilità e menopausa precoce.
Secondo una stima dell’American Cancer Society, solo negli Stati Uniti ci sono attualmente 2,8 milioni di donne sopravvissute al cancro al seno, benché purtroppo ogni anno circa 40.000 donne perdono la vita a causa di questa tremenda malattia.
Spesso, le donne affette dal cancro al seno si abituano a essere sottoposte con cadenze regolari a controlli di varia natura: queste stesse donne, una volta superata la malattia, si aspettano di continuare a svolgere test ematici di controllo ed esami diagnostici continuamente, anche se non esistono raccomandazioni standard a tal proposito.
In particolare, le nuove linee guida raccomandano di non eseguire controlli sui biomarker o marcatori tumorali e di non sottoporre a RMN, TAC o PET le pazienti che hanno sconfitto il cancro al seno se non presentano ulteriori sintomi; vari studi mostrano, infatti, come questi esami diagnostici non apportino alcun beneficio in pazienti asintomatiche.
È importante sottolineare come le linee guida sconsiglino screening di controllo solo a chi è sopravvissuto al carcinoma mammario e non accusa alcun sintomo.
Inoltre, le linee guida suggeriscono anche le modalità mediante le quali gli operatori sanitari possono consentire alle pazienti di incrementare le probabilità di sopravvivenza, aiutandole a migliorare il proprio stile di vita: seguire una dieta sana, non divenire obesi, praticare attività fisica e smettere di fumare sono semplici ma validi consigli per migliorare la condizione di chi sopravvive al tumore al seno.
È necessario, dunque, che medico e paziente comunichino in modo chiaro e appropriato, anche per creare terapie personalizzate e ad hoc per ogni singola donna che sconfigge il cancro, poiché ogni tumore è diverso dagli altri.
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