Fratture del femore: i farmaci giusti per evitarle

Redazione

Ultimo aggiornamento – 07 Aprile, 2022

Frattura femore: ecco come evitarla

Frattura del femore e osteoporosi: un trauma e una patologia strettamente collegate tra loro. In un convegno promosso da AME, Associazione Medici Endocrinologi, si è discusso proprio delle gravi conseguenze che questi disturbi causano.

L’osteoporosi – secondo il prof. Claudio Marcocci, Ordinario di Endocrinologia, Università di Pisa – è una malattia dello scheletro caratterizzata da una compromissione della resistenza dell’osso con conseguente aumento del rischio di fratture. La resistenza ossea ai traumi riflette l’integrazione di due parametri principali: la densità ossea (bone mineral density BMD) valutata mediante l’esame densitometrico (densitometria a raggi X) e la qualità dell’osso, cui contribuisce la microstruttura dell’osso, il turnover, la composizione cristallina e organica della matrice, la cui valutazione non è ancora entrata nella pratica clinica”.

Ma quali sono i rischi più comuni legati all’osteoporosi?

Diverse sono le complicazioni che l’osteoporosi porta con sé. Parliamo, in primis di rischio fratture: il polso, le vertebre e l’anca, appunto, sono molto più fragili e ciò lo si avverte a tal punto che nella vita di tutti i giorni ci sono delle vere e proprie limitazioni funzionali.

Se le fratture, poi, riguardano il femore aumenta anche il pericolo di mortalità: secondo alcuni dati, la morte successiva a un trauma di questo tipo è sostanzialmente sovrapponibile a quella per ictus e carcinoma mammario. Inoltre, è emerso che “nella popolazione italiana nell’anno 2010 i soggetti con frattura di femore dopo i 50 anni erano 517.126 di cui il 74% nella donna e il 26% nell’uomo, ma il numero di morti entro un anno dalla frattura di femore è, in proporzione, 3 volte maggiore nel sesso maschile“.

Importante è, dunque, prevenire e iniziare delle terapie mirate a rafforzare la struttura ossea dei pazienti over 50.

Farmaci per abbassare il rischio di fratture

Dai dati dell’OsMed emerge che i pazienti con fratture precedenti (da fragilità), ahimè, non seguono terapie specifiche.

É bene, invece, sapere che esistono diversi farmaci disponibili per abbassare il pericolo di frattura osteoporotica, divisi in due classi:

  • anticatabolici, noti anche come antiriassorbitivi;
  • anabolici che stimolano la formazione dell’osso.

L’AIFA ha, inoltre, diffuso un diagramma di flusso per suggerire, alla luce delle evidenze scientifiche, l’utilizzo clinico appropriato dei farmaci per il trattamento dell’osteoporosi erogati dal SSN secondo. Si sottolinea come l’impatto economico di questa patologia tanto diffusa è molto alto, considerando anche che nel nostro Paese si ha il più alto indice di invecchiamento del mondo e le sole fratture del femore hanno un costo annuo di 1.200 milioni di euro.

Non solo l’osteoporosi minaccia le ossa

La struttura ossea può essere colpita anche da quelle che sono considerate malattie scheletriche rare – precisa la prof. Annamaria Colao – Ordinario di Endocrinologa, Università Federico II – un gruppo eterogeneo di malattie ereditarie che causano problemi della crescita e dello sviluppo. Tali malattie si differenziano in base a caratteristiche cliniche, radiologiche e genetiche, ma hanno tutte un impatto spesso devastante sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. L’osteogenesi imperfetta, il morbo di Paget, il rachitismo resistente al trattamento con Vitamina D e l’ipofosfatasia sono solo alcune delle oltre 400 anomalie rare del sistema scheletrico che colpiscono i pazienti di tutto il mondo”.

Questa rare malattie non sono facilmente diagnosticate. “Per alcune di esse non esiste nessuna cura, ma alcuni sintomi o segni legati alle malattie possono essere gestiti, quali ad esempio le fratture”, aggiunge Annamaria Colao.

Le malattie endocrino-metaboliche – conclude Edoardo Guastamacchia, Presidente AME Associazione Medici Endocrinologi – interessano un gran numero di soggetti e sono in costante aumento. Vengono frequentemente sottovalutate dai pazienti perché i sintomi sono inizialmente sfumati: è, invece, essenziale comprendere quanto sia importante intervenire precocemente per evitare l’insorgenza di complicanze che sarebbero poi di difficile gestione. Patologie quali diabete, obesità e osteoporosi, per l’evoluzione cronica e per il numero di persone interessate, hanno un rilevante impatto socio economico”.

Il nostro consiglio, quindi? Quello di agire prima dell’insorgere delle complicazioni e rivolgersi subito a uno specialista per una valutazione della propria condizione ossea.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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