La ragione dell’obesità, racchiusa in un virus? La ricerca è sorprendente. Possono volerci decenni per raggiungere un obiettivo, e può capitare di imbattersi per caso in qualcosa di grosso, di cui nessuno si era mai accorto.
Alla San Diego State University è successo più o meno questo: andando a caccia di nuovi microrganismi, un team di ricercatori ha scoperto per caso l’esistenza di un virus sconosciuto, probabilmente antico quanto il genere umano, diffuso in più della metà della popolazione mondiale e di cui sinora non si sapeva nulla.
Il virus, chiamato crAssphage, appartiene alla famiglia dei batteriofagi e vive infettando uno dei più comuni batteri della flora intestinale, i Bacteroidetes. Il suo ruolo nel nostro benessere? Dal momento che i Bacteroidetes sono strettamente connessi ad obesità e diabete, si ipotizza che anche il neo-virus crAssphage giochi un ruolo determinante in queste patologie. In particolare, lo si associa all’obesità.
Lo studio
È certamente molto strano che un virus così diffuso sia sfuggito all’occhio della scienza tanto a lungo. A San Diego si dicono stupefatti: “Non è insolito andare a caccia di nuovi virus e trovarne uno, ma è senz’altro molto insolito trovarne uno comune a così tante persone. Il virus crAssphage? L’abbiamo trovato in ogni popolazione studiata, in tutto il mondo: insomma, al momento pensiamo che sia antico come il genere umano”.
L’annuncio della scoperta del virus sconosciuto è stata data dalle pagine di Nature Communication. I ricercatori, maneggiando i risultati di studi precedenti, hanno notato che un cluster particolare di Dna virale era comune a tutti i campioni esaminati. Verifiche incrociate su database di campioni e di virus noti hanno confermato l’incredibile: il virus in questione era diffusissimo, ma ancora non identificato. Di qui la clamorosa scoperta e l’annuncio ufficiale sulla prestigiosa rivista.
Cos’altro si sa del misterioso virus crAssphage? Ben poco: “Sappiamo che c’è, ma non riusciamo ancora a catturalo bene”. Insomma: il virus crAssphage, che probabilmente è ora presente nel nostro intestino, è ancora un nostro misterioso coinquilino.