Aderenze intestinali: tutto quello che c’è da sapere

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 18 Settembre, 2023

Aderenze intestinali: cosa le causa e come trattarle?

Le aderenze intestinali sono un disturbo, spesso asintomatico, che può colpire maggiormente i soggetti che hanno subìto un intervento chirurgico addominale.

Andiamo ad indagarne i sintomi e le principali terapie dedicate.

Aderenze intestinali: cosa sono?

Le aderenze intestinali, che insieme a quelle pelviche fanno parte delle aderenze all'addome, sono delle formazioni che generano connessioni tra i tessuti e gli organi presenti nella cavità addominale; normalmente, questi hanno una superficie liscia che consente loro di muoversi agevolmente seguendo i movimenti del corpo.

Quando, però, si sviluppano le aderenze, tali zone si incollano e compromettono il movimento delle superfici.

Sebbene le aderenze, di solito, non causino sintomi o problematiche particolari, in alcuni casi possono provocare dolore cronico nell'addome o nella regione pelvica; inoltre, negli individui di sesso femminile, sono una delle principali cause di ostruzioni intestinali e infertilità.

Le aderenze addominali sono costituite da tessuto fibroso che si estende tra due o più organi all'interno dell'addome (o tra un organo addominale e la parete interna dell'addome).

Sebbene le aderenze possano coinvolgere tutti gli organi della cavità addominale, i più interessati sono:

  • intestino tenue;
  • intestino crasso;
  • fegato;
  • cistifellea.

Dal momento che le aderenze non mostrano caratteristiche specifiche nei test di laboratorio e non sono facilmente rilevabili attraverso le moderne tecniche di imaging, spesso non vengono diagnosticate per lunghi periodi, causando disagio fisico e psicologico al paziente e aumentando il rischio di complicanze.

Tutte le cause delle aderenze intestinali

Le cause dell'insorgenza delle aderenze possono essere suddivise in tre categorie.

Cause post-operatorie

La maggior parte delle aderenze addominali si sviluppa a seguito di un intervento chirurgico addominale, indipendentemente dalla ragione dell'intervento.

Nello specifico, la chirurgia laparotomica (che prevede l’apertura dell'addome) aumenta notevolmente la formazione di aderenze, mentre con l'impiego della chirurgia laparoscopica (mini-invasiva) l’incidenza diminuisce.

Le cause chirurgiche delle aderenze addominali, inoltre, includono:

  • incisioni dei tessuti;
  • contatto dei tessuti interni con corpi estranei come garze, guanti chirurgici e punti di sutura;
  • presenza di sangue o coaguli non completamente rimossi durante l'intervento;
  • manipolazione degli organi interni;
  • asciugamento dei tessuti e degli organi interni.

Donna sofferente dal medico

Il rischio di sviluppare aderenze è maggiore dopo interventi nella parte inferiore dell'addome e nell'area pelvica, come quelli all'intestino o quelli ginecologici.

Cause post-infiammatorie o infettive

Le aderenze addominali possono derivare da processi infiammatori o infettivi.

Tra le cause più comuni vi sono:

  • endometriosi;
  • malattia infiammatoria pelvica;
  • appendicite acuta;
  • gastroenteriti infettive;
  • colecistite acuta;
  • malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di crohn e la rettocolite ulcerosa;
  • malattia diverticolare;
  • peritonite.

Cause post-radioterapia

La gestione delle aderenze in seguito a radioterapia può essere complicata principalmente per due motivi:

  • l’estensione dell’aderenza stessa può essere considerevole;
  • è presente una malattia tumorale sottostante.

La gravità delle aderenze addominali dopo la radioterapia dipende dall'area anatomica interessata e dalla dose totale di radiazioni ricevute.

Altre cause di aderenze

Come già visto, circa il 90% delle aderenze addominali è dovuto a precedenti interventi chirurgici nell'addome, mentre il restante 10% può essere attribuito a condizioni come:

  • grave appendicite;
  • malattie sessualmente trasmissibili come la gonorrea o la clamidia;
  • esposizione a radiazioni ionizzanti terapeutiche (radioterapia);
  • colite ulcerosa;
  • grave gastroenterite infettiva;
  • anomalie tissutali congenite.

Nel corso del tempo, le aderenze possono aumentare di dimensioni e diventare più rigide, causando problemi anche molti anni dopo l'operazione.

Tra le cause meno frequenti delle aderenze addominali vi sono l'infiammazione non correlata a interventi chirurgici, come ad esempio:

  • appendicite;
  • radioterapia;
  • infezioni ginecologiche,
  • infezioni addominali.

In altri casi, più rari, le aderenze addominali si formano senza un motivo apparente.

Sintomi delle aderenze intestinali

I sintomi delle aderenze intestinali possono interferire con la normale motilità intestinale e i fisiologici processi di transito alimentare.

La maggior parte dei soggetti colpiti da aderenze intestinali non manifesta nessun sintomo.

Invece, coloro che mostrano segni di tale disturbo manifestano una sintomatologia riconducibile anche ad altre condizioni – per questo, risulta difficile arrivare ad una diagnosi precisa.

Ecco alcuni sintomi delle aderenze intestinali e intra-addominali:

  • sanguinamento rettale;
  • dolore addominale cronico;
  • dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali);
  • dischezia (dolore durante la defecazione);
  • gonfiore cronico;
  • stitichezze o diarrea;
  • nausea e vomito.

Nei casi più gravi, qualora le aderenze causino ostruzioni importanti, possono comparire:

  • disidratazione;
  • crampi severi e costanti;
  • impossibilità di eliminare gas;
  • difficoltà durante l’evacuazione.

In alcuni casi, poi, le aderenze intestinali vanno a peggiorare i sintomi del colon irritabile.

Il dolore addominale cronico e quello pelvico, spesso, possono essere confusi con:

  • appendicite;
  • endometriosi;
  • diverticolite.

Aderenze intestinali: come si curano?

Come detto, la maggior parte delle aderenze intestinali non causa sintomi – quindi non richiede terapia.

Qualora si fosse costretti a ricorrere ad una terapia, questa può essere suddivisa in:

  • terapia non invasiva: dal momento che non esistono farmaci specifici per le aderenze, si ricorre all’uso di antidolorifici e fibre per trattare la stitichezza. Se si manifestano spasmi addominali, può essere utile ricorrere a rilassanti per la muscolatura come la Diciclomina;
  • terapia chirurgica: si tratta dell’unico modo per eliminare le aderenze e prende il nome di adesiolisi. Non tutti i pazienti possono essere sottoposti a questo trattamento (da scegliere solo se il disturbo è complesso e esteso). Qualora le bande adesive dovessero essere limitate, si può ricorrere alla laparoscopia.

Le due tecniche chirurgiche più comuni utilizzate per rimuovere le aderenze intestinali sono:

  • laparoscopia: consente ai medici di osservare l'interno della cavità addomino-pelvica e, grazie alle sue dimensioni ridotte e alla fonte luminosa, è in grado di rilevare anche le più piccole anomalie anatomiche. La laparoscopia offre, poi, numerosi vantaggi: ad esempio, le incisioni chirurgiche più piccole, riducono il rischio di infezioni e il dolore post-operatorio è meno intenso rispetto alla laparotomia. Inoltre, il periodo di ricovero ospedaliero è più breve (solitamente un giorno), le cicatrici sono minime e poco evidenti e i tempi di guarigione e recupero sono più rapidi;
  • laparotomia: è la tecnica chirurgica tradizionale e prevede un'ampia incisione cutanea sull'addome per aprire la cavità addomino-pelvica. In questo caso, il chirurgo opera "a cielo aperto" e si tratta di una pratica più invasiva rispetto alla prima. La laparotomia, però, presenta svantaggi significativi: il ricovero ospedaliero richiede diversi giorni per permettere al paziente di recuperare le energie fisiche perse a causa della procedura invasiva. Il dolore post-operatorio è intenso e spesso richiede l'assunzione di antidolorifici per un certo periodo. Inoltre, le cicatrici risultanti sono evidenti e di dimensioni considerevoli.

In alcuni casi, infine, le aderenze addominali possono guarire spontaneamente o ridursi al punto da diventare trascurabili.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr.ssa Emiliana Meleo
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.