Avete mai sentito parlare di intestino irritabile? Non è una condizione psicosomatica, ma una vera e propria sindrome che affligge davvero molte persone. Come scoprire se anche voi ne siete affetti?
Vediamo nel dettaglio in cosa consiste e da quali sintomi riconoscere il disturbo!
Che cos’è e cosa comporta la sindrome dell’intestino irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile (chiamata anche comunemente "colite spastica" o "colon irritabile" o, in campo medico con l'acronimo "IBS") è una condizione molto frequente che si riferisce a una vasta gamma di sintomi che variano da persona a persona.
Spesso, si possono avvertire irregolarità intestinali, dunque è importante riconoscere questa condizione e non confonderla con altre che riguardano sempre l'intestino.
Ma per arrivare alla giusta diagnosi, è importante, in primis, riconoscere i sintomi.
Quali sono i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile?
I sintomi più comuni della sindrome dell’intestino irritabile sono:
- gonfiore;
- diarrea o stitichezza, o in alcuni casi entrambi;
- dolore addominale;
- muco sulle feci;
- sentire frequentemente il bisogno di andare in bagno;
- sensazione di peggioramento dei sintomi dopo i pasti.
Cosa fare, se si soffre di sindrome dell’intestino irritabile?
Alcuni accorgimenti possono essere di grande aiuto se si soffre di sindrome dell’intestino irritabile.
È molto importante consumare regolarmente i pasti previsti dalla propria dieta, non saltare i pasti e non consumare i pasti in tarda serata.
Inoltre, occorre non consumare i pasti frettolosamente: è buona abitudine consumare i pasti lentamente, masticando bene il cibo. Anche l’esercizio fisico, come la bicicletta, il nuoto e le passeggiate a piedi possono essere di aiuto.
Per verificare se sussistono delle relazioni tra i sintomi e i pasti, può essere una buona abitudine tenere un diario alimentare in cui annotare gli alimenti consumati e gli eventuali sintomi avvertiti. È bene ricordare, inoltre, che se si apportano delle modifiche al proprio regime alimentare, bisogna dare al proprio corpo un po’ di tempo per adattarsi alle modifiche.
È, inoltre, buona norma apportare dei cambiamenti nel proprio regime alimentare e nelle proprie abitudini in base ai sintomi che si avvertono.
Il dott. Nando Gallese, specialista in chirurgia generale, a proposito della sindrome dell’intestino irritabile dice che “una diagnosi di esclusione, cioè viene fatta quando, dopo tutti gli opportuni accertamenti eseguiti, non sono emerse alterazioni riscontrabili”.
Cosa mangiare se si avvertono flatulenza e gonfiore addominale?
Alcuni accorgimenti nella propria dieta possono aiutare, se si avvertono flatulenza e gonfiore addominale:
- È opportuno limitare il consumo di frutta a 3 porzioni al giorno, una delle quali può essere costituita da frutta secca; anche il consumo di succhi di frutta va limitato a un bicchiere al giorno.
- Bisogna includere nei cinque pasti giornalieri raccomandati anche le verdure. Va ridotto il consumo di amidi resistenti.
- Può essere d’aiuto introdurre nel proprio regime alimentare il consumo di avena e semi di lino.
Quanta frutta e verdura consumare con colon irritabile?
Ogni porzione di frutta fresca non deve essere superiore a 80 grammi. I frutti ideali che possono costituire una porzione di frutta sono una mela, una banana, una pera, un’arancia, metà pompelmo, una fetta di melone o una fetta di ananas.
È possibile mangiare due prugne, una manciata di uva, o di ciliegie, o di frutti di bosco, oppure tre cucchiai di macedonia di frutta. Una porzione giornaliera di frutta può essere costituita anche da 25 grammi di frutta secca che corrispondono a un cucchiaio colmo di uvetta, o fichi, o albicocche. Una porzione di verdure di circa 80 grammi corrisponde a tre cucchiai di verdure oppure a una ciotola di insalata.
Quali sono gli alimenti che contengono gli amidi resistenti?
Gli amidi resistenti sono gli amidi presenti negli alimenti che non vengono digeriti completamente dal corpo. Gli amidi resistenti, una volta nell’intestino, fermentano producendo gas intestinali.
Per ridurre la flatulenza ed il gonfiore è consigliabile provare a ridurre l’apporto dei seguenti alimenti:
- legumi, cereali integrali, mais, banane verdi e muesli che contiene la crusca;
- patate poco cotte o riscaldate, o granoturco/mais: è opportuno consumare questi alimenti appena cotti e ancora caldi;
- patatine, cialde fritte, riso fritto: è preferibile consumare patate al forno o riso bollito;
- pane parzialmente cotto o riscaldato: è più indicato il consumo del pane fresco;
- prodotti alimentari trasformati, come patate, insalata di pasta, biscotti e torte;
- piatti pronti che contengono pasta o patate, come le lasagne, il pasticcio di carne, il formaggio o i maccheroni;
- pasta secca: è consigliabile consumare pasta fresca.
Qual è il regime alimentare più adatto con la diarrea?
Bisogna reintegrare i liquidi persi bevendo molto, almeno 8 bicchieri al giorno di acqua o bevande senza caffeina come la spremuta, il tè alle erbe. Sono da evitare invece gli alcolici che non devono essere assunti tutti i giorni; in ogni caso, bisogna limitare il consumo a un massimo di due bicchieri di alcolici al giorno. Bisogna, inoltre, limitare il consumo di bevande che contengono caffeina, come il caffè, la cola, il tea, a un massimo di tre tazze al giorno.
È opportuno limitare l’assunzione di fibre derivanti da pane integrale, crusca, cereali, noci e semi, ad eccezione dei semi di lino. La diarrea può essere causata anche da un elevato consumo di cibi grassi, come patatine, cibi da fast food, hamburger e salsicce e dolci. Bisogna limitarne il consumo e prediligere cibi a basso contenuto di grassi.
Quale dieta seguire se si avverte costipazione?
In caso di costipazione, la fibra alimentare può essere di aiuto, ma può causare la formazione di gas intestinali, i crampi dolorosi, il gonfiore, la flatulenza e la diarrea. Se si rende necessario aumentare l’apporto di fibre, è bene aumentare gradualmente l’apporto, perché l’aumento improvviso può peggiorare i sintomi.
Per alleviare la costipazione, è consigliabile consumare i cereali integrali, insieme a frutta e verdure, consumando al massimo una porzione extra per due giorni. L’avena e i semi di lino sono buone fonti di fibre, che aiutano ad ammorbidire le feci e rendere più facile il loro passaggio nell’intestino; possono costituire un valido aiuto anche se si avverte gonfiore e flatulenza.
Bisogna infine ricordare che è necessario garantire un buon apporto di liquidi al corpo, bevendo almeno otto bicchieri al giorno di bevande senza caffeina.
I sintomi del colon irritabile possono derivare da allergie o intolleranze alimentari?
Considerato che i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile peggiorano dopo i pasti, è normale immaginare che il cibo sia la causa.
Le allergie alimentari sono piuttosto rare e, in ogni caso, non causano i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile. Tuttavia, i sintomi IBS potrebbero essere causati dalla presenza di intolleranze alimentari. Per verificare se si è affetti da intolleranze alimentari è opportuno rivolgersi al proprio medico.