La patata topinambur, conosciuta anche come carciofo di Gerusalemme, girasole del Canada o rapa tedesca, è il tubero di una pianta eliotropica con fiore giallo, che potremmo coltivare anche nel nostro orto di casa, a patto che sia ben esposto al sole. Una pianta bella a vedersi, anche se un poco invasiva, che cela nel suolo una radice commestibile e particolarmente adatta per il consumo da parte dei diabetici.
Vediamo dunque il legame tra diabete e topinambur.
Topinambur: perfetto per la dieta dei diabetici
Il topinambur, originario del nord America e portato in Europa nel XVII secolo, è coltivato per i suoi benefici per la salute nonché per le applicazioni industriali.
Diversi studi scientifici su specie animali hanno contribuito a definirne le proprietà nutrizionali e l’effetto benefico per l’organismo, dimostrando che un suo consumo regolare riduce i livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi nel plasma. Il responsabile di questi effetti è un polimero: l’inulina.
Diversamente dalle classiche patate e dalla maggior parte dei vegetali, infatti, il topinambur non usa come polimero di riserva l’amido (che è formato da glucosio), ma l’inulina stessa, che risulta costituita da molecole di fruttosio legate insieme, e offre perciò un apporto calorico più basso rispetto agli altri carboidrati tipici: 1,4 contro 3,8 Kcal/g.
Il topinambur ha, quindi, poche calorie (73 Kcal per 100 g) e si presta bene a essere introdotto nella dieta di chi deve perdere peso, un obiettivo importante per molti diabetici.
Inoltre, nell’ottica di seguire un regime alimentare che controlli la glicemia, il topinambur risulta essere un valido alleato. L’inulina non viene infatti digerita dagli enzimi digestivi e passa integra fino al grande intestino, dove i batteri la fermentano; si tratta quindi di una fibra alimentare e, come tale, riduce l’assorbimento di glucosio, trigliceridi e colesterolo, diminuisce l’indice glicemico dei cibi glucidici e promuove il miglioramento della funzionalità intestinale.
Infine, è bene ricordare come uno dei capisaldi della prevenzione e della gestione del diabete di tipo 2, la forma più diffusa di diabete e che si ritiene sia strettamente correlata alle abitudini alimentari e di vita, sia la terapia nutrizionale, nella quale si raccomanda l’assunzione di alte dosi di fibra solubile. L’inulina contenuta nel topinambur può essere di notevole aiuto in questo: le singole molecole di fruttosio che la compongono non esercitano infatti lo stesso effetto che avrebbero se assunte come zucchero semplice.
Fruttosio e diabete
Il fruttosio è uno zucchero semplice che è stato sempre più utilizzato nell’industria alimentare come dolcificante, ma il suo eccesso è dannoso per la salute e correlato ad obesità e comparsa di diabete di tipo 2.
Il fruttosio viene metabolizzato rapidamente dal fegato e attiva la lipogenesi, cioè la produzione di grassi. Ne consegue che un suo consumo esagerato porti alla sintesi di trigliceridi in eccesso e al loro accumulo. Si accelera così lo sviluppo di steatosi epatica non alcolica, che può progredire verso il diabete di tipo 2. L’accumulo di trigliceridi, infatti, contribuisce ad aumentare l’insulino-resistenza e/o l’intolleranza glucidica.
Diversi studi hanno dimostrato che negli animali alimentati con topinambur migliorava la sensibilità insulinica e diminuiva l’accumulo di trigliceridi, rispetto a quelli alimentati con alte dosi di fruttosio. Esiste quindi una relazione negativa tra consumo di alte dosi di fruttosio e diabete, mentre è positiva la relazione tra inulina (il polimero di fruttosio) e diabete.
Altre caratteristiche e proprietà del topinambur
L’utilizzo del topinambur in ambito medico è più esteso della sola cura del diabete. Il consumo di questo tubero facilita infatti la secrezione della bile nell’intestino, agevola la digestione, esercita un’azione diuretica, migliora l’assorbimento dei minerali nell’intestino e il profilo lipidico nel sangue.
Inoltre, il topinambur è ricco di molte vitamine e minerali. Le vitamine più concentrate sono quelle del gruppo B e la vitamina C, ma contiene anche le vitamine A, E e K. I minerali più abbondanti sono potassio, calcio, magnesio e ferro e in misura minore selenio, zinco e manganese.
Anche il contenuto proteico è elevato e questo tubero è ricco di amminoacidi essenziali, se comparato alle patate classiche.
Che dire di più? Che possiamo consumarlo sia crudo che cotto. Crudo è ottimo condito in modo semplice, con un pizzico di sale e di pepe, mentre cotto si può utilizzare come le classiche patate. Il tempo di cottura è simile a quello delle patate tradizionali, ma il topinambur ha meno calorie e più benefici per l’organismo.
Per i diabetici, iniziare a consumare il topinambur potrebbe essere un valido aiuto offerto dalla natura per controllare con più facilità la glicemia (e non solo)!