Tremori agli arti, alle mani e alle dita anche a riposo, movimenti difficoltosi e rallentati, passi corti, rigidità muscolare e postura curva. E ancora, alterazioni dell’equilibrio, viso che perde espressività, capacità di sbattere le palpebre fino a non riuscire più nemmeno a sorridere. Sono questi i segni clinici più evidenti delle fasi avanzate della malattia di Parkinson, una patologia neurodegenerativa progressiva, che colpisce tra l’1- 2% delle persone di età superiore ai 60 anni e il 4-5% della popolazione di età superiore agli 85 anni.
Vi sono però altri sintomi precoci, che sarebbe meglio non sottovalutare. Approfondiamoli insieme.
Come si manifesta il morbo di Parkinson?
Il morbo di Parkinson colpisce il sistema nervoso centrale e determina la morte selettiva dei neuroni che producono dopamina, e che regolano le funzioni legate al movimento.
Le cause di tale processo non sono del tutto chiare, anche se alcuni fattori di rischio sia genetici sia ambientali (come l’esposizione ad idrocarburi, pesticidi ed erbicidi) sono stati correlati all’insorgenza della patologia.
A livello molecolare, la selettiva morte delle cellule neuronali dei pazienti affetti da morbo di Parkinson potrebbe essere dovuta alla formazione di corpi di Lewy, ossia inclusioni citoplasmatiche formate da proteine, il cui accumulo determina la degenerazione delle cellule e, come conseguenza della diminuzione di dopamina, la progressione e l’aggravamento della patologia col progredire del tempo.
Che cosa provoca il Parkinson?
Oltre ad approfondire i meccanismi e le cause alla base di questa patologia, la ricerca negli ultimi 15 anni si è orientata anche a fare luce sui primi segni e sintomi che possano portare a una diagnosi precoce della malattia di Parkinson, prima che le alterazioni motorie diventino conclamate.
In particolare, è bene tenere sott’occhio questi segnali, che potrebbero nascondere l’esordio del Parkinson:
- Iposmia – La diminuita capacità di percepire gli odori, detta iposmia, così come la perdita dell’olfatto, sono caratteristiche molto comuni tra i malati di Parkinson e, spesso, precedono anche di anni lo sviluppo di alterazioni motorie. Numerosi studi, nel tempo, sono stati in grado di dimostrarlo. Ciò e dovuto alla morte dei neuroni del bulbo olfattivo, a causa dell’accumulo precoce dei corpi di Lewy già dalle prime fasi della malattia. A livello clinico, sono disponibili dei test che consentono di valutare la capacità di una persona di identificare un odore, di discriminare tra odori diversi e di valutare la soglia di percezione di uno stimolo odoroso. Dato il coinvolgimento precoce nell’eziologia del morbo di Parkinson del sistema olfattivo, si ritiene che la disfunzione olfattiva potrebbe essere utilizzata come marcatore precoce di Parkinson nella fase precedente alle alterazioni motorie.
- Ansia e depressione – Alterazioni neuropsichiatriche, come ansia e depressione, sono state evidenziate già da tempo come comuni nei pazienti con morbo di Parkinson nella fase di sintomatologia motoria conclamata. Recentemente, è stato evidenziato che il manifestarsi di tali condizioni potrebbe essere precedente alla diagnosi, e può riflettere le prime alterazioni a livello cerebrale degli equilibri biochimici dei neurotrasmettitori, in particolare della dopamina.
- Disturbi del sonno – Le parasonnie, tra cui le alterazioni della fase del sonno REM, caratterizzata da movimenti oculari veloci, spiccata attività cerebrale, riduzione del tono muscolare, irregolarità cardiaca e respiratoria, variazioni della pressione arteriosa ed elevata attività onirica, appartengono anch’esse alla categoria dei disturbi neuropsichiatrici che possono manifestarsi prima delle alterazioni motorie tipiche del Parkinson. Infatti, nei primi stadi della malattia di Parkinson sono stati osservati disturbi del comportamento della fase del sonno REM, che includono risvegli improvvisi durante la fase di sogno con movimenti violenti, elevata attività motoria durante il sonno, possibilità di colpirsi e farsi del male senza che ci si ricordi di nessuna di queste azioni al risveglio. Le cause potrebbero risiedere nell’alterazione della secrezione di neurotrasmettitori, in particolare della dopamina, nelle alterazioni del metabolismo cerebrale e nell’accumulo di alfa-sinucleina. Al contrario della disfunzione olfattiva, le alterazioni del sonno possono essere valutate solo con sofisticati esami strumentali, ma potrebbero avere un ruolo fondamentale nel predire, anche una decade prima, soggetti a rischio di morbo di Parkinson.
- Problemi intestinali – Nonostante problemi di costipazione e di transito intestinale affliggano più di due terzi dei pazienti con Parkinson, essi possono precedere anche di due decadi il manifestarsi dei primi sintomi motori della malattia. A riguardo, alcuni scienziati ipotizzano che la degenerazione neuronale tipica della patologia di Parkinson possa coinvolgere anche il sistema nervoso enterico ed alterarne il funzionamento. È stato comunque notato un miglioramento della costipazione grazie all’assunzione di probiotici e prebiotici.
È importante considerare che le cause che possono determinare queste condizioni, singolarmente oppure in combinazione, possono essere molteplici e non sono necessariamente il preludio allo sviluppo del morbo di Parkinson.
Tuttavia, occorre tenere in considerazione che molti pazienti che poi hanno sviluppato i sintomi motori tipici del Parkinson, hanno avuto esperienza di alcune o tutte le sopraelencate condizioni di salute.