Il termine cataratta sembra avere origini antichissime. La parola deriva dal greco “katarraktês” e significa letteralmente “che cade dall’alto verso il basso”: nel Medioevo, infatti, si pensava che questa patologia fosse determinata da strani umori, calati dall’alto per oscurare la vista.
I nostri antenati non potevano scegliere definizione migliore. La cataratta, infatti, è una patologia oculare che consiste nella perdita progressiva e irreversibile della trasparenza del cristallino, la “lente dell’occhio” che permette la messa a fuoco di quanto osserviamo.
A dispetto di ciò che potremmo pensare, la cataratta non è necessariamente sinonimo di vecchiaia. È vero, di solito interessa gli ultracinquantenni, con un’incidenza del 90% per chi ha superato i 75 anni di età, ma ciò non esclude la possibilità di insorgenza anche nei soggetti meno anziani. In questo caso, si parla di cataratta giovanile.
Vediamo insieme le cause, i sintomi e tutto ciò che è necessario sapere per individuare quanto prima questa fastidiosa patologia.
Cataratta giovanile: di cosa si tratta?
Più che nei soggetti anziani, la cataratta – nei giovani e nei bambini – provoca disabilità visive più di qualsiasi altra forma di patologia oculare. Sono moltissimi i bambini con cecità da cataratta non operata o da anomalie oculari causate da questa tediosa malattia. In particolare, nei bambini si individuano due diverse tipologie di cataratta che possono colpire uno (cataratta monolaterale) e entrambi gli occhi (cataratta bilaterale):
- Cataratta congenita, presenti sin dalla nascita;
- Cataratta di sviluppo, infantile o giovanile, diagnosticate nei bambini con l’avanzare della giovanissima età. Questa tipologia di cataratta può essere legata a problematiche di tipo metabolico: per esempio, si ritiene che le possibilità che un soggetto diabetico sviluppi questa patologia siano decisamente più alte rispetto a quelle relative a un soggetto sano. La cataratta congenita poi è spesso ereditaria.
Purtroppo, in tenera età, non è semplicissimo individuare i sintomi di una cataratta o mettere in atto meccanismi di prevenzione validi e sicuri, soprattutto per ciò che riguarda la cataratta congenita. In alcuni casi, però, infezioni contratte dalla madre durante la gravidanza – come ad esempio rosolia, parotite o varicella –, trattamento con raggi X o gravi carenze alimentari potrebbero incrementare le probabilità che la cataratta colpisca gli occhi del bambino: una prevenzione, in questo senso, è dunque possibile attuarla.
Come si diagnostica?
Anche la diagnosi della cataratta non è tra le più semplici, soprattutto per la scarsa attenzione che – generalmente – si presta a questa patologia, essendo spesso correlata all’anzianità. Se i bambini lamentano una difficoltà nella vista, faticano a individuare e riconoscere cose o persone o, ancora, mostrano segni di strabismo, un controllo immediato può giovare alla causa, per evitare danni irreversibili alla vista, cecità inclusa.
Rivolgersi al medico è importante anche quando si nota la presenza di un riflesso pupillare biancastro o l’assenza del classico riflesso rosso in fotografia: un trattamento precoce può ridurre, infatti, il rischio di problemi di visione duraturi, che potrebbero accompagnare il bambino nell’arco di tutta la sua esistenza.
È però importante anche sottolineare che la diagnosi non sarà esclusivamente affidata all’attenzione dei genitori: entro 72 ore dalla nascita, infatti, i medici effettueranno un test di screening per individuare eventuali patologie oculari, che verrà riproposto anche intorno ai 7-8 mesi.
A ogni controllo, se accurato, il pediatra presterà sempre attenzione alla vista dei vostri bambini: queste visite periodiche saranno un valido alleato nella diagnosi di malattie oculari infantili come la cataratta. Nel caso in cui venga diagnosticata, i medici vi consiglieranno la strada da intraprendere. Non spaventatevi se dovesse essere necessario un intervento chirurgico per togliere il cristallino opacizzato.
La chirurgia della cataratta: scopriamone di più
Ogni anno, gli oculisti italiani salvano la vista a oltre un milione di persone: 557.000 sono stati gli interventi di chirurgia della cataratta, con risultati più che eccellenti nel 97% degli operati. Questo sarà anche il caso di vostro figlio! In certi casi il cristallino verrà subito sostituito con uno artificiale. Nei bambini molto piccoli si useranno inizialmente lenti a contatto e in un secondo tempo si inserirà il cristallino artificiale.
Ricordatevi che per i bambini l’intervento chirurgico è solo il primo passo per la riabilitazione visiva. Gli occhi devono essere rieducati, bisogna seguire con attenzione la crescita dl bulbo che porterà a modifiche della correzione da prescrivere allo scopo di mettere bene a fuoco le immagini. Tutto si gioca nei primi anni in pazienti che hanno un’aspettativa di vita di ottant’anni.
E fate attenzione, se potete, al claim “la vista ti salva la vita” che proprio in questi giorni sta invadendo più che piacevolmente social network, tv, stampa periodica e quotidiana: è la più grande campagna di informazione e sensibilizzazione mai effettuata, dedicata alla prevenzione e alla cura delle malattie degli occhi, per ricordare i grandi progressi tecnologici e terapeutici che l’oculistica ha ottenuto negli ultimi 40 anni.
Mentre la “Fondazione Insieme per la Vista Onlus”, con il patrocinio tecnico scientifico della Società Oftalmologica Italiana, ci ricorda questi bei traguardi, ricordiamo anche noi che la prevenzione può salvarci la vista (e la vita!), con l’aiuto di questo bel video:
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