Intervista al dr. Marco Di Monaco, specialista in Medicina fisica e riabilitazione e in Endocrinologia e Malattie del ricambio.
Parliamo di fratture e di densità ossea. Molti pazienti si chiedono: come fare, con semplici azioni quotidiane a migliorare la salute delle proprie ossa?
Lo abbiamo chiesto al dr. Marco Di Monaco, specialista in Medicina fisica e riabilitazione e in Endocrinologia e Malattie del ricambio, membro del consiglio direttivo nazionale della SIOMMMS - Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro.
Cosa si intende per densità ossea?
Per densità ossea s’intende la quantità di osso presente, si esprime in grammi riferibili a una superficie, grammi per centimetro quadro. Più precisamente, quando parliamo di osso intendiamo il suo il contenuto minerale. E’ molto importante per noi perché esprime la resistenza dell’osso. Più è denso (entro certi limiti), più è resistenze verso le sollecitazioni meccaniche e rischia meno di fratturarsi.
Densitometria: come si effettua?
Nessun timore: non è un esame invasivo.
Si tratta di un esame simile a una radiografia e l’esposizione a raggi X, presente, è inferiore a quella di un esame radiografico tradizionale.
Per fare un esame desitometrico, l’esposizione ai raggi è di 1/10 rispetto a quella che si ha con una radiografia al torace. La tecnica che si usa di più è detta a doppio raggio X; è un esame che prevede che il paziente si stenda sul lettino, c’è un “braccio” che si muove sul lettino e fa la scansione del segmento del corpo che si vuole esaminare, determinando la quantità di osso presente, ricavandolo dall’assorbimento dei raggi: più l’osso è denso più assorbe raggi.
Come aumentare la massa ossea?
Partiamo dall’attività fisica che è fondamentale per l’osso. L’osso risponde alle sollecitazioni meccaniche, rinforzandosi. Ad esempio, gli astronauti che sono esposti a una mancanza di gravità non sollecitano l’osso meccanicamente e vanno incontro a una osteoporosi grave.
La mancanza di movimento conduce alla fragilità ossea. Gli esercizi sono necessari a tutte le età. Azioni che servono all’osso? Il carico, dunque, esercizi che sfruttando il peso del corpo, ovvero cammino, corsa o salti. Poi, gli esercizi di rinforzo dei muscoli. Si parla, infatti, di una unità osso-muscolo: due strutture legate tra loro.
Lo sport è un sempre una buona abitudine in generale; è una raccomandazione che riguarda tutti gli aspetti della medicina.
Secondo consiglio è legato all’apporto di calcio, importante. Un po’ meno si sa dove sta il calcio. Ovviamente, nel latte e nei derivati. Ma anche nelle acque minerali, effervescenti naturali, vera alternativa al latte. Tutti gli altri alimenti fanno da contorno, non contribuiscono in modo così determinante.
Un altro componente alimentare valido sono le proteine, in primis per le persone di una certa età. Una dieta povera di proteine e sbilanciata contribuisce a debilitare le ossa e i muscoli. Purtroppo, la persona anziana spesso non mangia il secondo e questo non è un bene.
Esporsi al sole? Si tratta di una faccenda delicata. Si pensa al sole e subito lo si associa alla vitamina D. Ma non possiamo dimenticare l’attenzione che va posta ai tumori della pelle, causati dall’esposizione scorretta e non protetta ai raggi solari.
Una soglia precisa e pratica che fa distinguere il “sole buono da quello cattivo” non c’è. Le variabili da considerare sarebbero troppe e complicate: nuvole, latitudine, inquinamento, periodo dell’anno, orario, superfice corporea esposta, ecc.
Non possiamo raccomandare né vietare l’esposizione. Si consigliano degli integratori, supplementi, che sono sicuri e non fanno danni e sono poco costosi. Ovviamente, si usano nelle persone a particolare rischio, perché hanno già l’osteoporosi o potrebbero averla.
Altri consigli: non fumare (un consiglio che va bene per tutti), non eccedere con l’alcol.
Quali sono le cause delle ossa fragili, a rischio frattura?
Quando si fa una diagnosi di fragilità ossea, il medico ha due cose in testa: una è capire quanto è avanzata la demineralizzazione dell’osso. L’altra è la causa che determina l’osteoporosi.
Alcune non sono cause, ma sono fattori di rischio, come la mancanza di esposizione al sole, per diverse ragioni sociali, culturali o patologiche. Anche familiarità e fratture precedenti sono fattori di rischio. Ancora più importante è andare a vedere se c’è proprio una causa, una patologia o dei farmaci che generano l’osteoporosi secondaria.
Tra i farmaci più compromettenti per le ossa ci sono i cortisonici, non nella singola somministrazione, ma nel tempo, parliamo di mesi o anni. Un’altra categoria di farmaci sono quelli utilizzati per la cura del cancro della mammella o della prostata, definiti come terapia ormonale adiuvante, che bloccano la produzione di estrogeni nelle donne e di androgeni negli uomini.
Tra le malattie che causano l’osteoporosi, alcune sono evidenti con i loro segni e sintomi, come l’artrite reumatoide o la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Altre volte invece, la malattia che causa l’osteoporosi è nascosta, cioè non si manifesta con sintomi e segni chiari, ma “solo” o quasi solo con l’osteoporosi.
Un esempio è l’iperparatiroidismo primitivo e, più in generale, le malattie delle ghiandole endocrine, che possono manifestarsi semplicemente con osteoporosi. Altro esempio (tra i tanti) è la celiachia, che si indaga in prima battuta con un semplice esame del sangue. Individuare una vera causa dell’osteoporosi (quando presente) è il passaggio preliminare per curare l’osteoporosi nel modo migliore: la cura della malattia che causa l’osteoporosi sarà la vera chiave per ottenere ossa più resistenti e prevenire le fratture.