Che il numero dei nuovi casi di Coronavirus sia in netto aumento è ormai un dato innegabile. Lo è altrettanto il fatto che il virus continui a circolare con grande velocità, soprattutto laddove il turismo si è scordato di seguire piccole misure precauzionali necessarie per fermare i contagi.
Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, ha dichiarato che presto potremmo toccare i 4 mila casi al giorno. Aspettiamo, però, a dipingere scenari foschi. La soluzione c’è: interrompere il monte epidemico combinando il tracciamento dei contatti intensificati con conseguente isolamento dei microcluster attraverso un aumento mirato dei tamponi.
Situazione Coronavirus in Italia
Iniziamo dai numeri, utili per comprendere meglio il panorama del Coronavirus in Italia.
Secondo i dati diffusi ieri dal Ministero della Salute riferiti alle 24 ore precedenti, abbiamo 7 vittime e 1.210 nuovi contagi. Complessivamente, dunque, il totale dei casi dall'inizio della pandemia si attesta a 259.345 mentre i deceduti arrivano a 35.437.
I casi di positività sono 18.438 con un incremento di 935 rispetto a ieri. I guariti sono 205.470 con un incremento di 267. Tra le regioni più colpite, abbiamo sicuramente Lombardia, Lazio, Veneto, Campania, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana. Lato tamponi, invece, sono 67.371 quelli effettuati nelle ultime 24 ore. Ora, il totale supera quota 8 milioni.
In particolare, in Lombardia, nella giornata di ieri, si sono registrati 239 nuovi positivi, due terzi dei quali riguardano cittadini che rientrano dall'estero e i loro contatti diretti, come ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Nella provincia di Pavia, abbiamo anche tre bambini positivi di ritorno dalla Versilia, tutti asintomatici.
In Emilia-Romagna, invece, secondo gli ultimi dati disponibili, sono 127 i nuovi casi di positività. Dei nuovi positivi, 30 sono collegati a vacanze o rientri dall’estero.
Delle 59 positività accertate in Toscana, 11 casi sono ricollegabili a rientri dall'estero, in particolare da Spagna, Malta e Croazia.
Insomma, i contagi importati dall’estero sembrano aumentare senza tregua. E i test rapidi avviati ormai quasi in tutti gli aeroporti italiani confermano che entrano o rientrano in Italia dalle vacanze molte persone (asintomatiche o meno) con il Coronavirus.
Cosa fare se si rientra dall’estero
Le norme, in questo caso, sono molto chiare. Secondo il Dpcm del 7 agosto 2020, fino al 7 settembre vi sono alcune limitazioni per i rientri dall’estero. In particolare:
Non vi è alcun tipo di limitazione per chi rientra da:
- San Marino
- Città del Vaticano
Vi è invece l’obbligo di una apposita dichiarazione (scaricabile qui) per chi ha soggiornato nei seguenti paesi:
- Paesi dell’Unione Europea (eccetto Romania, Bulgaria, Croazia, Grecia, Malta e Spagna)
- Stati parte dell’accordo di Schengen (dunque, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera)
- Regno Unito
- Irlanda del Nord
- Andorra
- Principato di Monaco
Oltre alla necessità di compilare una dichiarazione, per chi rientra da Bulgaria e Romania vige l’obbligo di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria. Inoltre, badate bene, si può raggiungere la propria destinazione finale solo con mezzo privato. Chi viaggia in aereo, invece, non può uscire dalle zone dedicate dell’aerostazione. Stesso iter anche per chi rientra da Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia, Tunisia e Uruguay.
Più controlli, invece, per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Infatti, i cittadini che nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Italia abbiano soggiornato in questi paesi devono:
- Presentare un’attestazione di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, ad un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo oppure
- Sottoporsi a un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine (ove possibile) o entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento
- Comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, anche se asintomatici
- Segnalare con tempestività la situazione all'Autorità sanitaria, in caso di insorgenza di sintomi Covid-19, attraverso i numeri telefonici dedicati e sottoporsi ad isolamento fiduciario
Per il resto del mondo, invece, non sono consentiti spostamenti per turismo. Il rientro in Italia è però sempre consentito ai cittadini italiani/UE/Schengen e loro familiari, nonché ai titolari di regolare di permesso di soggiorno e loro familiari, per precise motivazioni.
Assoluto divieto di ingresso in Italia per chi ha soggiornato (nei 14 giorni precedenti) in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana e Colombia, con l’eccezione dei cittadini UE (inclusi i cittadini italiani) e loro familiari che abbiano la residenza anagrafica da prima del 9 luglio 2020 (o 13 agosto 2020 per la Colombia).
Anche per Kosovo, Montenegro e Serbia è ancora in vigore un divieto di ingresso, con l’eccezione dei cittadini UE (inclusi i cittadini italiani) che abbiano la residenza anagrafica in Italia da prima del 16 luglio 2020.
In tutti i casi, al rientro in Italia, è ancora una volta necessario sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, compilare un’autodichiarazione e raggiungere la propria destinazione finale in Italia solo con mezzo privato (è consentito il transito aeroportuale, senza uscire dalle zone dedicate dell’aerostazione).
Norme, leggi, Italia o estero: il buon senso, al rientro dalla vacanze, ci dice di portare avanti tutte le misure precauzionali imparate negli ultimi mesi. Mascherine, distanze sociali... e tanta attenzione!