Che il diabete fosse un fattore di rischio nella mortalità per Covid-19 è ormai più un dato certo. Ora, però, la comunità scientifica ha iniziato a sospettare un altro tipo di legame, ovvero che il patogeno emerso in Cina sia esso stesso in grado di innescare il diabete. Cerchiamo di capire a che punto siamo.
Diabete e Coronavirus, perché questo legame
Si sta affermando sempre di più l’ipotesi che il SARS-CoV-2 possa far emergere il diabete dopo l'infezione. In che modo, però, non è ancora del tutto chiaro.
Come ha affermato il professor Julian Hamilton-Shield, docente di Diabete ed Endocrinologia metabolica presso l'Università di Bristol, in un articolo pubblicato sulla rivista The Conversation, ancora non sappiamo come si determini l'autoimmunità nel diabete di tipo 1, ma si pensa che le infezioni virali possano giocare un ruolo fondamentale. E il Covid-19 non è escluso.
Riassumendo il pensiero del dr. Hamilton-Shield, possiamo dire che il diabete di tipo 1 può presentarsi a ondate stagionali così come le infezioni virali. Quest’ultime, però, potrebbero determinare la distruzione delle Isole di Langherans deputate alla produzione di insulina.
Il motivo è presto spiegato: il SARS-CoV-2, infatti, "entra" nelle cellule polmonari legandosi alla proteina Ace2, presente anche in molti altri tessuti. Si ritiene che le cellule delle isole di Langherans esprimano elevate concentrazioni di ACE2, e ciò porterebbe il virus ad attaccarle e distruggerle. Al momento non ci sono evidenze in tal senso, ma si tratta di un'ipotesi al vaglio degli scienziati.
Ad oggi, abbiamo prove che il diabete possa essere scatenato dalla parotite, così come da infezioni da Enterovirus, tra cui il Coxsackie-B1. Casi di diabete ex novo sono stati riscontrati persino durante l'epidemia di SARS agli inizi del 2000 - che, come ormai sappiamo, condivide gran parte del patrimonio genetico con il Coronavirus conosciuto in questi mesi. Abbiamo poi un caso esemplare nella storia di un giovane che, dopo il contagio da Covid-19, ha sviluppato una forma di diabete. Non solo. Nei mesi, per monitorare la situazione, è stato creato un registro globale dei nuovi casi di diabete in pazienti con Covid-19 all’interno del progetto CoviDiab Registry project.
Un'ipotesi tutta da dimostrare
Così, davanti a queste ipotesi, un gruppo di endocrinologi da tutto il mondo ha inviato una lettera alla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine (NEJM), per mettere in evidenza la potenziale associazione tra diabete e SARS-CoV-2.
«Nei pazienti con COVID-19 sono stati osservati casi di diabete di nuova insorgenza e gravi complicanze metaboliche legate al diabete preesistente, tra le quali chetoacidosi diabetica e iperosmolarità che vanno trattate con dosi eccezionalmente elevate di insulina. Queste manifestazioni del diabete pongono sfide nella gestione clinica e suggeriscono una complessa patofisiologia del diabete correlato alla COVID-19» - hanno scritto gli scienziati nella lettera.
In ogni caso, parlare di certezze è del tutto azzardato. Gli stessi esperti non sanno se i nuovi casi di diabete in pazienti che hanno avuto o hanno il Coronavirus siano temporanei e si possano risolvere nel tempo, né se sia un diabete di tipo 1, 2 o addirittura una nuova forma.