Negli ultimi giorni, abbiamo assistito ad un brusco abbassamento della temperatura che ha generato notevoli sbalzi atmosferici – da fredde mattinate a tiepidi pomeriggi in pochissime ore.
Questi cambi repentini possono influire negativamente sull’organismo, aumentando il rischio di faringiti e raffreddori (che possono colpite soprattutto anziani e bambini).
Ma siamo proprio sicuri di conoscere tutti gli effetti negativi dello sbalzo termico? Ecco una panoramica.
Raffreddore e non solo
Quando vi sono dei bruschi cambiamenti climatici, l’organismo attiva un meccanismo di termoregolazione per mantenere la temperatura intorno ai 37 gradi.
Attraverso tale meccanismo, il corpo genera calore usando l’energia che il metabolismo genera dall’alimentazione e dall’attività fisica.
Questo riguarda apparati vitali come:
- sistema cardiocircolatorio;
- sistema nervoso;
- sistema polmonare;
- sistema ormonale.
Essendo coinvolti così tanti organi, risulta faticoso adattarsi in poco tempo all’abbassamento delle temperature.
L’apparato respiratorio è quello che potrebbe risentire maggiormente dello sforzo, causando due disturbi molto frequenti in autunno:
Il primo, può generare febbre, congestione nasale e malessere generale; la seconda, invece, va a colpire maggiormente la gola causando tosse, afonia, difficoltà a deglutire e sensazione di secchezza.
Il colpo di freddo, infatti, compromette il lavoro delle cellule della mucosa respiratoria, facilitando l’ingresso nel nostro corpo di microrganismi e microbi.
Ma non solo, il brusco abbassamento delle temperature può causare anche:
- contratture;
- dolori articolari;
- crampi addominali;
- mal di testa;
- nevralgie;
- paralisi temporale del nervo facciale.
Quest’ultimo effetto avviene soprattutto quando l'esposizione al freddo è improvvisa e intensa.
I soggetti che possono subire i maggiori rischi del cambio di stagione sono:
- chi ha difese immunitarie deboli;
- chi soffre di patologie croniche pregresse.
Combattere il freddo con l’alimentazione
Per contrastare i rischi dell’abbassamento della temperatura, il primo consiglio è quello di rivedere la propria dieta.
Prima di tutto occorre archiviare gli eccessi estivi a favore di un'alimentazione varia e nutriente (che possa aumentare, di poco, l’apporto calorico).
Esistono alcuni elementi capaci di stimolare le difese immunitarie:
- acido folico;
- vitamina C;
- vitamina A;
- carotenoidi;
- antiossidanti.
Tutti questi nutrienti sono contenuti in:
- zucca;
- scalogno;
- funghi;
- barbabietole;
- zucchine;
- cicoria;
- cetrioli;
- sedano;
- porri;
- spinaci;
- peperoni;
- cipolla;
- patate;
- melagrana;
- finocchi;
- lattuga.
Anche l’assunzione di liquidi gioca un ruolo chiave nella prevenzione: assumere la giusta quantità di liquidi permette di aumentare i sali minerali e le vitamine in grado di avere un’azione protettiva sulle cellule e sul sistema immunitario.
Inoltre, per combattere i rischi del cambio di stagione, è fondamentale mantenere in buona salute il microbiota intestinale, punto chiave del sistema immunitario.
Si parla, quindi, di mantenere l’eubiosi, ovvero una distribuzione differenziata tra tipi batterici protettivi (in maggioranza) e quelli potenzialmente dannosi: questo può far si che tutte le attività intestinali si svolgano in maniera efficiente.
La rottura di questo equilibrio, ovvero la disbiosi, può avere gravi conseguenze per la salute – tra cui anche disturbi extra-intestinali e respiratori.
Questo squilibrio, ad esempio, si può riscontrare in disturbi come:
- asma bronchiale;
- fibrosi cistica;
- tumori polmonari;
- allergie.
Si può quindi parlare di un collegamento attivo tra intestino e polmoni, una doppia comunicazione grazie ai microbi presenti nel corpo umano.
In conclusione, possiamo quindi affermare che, grazie alla flora batterica, si può modulare l’efficacia della risposta immunitaria e l’entità dei processi infiammatori anche lontani dall’intestino.