29 settembre: si celebra la Giornata Mondiale per il Cuore 2018, una data importante per riflettere insieme sul rischio cardiovascolare e sulla consapevolezza che non sempre si ha delle proprie condizioni.
La salute del cuore: l’importanza della consapevolezza
Solo il 38% dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare ha una reale idea dello stato del proprio cuore. Per questa ragione, è stata lanciata una campagna, promossa dalla World Heart Federation, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore (29 settembre 2018), assieme all’Associazione “Fondazione Italiana per il Cuore” (FIpC), a Conacuore, che raggruppa ben 119 associazioni di pazienti cardiopatici sul territorio e, quest’anno, in collaborazione con Regione Lombardia.
Si parte con un dato molto serio. Le patologie cardiovascolari sono, in Italia, la principale causa di morte: parliamo del 44% di tutti i decessi.
L’Assessore al Welfare Lombardia, l’avv. Giulio Gallera, afferma, “adottare e promuovere scelte di vita salutari al fine di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari è una priorità di Regione Lombardia, da sempre impegnata nella promozione di uno stile di vita sano attraverso suoi professionisti, campagne mirate e l’adozione di specifici piani di prevenzione.
Perché se è vero che ogni anno le malattie cardiovascolari sono responsabili di 17,5 milioni di morti premature nel mondo, è d’obbligo ricordare che queste patologie sono in buona parte prevenibili adottando ogni giorno scelte di salute, come smettere di fumare, fare esercizio fisico, mangiare e bere in modo sano, cioè prevenendo i fattori di rischio modificabili.
La prevenzione è dunque fondamentale, per questo Regione Lombardia, attraverso programmi che fanno capo al Piano Regionale della Prevenzione (Reti per la promozione della salute negli ambienti di lavoro; Scuole che promuovono salute; Promozione della salute del bambino e della mamma nel percorso nascita; Promozione di stili di vita favorevoli alla salute nelle comunità; Prevenzione della cronicità), ha come obiettivo quello di rendere sempre più consapevoli i cittadini”.
Sensibilizzare i pazienti è, dunque, il primo obiettivo per far sì che si sia più attenti alla gestione della propria condizione di salute.
Secondo un recente studio, infatti, pare che una maggiore responsabilizzazione del paziente corrisponda a una migliore aderenza alla terapia.
“Il principale obiettivo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari è migliorare le buone pratiche per quanto concerne i fattori modificabili (alimentazione, attività fisica, fumo e alcol, inquinamento) secondo modalità personalizzate e consolidabili nel tempo e adottare appropriate strategie di screening per identificare in modo individuale i fattori non modificabili di carattere genetico/epigenetico – sostiene Paolo Magni (Università degli Studi di Milano; Associazione Fondazione Italiana per il Cuore).
“La combinazione di questi due approcci, associata a una migliore consapevolezza del rischio cardiovascolare anche quando si è giovani o adulti e “si sta bene”, favorisce un atteggiamento proattivo, con benefici per la salute cardiovascolare della singola persona e con migliori usi delle risorse disponibili da parte della Comunità“.
Qual è, quindi, l’atteggiamento da tenere con un paziente che ha già avuto esperienza di eventi cardiovascolari?
Secondo gli esperti, per prima cosa è importante interrogarsi su eventuali casi di familiarità o su una qualche causa genetica. In secondo luogo, è necessario capire che dopo un evento, come un infarto, il paziente diventa “cronico” e deve modificare il proprio stile di vita.
Per questa ragione, la Regione Lombardia e le realtà istituzionali coinvolte nel progetto puntano al “raggiungimento dell’obiettivo di ridurre del 25% l’incidenza delle malattie non trasmissibili, il cosiddetto “25 by 25” goal, come richiesto dall’Organizzazione Mondiale della Salute-OMS nel 2011 ai propri stati membri“, afferma Emanuela Folco, Presidente, Associazione Fondazione Italiana per il Cuore – FIpC.
La Giornata Mondiale per il Cuore partecipa, infatti, alla campagna “25by25” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che spinge tutti i Paesi a creare legami e strategie per ridurre, entro il 2025, il 25% dei decessi prematuri, provocati dalle malattie croniche non trasmissibili, come quelle del cuore, dei vasi e il diabete.
Da questo settembre in poi, sono moltissimi gli eventi aperti al pubblico, organizzati da enti locali, da ospedali, ASL, associazioni di pazienti, istituzioni pubbliche o private per sensibilizzare le persone a prendersi cura del proprio cuore.
Per informazioni: www.fondazionecuore.it e Opuscolo Giornata Mondiale per il Cuore 2018 “Mantieni le promesse al tuo cuore”. Esprimi anche tu le promesse al tuo cuore con #WorldHearthDay.